+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 16,15-20)
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Parola del Signore
“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” (v. 15). E’ la richiesta di Gesù. L’ultima prima di salire in cielo. Poi: “Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio” (v. 19).
Proclamare il Vangelo ad ogni creatura, in tutto il mondo. Una richiesta impegnativa che gli apostoli hanno accolto con coraggio. Tutti conosciamo dalla lettura degli Atti e delle lettere, i viaggi di San Paolo e San Pietro (accompagnati da San Luca e dallo stesso San Marco). Ma anche il lungo viaggio di San Tommaso, che si spinse fino in India. O San Giuda Taddeo, che evangelizzò la Persia. Oppure ancora San Giacomo il Maggiore che si recò in Spagna…
Percorsi difficili per il mondo di allora. Distanze interminabili da coprire pressochè completamente a piedi o a bordo di piccole navi, fragili ed insicure. Eppure gli apostoli non esitarono e si misero in cammino. Ancora oggi ci sono missionari che non temono di mettere a repentaglio le proprie vite pur di rispondere alla chiamata di Gesù.
Ma cos’è che “spinge” questi uomini? L’amore. Il “motore” è l’amore per Gesù, per la sua Parola. E’ troppo grande la gioia che si prova nel leggere e meditare la parola che… non la si può tenere per sè. La si deve condividere.
Annunciare il Vangelo non è fare proselitismo. Evangelizzare significa testimoniare la Parola di Dio. Mostrare agli altri come si può vivere meglio seguendola. Fare proselitismo, al contrario, implica l’utilizzo di atteggiamenti più aggressivi per imporre, talvolta anche con la violenza, la propria idea. Gesù non ci chiede di fare del proselitismo, ma di evangelizzare: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato” (v. 16). Non dobbiamo imporre nulla. Solo annunciare. Chi ascolta è libero di credere o non credere. Se crederà sarà salvato.
Alcuni segni “accompagneranno quelli che credono” (v. 17). Si tratta di veri e propri miracoli che Dio ha permesso di realizzare agli apostoli: “il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano” (v. 20). Tra i più eclatanti vi sono la risurrezione del giovane Eutico per opera di San Paolo (At 20, 7-12) oppure quella della piccola Tabita operata da San Pietro (At 9, 36-42), la guarigione del paralitico Enea (At 9, 33-35) e molti altri. Leggiamo: “Intanto andava aumentando il numero degli uomini e delle donne che credevano nel Signore fino al punto che portavano gli ammalati nelle piazze, ponendoli su lettucci e giacigli, perché, quando Pietro passava, anche solo la sua ombra coprisse qualcuno di loro” (At 5,14-15).
Grandi prodigi, una forte fede. Sappiamo che Gesù ha compiuto imprese straordinarie. Ora abbiamo visto che anche i primi apostoli operavano meraviglie. E oggi?
E’ proprio vero che oggi Dio non opera più miracoli? Secondo me no. Dio li compie ancora. Siamo noi che non ce ne accorgiamo più. Oggi tentiamo di spiegare tutto con le regole della fisica, senza neppure prendere in considerazione il soprannaturale. Semplicemente rifiutiamo di crederci.
Eppure il Signore è sempre qui, accanto a noi. Ogni giorno ci regala dei “piccoli miracoli” che io chiamo le carezze di Dio dobbiamo solo avere un “granello” di fede per riconoscerli: “Se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile” (Mt 17,20).
Proviamo, questa notte, ad avere almeno un pizzico di fede? E… se ne avremo anche solo poca poca… anche meno di un granellino di senape… scommettiamo che domattina Dio ci regalerà una delle Sue amorevoli carezze?
Signore, io credo: io voglio credere in Te.
O Signore, fa che la mia fede sia piena, senza riserve, e che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare le cose divine e le cose umane.
(Beato Paolo VI)
Questa notte, Gesù, io ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco.
#Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂
Il dipinto di oggi è “L’Ascensione di Cristo”, del pittore inglese Benjamin West, olio su tela 125×86 cm., 1801, Denver Art Museum, USA
Alessandro Ginotta
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