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L’unità di misura di Dio è l’amore

L'unità di misura di Dio è l'amore

Davanti a Dio non c’è posto dove nascondersi: Egli vede ogni nostra azione, come se fosse alla luce del sole. Ma Dio non è qui a guardarci per giudicarci! Oh no, invece Dio tifa per noi in ogni momento!

Il mio in(solito) commento a:
Vide una vedova povera, che gettava due monetine (Luca 21,1-4)

Oggi scopriremo che due misere monetine possono valere molto, ma molto di più di un intero capitale: sì, perché il metro di Dio non misura in centimetri, ma con il cuore.

Dio desidera che un dono, poco o tanto che sia, sia fatto con il cuore. Perché un gesto così vale molto di più di qualsiasi quantità di denaro. Non è importante il “quanto” ma il “come”. Questa è la legge dell’amore. Anche negli affetti la cosa più importante è mostrare amicizia, calore, comprensione, incoraggiamento, ascolto. Perché Dio non compra e non vende, ma regala.

Paradossalmente potremmo spogliarci di tutti i nostri averi per darli in elemosina, ma quel gesto, se compiuto con arroganza, o se fatto con ostentazione, sarà di per sé un atto vuoto ed inconcludente. È molto più difficile accogliere con affetto una persona bisognosa di aiuto, ascoltarla, confortarla, accompagnarla almeno per un tratto della sua vita, finché le difficoltà non saranno superate, offrendole il nostro sostegno materiale – quando serve – ma sempre, la nostra vicinanza ed il nostro incoraggiamento. Questo sì che costa molto più caro di una semplice elemosina fatta per allontanare il pensiero della persona che ci chiede aiuto, liquidare la nostra coscienza con una monetina per tornare alla nostra vita di tutti i giorni, senza prendercene veramente cura.

Lo stesso Gesù ci insegna quanto sia importante donare con il cuore raccontandoci l’episodio di questa povera vedova che, mette la mano in tasca e decide di offrire in elemosina le sue ultime due monetine. Ma lo fa con sincerità, senza aspettarsi nulla in cambio. Ed anche con fiducia. Fiducia nella provvidenza.

La donna agisce così perché sa, in cuor suo, che Dio non la abbandonerà. Scegliere Dio, scegliere il bene è già di per sé una vittoria. Gesù, al contrario, non prende neppure in considerazione il gesto dei ricchi che, probabilmente, offrono ingenti somme al tesoro del tempio. Nella sua povertà, questa donna ha compreso che, avendo Dio, ha tutto; si sente amata totalmente da Lui e a sua volta Lo ama totalmente. Che bell’esempio quella vecchietta!

Se Dio ci ha donato la sensibilità di restare vicino a chi soffre e la possibilità di offrirgli il nostro sostegno, allora abbiamo il preciso dovere di farlo. Ma non basta. Perché il Vangelo va vissuto sulla pelle ed è nostra responsabilità testimoniarlo con ogni nostro gesto ed ogni nostra azione. Quando compiamo un buon gesto dobbiamo sempre chiederci perché lo facciamo. Per venire ammirati dagli altri? Male! Sarebbe un peccato di vanità ed orgoglio. Non va bene. Lo facciamo invece perché desideriamo aiutare quella persona e non ci interessa apparire? Allora possiamo, anzi, dobbiamo, agire facendo tutto quanto è in nostro potere per aiutare chi soffre.

Perché Dio vede tutto il bene che facciamo, ma anche quello che non facciamo. Davanti a Lui non c’è posto dove nascondersi. Dio vede ogni nostra azione, come se fosse alla luce del sole. Ma Dio non è qui a guardarci per giudicarci! Dio, invece, tifa per noi in ogni momento. Egli è qui e ci guarda, pronto a perdonare ogni nostro egoismo, ogni nostro eccesso, ogni nostro peccato, ed ogni nostra mancanza; ma è anche pronto a gioire per ogni nostro buon gesto, ogni buona azione, ogni atto di generosità e compassione!

Per amore di Dio, che ci riempie di amore e per amore dello stesso Dio che vive nel fratello bisognoso, prendiamoci cura di chi soffre aiutandolo con il cuore. Vedrai che felicità! E la nostra vita si riempirà di Dio! #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La visione di Sant’Ignazio di Loyola a La Storta”, di Domenico Zampieri (detto il Domenichino), 1622, olio su tela, 166.05 × 98.11 cm, Los Angeles County Museum of Art

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