Missili che colpiscono ospedali pediatrici. Esseri umani che uccidono altri esseri umani. Guardiamo un telegiornale e scuotiamo la testa. Il mondo attorno a noi è ben diverso da come vorremmo: guerre, soprusi, crimini e violenze, peccati così gravi che gridano vendetta a Dio. Viviamo in una brutta epoca, ma sfogliando un libro di storia ci accorgeremo che la brutta epoca dura da sempre. Il cuore dell’uomo è malvagio e si inventa ogni genere di nefandezza. O forse no?
Il mio in(solito) commento a:
Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro (Matteo 10,16-23)
Dov’è finito l’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio? “Adamo, dove sei?” (Genesi 3,9). Dove ti trovi, uomo? Dove sei finito? Uomo, chi sei diventato? Non riesco più a riconoscerti. Chi sei ora? In cosa ti sei trasformato? Quali orrori sei stato capace di compiere? Che cosa ti ha fatto cadere così in basso? Non è la polvere del suolo, da cui sei stato tratto, perché quella è buona, opera delle mie mani. Non è nemmeno il soffio di vita che ho insufflato nelle tue narici, perché quel soffio proviene da me ed è cosa molto buona (Genesi 2,7).
Ce lo dice chiaramente Gesù: “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani” (vv. 16-18).
Uomo, dove sei finito? No, questo abisso non può essere solo opera tua, delle tue mani e del tuo cuore… Chi ti ha corrotto? Chi ti ha sfigurato? Chi ti ha infuso la presunzione di prendere possesso del bene e del male? Chi ti ha convinto di essere un dio? Non solo hai torturato e ucciso i tuoi fratelli, ma li hai anche offerti in sacrificio a te stesso, perché ti sei elevato a divinità. Adamo, dove sei?
Dal suolo si leva un gemito sommesso: Pietà di noi, Signore! A te, Signore nostro Dio, appartiene la giustizia, a noi la vergogna sul volto (Baruc 1,15). Ci è capitato un male che non ha precedenti sotto la volta del cielo (Baruc 2,2). Ora, Signore, ascolta la nostra preghiera, accogli la nostra supplica, salvaci per la tua misericordia. Salvaci da questa mostruosità. Signore onnipotente, un’anima in angoscia grida verso di te. Ascolta, Signore, abbi pietà! Abbiamo peccato contro di te. Tu regni per sempre (Baruc 3,1-2). Ricordati di noi nella tua misericordia. Concedici la grazia di provare vergogna per ciò che, come uomini, siamo stati capaci di fare, per questa suprema idolatria, per aver disprezzato e distrutto la nostra carne, quella che tu hai plasmato dal fango, quella che hai vivificato con il tuo soffio di vita.
C’era un tempo in cui Dio viveva con gli uomini, discorreva insieme a noi e noi lo ascoltavamo (o meglio, lo sentivamo). Leggiamo nella Genesi: “Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l’uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto»” (Genesi 3,8-10).
Adamo ed Eva avevano appena consumato il peccato originale. Si era appena aperta una ferita che gronda sangue e disperazione tutt’ora. L’eco di quella scelta compiuta dal primo uomo, che riverbera la scelta, ancora peggiore, operata dal demonio quando ancora era in cielo, sta ancora ripercuotendosi sulla materia. L’universo intero vibra e stride come un violino con una corda rotta in seguito all’azione scellerata del demonio. L’armonia del cosmo è ancora oggi turbata e deturpata da quel peccato che ha separato l’uomo da Dio.
Sì, perché Adamo è stato tratto in inganno dal demonio. È lui che ha sporcato ed inquinato l’immagine di Dio che vive in noi. Satana, invidioso di Dio, si credeva superiore a Lui. Eccoci, Signore, con la vergogna di ciò che l’uomo, creato a tua immagine e somiglianza, è stato capace di fare.
Eppure Dio ci ama, anche sbagliati. Sai che cosa fece quando scoprì che Adamo ed Eva lo avevano tradito? Come? Li cacciò? Sì, anche… li allontanò dal Paradiso Terrestre, ma prima ancora di farlo ebbe compassione di noi: “Il Signore Dio fece all’uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì” (Genesi 3,21). Dio si preoccupava di noi, anche in quel momento. Il Creatore continuava amorevolmente a prendersi cura della sua creatura che lo aveva tradito. E lo farà ancora e ancora. Come quando Gesù, morendo sulla croce, ci salvò tutti nel sacrificio più grande che mai l’umanità intera abbia visto.
Ancora oggi le mani di questo malvagio demonio muovono le mani degli uomini che si ribellano a Dio. E assassinano altre donne e uomini. E uccidono i propri fratelli: “Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato” (vv. 21-22). Ancora oggi Dio ci ama ed è accanto a noi.
Preghiamo lo Spirito Santo di aprire i nostri cuori: “Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi”. (vv. 19-20). Preghiamolo di aiutarci ad agire e parlare, perché ci sia Lui, che è Amore di Dio dietro le nostre azioni e non il malvagio che spinge l’uomo a compiere il male. Signore, cuci ancora due tuniche per noi! #Santanotte
Alessandro Ginotta
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