Autore: Alessandro Ginotta

  • Società di San Vincenzo De Paoli: a Biella, da 160 anni al servizio dei poveri

    Il 12 ottobre 1856 veniva aggregata alla sede internazionale di Parigi la prima Conferenza di San Vincenzo De Paoli della Diocesi di Biella ed una tra le prime in tutta Italia. Dedicata a Santo Stefano, la Conferenza era nata ad aprile per iniziativa di un gruppo di amici guidati dal confratello filippino, padre Giuseppe Regis e fu sostenuta dal Vescovo Pietro Losana, che ne fu presidente onorario fino alla morte.

    A Biella come a Parigi, fu proprio l’amicizia tra giovani laici il motore della prima associazione. Come la Francia del 1833 anche il Piemonte del 1856 stava vivendo un periodo di particolare fermento. In un crescendo di avvenimenti, rivolte e sconvolgimenti politici il nostro paese procedeva a grandi passi verso il Risorgimento e l’Unità d’Italia. Nell’Europa dei decenni seguenti capiterà di tutto: si svilupperanno e moriranno regni e imperi; nasceranno e scompariranno regimi politici apparentemente invincibili, guerre, rivoluzioni…

    Mentre la grande storia procedeva in mezzo al fragore di sciabole e cannoni, quella piccola, quella di tutti i giorni andava avanti in silenzio.

    Società di San Vincenzo De Paoli: a Biella, da 160 anni al servizio dei poveri

    A distanza di 160 anni lo spirito del Beato Federico Ozanam e quello degli altri fondatori anima ancora la carità. Sono tantissime le iniziative portate avanti dalle dodici Conferenze di Biella: lotta alla povertà, impegno per alleviare la solitudine delle persone svantaggiate, attenzione verso gli anziani, accoglienza dei migranti, impegno per combattere le dipendenze. Molto apprezzato è anche il servizio di ritiro e consegna di mobili usati, abbigliamento, giocattoli, alimenti e farmaci.

    La ricorrenza verrà ricordata con una giornata di festa che si terrà domenica 16 Ottobre, con il seguente programma:

    • Ore   9,50  – Accoglienza presso la Sede della Conferenza in via Duomo, 7
    • Ore 10,15  – S. Messa in Duomo, celebrata dal Parroco Don Carlo Gariazzo
    • Ore 12,30 – Agape fraterna presso i locali dell’ Oratorio di S. Stefano.
    • Breve memoria della Storia della Società di San Vincenzo e Conferenza di Santo Stefano a Biella.
    • Momento dei Ricordi

    A seguire, Pomeriggio in Allegria, con Piero Torello Pianale musiche, canti e parole per condividere gioia, sensibilità, e affetti.

    Alessandro Ginotta

    Sostieni labuonaparola.it


    Se ti piace questo blog sostienilo. La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità.

    Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!

  • Detenuti e autorità si confrontano sul perdono. Nel carcere di Augusta il premio Castelli

    Detenuti e autorità si confrontano sul perdono. Nel carcere di Augusta il premio Castelli

    Il cuore ha sete di perdono: venerdì 7 ottobre, nel carcere di Augusta, 250 detenuti hanno incontrato le autorità. L’evento organizzato dalla Società di San Vincenzo De Paoli.

    Il perdono è lo strumento più faticoso in assoluto, ma è l’unico che libera chi lo concede da una gabbia di dolore, offrendo a chi lo riceve la chiave del cambiamento per uscire dalla sua.

    Quando ad interrogarsi sul perdono sono gli stessi detenuti del carcere, e quando viene data loro la possibilità di esprimersi, come protagonisti, davanti ad una platea composta da esponenti di rilievo della società civile, del mondo della giustizia e della Chiesa, si percepisce davvero più vicino l’obiettivo di spezzare definitivamente la catena del male.

    Detenuti e autorità si confrontano sul perdono. Nel carcere di Augusta il premio Castelli
    L’occasione è stata la nona edizione del Premio “Carlo Castelli”, il concorso letterario riservato ai detenuti delle carceri italiane, la cui cerimonia conclusiva si è svolta venerdì 7 ottobre nella Casa di Reclusione di Augusta. L’iniziativa è promossa dalla Società di San Vincenzo De Paoli in collaborazione con il Ministero della Giustizia, con il patrocinio di Camera e Senato.

    “Non è stata soltanto la solita premiazione di un bando di concorso – ha dichiarato Antonio Gianfico, Presidente Nazionale della Società di San Vincenzo De Paoli – ma l’occasione per dare voce ai carcerati su un argomento tanto significativo come il perdono”.

    Detenuti e autorità si confrontano sul perdono. Nel carcere di Augusta il premio Castelli
    L’impressione a caldo è che l’evento abbia ampiamente superato le aspettative: si sono incontrati per riflettere insieme oltre cento detenuti, alcuni dei quali in regime di alta sicurezza, più di 150 volontari vincenziani, la stampa e le autorità. Erano presenti anche l’Arcivescovo di Siracusa, Mons. Salvatore Pappalardo; il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Santi Consolo; ed il Direttore della Casa di Reclusione di Augusta, Antonio Gelardi.

    Tra i relatori del convegno “La libertà del perdono” hanno partecipato: Giovanni Bachelet, che tutti ricordiamo per aver perdonato l’assassino del padre Vittorio Bachelet nel 1980; Caterina Chinnici, figlia del giudice Rocco Chinnici, ucciso dalla mafia nel 1983; Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone, che ha trovato la morte nella strage di Capaci del 1992; Angelica Musy, moglie di Alberto Musy, ucciso a Torino nel 2012; Renato Balduzzi, membro laico del CSM ed il giornalista Luigi Accattoli.

    Detenuti e autorità si confrontano sul perdono. Nel carcere di Augusta il premio Castelli
    Alla giuria del premio Castelli sono pervenuti 166 elaborati, provenienti da 80 diversi istituti penitenziari. Le opere finaliste sono state raccolte in un volume dal titolo: “Il cuore ha sete di perdono”. Tre i vincitori: al primo posto il racconto di Diego Zuin “E allora ti chiedi”; al secondo Simone Benenati con “Perdonare: una grazia infinita da dare e ricevere”; al terzo “Notti tra Morfeo e morfina” di Domenico Auteritano.

    A nome di ciascuno dei tre vincitori saranno devoluti: 1.000 euro per finanziare l’acquisto di attrezzature e materiale didattico di un’aula scolastica in India; 1.000 euro per un progetto formativo e di reinserimento sociale di un giovane adulto dell’IPM “Malaspina” di Palermo; 800 euro per l’adozione a distanza di una bambina del Kazakistan per 5 anni.

    Alessandro Ginotta

    Sostieni labuonaparola.it


    Se ti piace questo blog sostienilo. La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità.

    Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!

  • Domenica in campo con Angeli per un giorno

    Domenica in campo con Angeli per un giorno

    Domenica 16 Ottobre 2016 i volontari e gli amici di Angeli per un giorno, attività del Movimento Regnum Christi sostenuta dall’Università Europea di Roma, organizzano “Domenica in campo”, giornata di giochi e divertimento per bambini in situazioni di difficoltà, ospiti di case famiglia e d’accoglienza.

    Circa cento volontari e altrettanti bambini sono pronti a condividere ore spensierate di amicizia ed allegria.

    La giornata inizierà alle ore 10.00 presso l’ASD Don Orione Boreale Roma Nord, in Via della Camilluccia 120.

    Dopo l’accoglienza dei bambini e dei volontari, ci sarà un momento di raccoglimento con la Santa Messa. Seguirà uno spazio dedicato ai giochi liberi in attesa del pranzo. Nel pomeriggio, oltre ai simpatici giochi organizzati dallo staff, atleti professionisti seguiranno i bambini con mini lezioni di scuola calcio e pallavolo.

    Gli “angeli” volontari sono principalmente amici e studenti dell’Università Europea di Roma che, accompagnati e formati da membri del Regnum Christi, già da molti anni, grazie ad Angeli per un giorno, regalano momenti di allegria ai bambini, organizzando pomeriggi di giochi, cinema e sport.

    Molti di questi ragazzi non si limitano ad essere “Angeli per un giorno”, ma portano avanti il loro impegno in modo continuativo. Chi lo desidera, infatti, può prolungare la propria collaborazione con le case famiglia, scegliendo liberamente quanto tempo dedicare ai bambini.

    Un ringraziamento speciale, in questo caso, va all’ASD Don Orione Boreale Roma Nord, che ha l’obiettivo di insegnare ai ragazzi la vera cultura sportiva, ossia la voglia di socializzare e di confrontarsi con i compagni, imparando a misurarsi in modo propositivo con gli altri.

    Per partecipare è sufficiente contattare lo staff di Angeli per un giorno Roma all’indirizzo email roma@angeliperungiorno.it, mentre per conoscere le attività di Angeli per un giorno è possibile seguire i canali social o visitare il sito web www.angeliperungiorno.it

    Domenica in campo con Angeli per un giorno
    Angeli per un giorno nasce nel 2000, dall’incontro di alcuni studenti universitari con una comunità di Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta, che, in un quartiere difficile di Roma, si prende cura dei bambini più poveri dando loro formazione umana e sostenendoli negli studi.

    Oltre al lavoro presso case-famiglia, Angeli per un giorno ha dato vita a giornate speciali fatte di spettacoli, sorprese e giochi per e con i bambini, durante le quali ogni volontario è l’ “angelo custode” di un bambino.

    Sostieni labuonaparola.it


    Se ti piace questo blog sostienilo. La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità.

    Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!

  • Cosa accomuna te (sì, proprio te!) a Giona e a Gesù? Puoi scoprirlo qui…

    Cosa accomuna te (sì, proprio te!) a Giona e a Gesù? Puoi scoprirlo qui…

    + Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,38-42)

    In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».

    Parola del Signore

    Gv 12,44-50

    Un segno. Siamo al capitolo 12 di Matteo. Basta scorrere all’indietro poche pagine dello stesso Vangelo per trovare il racconto di un numero incalcolabile di guarigioni miracolose, demoni scacciati, miracoli eclatanti…

    I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia” (Lc 7,22) eppure… questi scribi e farisei continuano a non sentire e non vedere, non si rendono conto di trovarsi al cospetto del Figlio di Dio.

    Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta” (v. 39). E qual’è il segno di Giona? Nella Bibbia troviamo il libro di Giona che narra le vicende dell’omonimo profeta. E’ un libro molto breve, ma intenso e piacevole da leggere, lo consiglio a tutti. Giona venne chiamato da Dio per andare a profetare nella città assira di Ninive.

    I niniviti erano noti per il loro carattere violento e sanguinario , così Giona, preso dalla paura, pensò di sfuggire al suo destino (ed anche allo stesso Dio) e si imbarcò su una nave diretta dalla parte opposta, per mettere quanta più strada possibile tra sè e la città dove avrebbe dovuto prevedere sventura e distruzione. La nave fu colta da una terribile tempesta; Giona, pentito, capì di esserne la causa, e chiese ai marinai di venire gettato in mare: “Prendetemi e gettatemi in mare e si calmerà il mare che ora è contro di voi, perché io so che questa grande tempesta vi ha colto per causa mia” (Giona 1,12). Dunque Giona non esitò a sacrificare sè stesso per salvare l’equipaggio. E la tempesta si placò.

    Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore suo Dio e disse: Nella mia angoscia ho invocato il Signore ed egli mi ha esaudito; dal profondo degli inferi ho gridato e tu hai ascoltato la mia voce” (Giona 2,1-3).

    Questo Giona… non è un po’ il negativo di Gesù? Ha una missione da compiere, ma anzichè affrontarla con coraggio, come fece Gesù, cercò di fuggire. Però da Dio non si scappa! Così, pentito, decise di sacrificare sè stesso per salvare l’equipaggio della nave. Cristo morì in Croce, Giona fu gettato dalla nave. E… “Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra” (v. 40). Nel ventre della balena Giona “risusciterà”.

    Non era morto il suo corpo, ma lo era il suo spirito. Si credeva debole ed incapace di affrontare il proprio destino di profeta, ma poi capì: “Quelli che onorano vane nullità abbandonano il loro amore. Ma io con voce di lode offrirò a te un sacrificio e adempirò il voto che ho fatto; la salvezza viene dal Signore” (Giona 2,9-10). Nell’Orto degli Ulivi Gesù pregherà così:”Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22,42).

    La salvezza viene dal Signore e qualche volta dobbiamo morire a noi stessi per risuscitare a vita nuova, per trasformarci in un essere migliore: “E il Signore comandò al pesce ed esso rigettò Giona sull’asciutto” (Giona 2,11). Come scrisse San Paolo: “Se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato…” (Romani 8,10). E ancora: “Anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio in Cristo Gesù… Il peccato non regni più nel vostro corpo mortale” (Romani 6,11-12).

    Se noi avremo il coraggio di morire al peccato, di non ascoltare i desideri della carne, di non correre dietro al denaro, di non ascoltare il sussurrare del serpente… allora anche noi “risusciteremo”, anche noi ci trasformeremo in individui migliori, e il Signore ci starà accanto e ci darà la forza di riuscire anche in quelle imprese che credevamo impossibili. Giona, uscito dal ventre del pesce, andò a Ninive e convertì la città. Quale sarà la nostra Ninive? Quale sarà il compito che Dio ha affidato a ciascuno di noi? Convertiamoci, moriamo al peccato e lo scopriremo.

    Come fare? Giona si gettò dalla nave… a noi non è richiesto un simile sforzo, oh no! Dio è estremamente più tenero con noi. Basterà che decideremo di avvicinarci ad un confessionale, ci sarà sufficiente aprire il nostro cuore, riconoscere il nostro peccato, mostrarci pentiti e… Gesù trarrà fuori anche noi dal ventre della balena per donarci una vita nuova, migliore, più intensa, più piena d’amore, più autentica, più piena di fede!

    Cari amici, le domande che oggi vi propongo (e mi propongo) sono: Quando Gesù mi affida un compito io… lo porto avanti con coraggio, oppure, come Giona, tento di nascondermi? Entro spesso nel “ventre della Balena” del mio confessionale? Apro il mio cuore a Gesù come fece Giona con Dio? E quando ne esco, mi sento pronto ad affrontare la missione che mi aspetta?

    Questa notte, Gesù, Ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco! Fa’ che anche loro, come Giona, trovino la forza di seguire la Tua Parola. Fà che anche loro, come Giona, risuscitino e possano convertire la loro Ninive!

    #Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂

    Il dipinto di oggi è “Giona e la balena”, del pittore olandese Pieter Lastman, 1621, olio su tavola, 36×52 cm, Museum Kunstpalast, Düsseldorf, Germania
    Il dipinto di oggi è “Giona e la balena”, del pittore olandese Pieter Lastman, 1621, olio su tavola, 36×52 cm, Museum Kunstpalast, Düsseldorf, Germania

    Alessandro Ginotta

    Sostieni labuonaparola.it


    Se ti piace questo blog sostienilo. La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità.

    Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!

  • Dai detenuti di Saluzzo una colletta per aiutare i terremotati

    Dai detenuti di Saluzzo una colletta per aiutare i terremotati

    Le porte del carcere non fermano la solidarietà: sono stati raccolti 515 euro

    “Spesso la solidarietà mi è stata insegnata proprio dai carcerati che, nonostante tutto, hanno attenzioni particolari verso chi è meno fortunato nella vita”. Sono le parole di Giorgio Borge, delegato carceri dell’Interregionale Piemonte e Valle d’Aosta della Società di San Vincenzo de’ Paoli, che da 26 anni varca i cancelli dei penitenziari per dedicare un po’ del suo tempo libero ai detenuti. E’ nelle sue mani che è stata affidata la somma raccolta, che è stata devoluta in favore delle popolazioni terremotate del centro Italia.

    “In tanti casi – prosegue – mi è capitato di vedere delle persone recluse che si occupano in modo ammirevole di altri detenuti economicamente in difficoltà, che non hanno nulla, magari provenienti dalla libertà e frastornati dall’impatto con il mondo della galera”.

    Sono 80 gli ospiti delle due sezioni di Alta Sorveglianza della carcere di Saluzzo. In molti stanno scontando pene per reati di associazione mafiosa, tra di loro ci sono anche alcuni ergastolani che si trovano ristretti in carcere per reati particolarmente gravi che ostacolano la concessione dei benefici previsti dalla legge, come permessi premio, assegnazione di lavoro all’esterno, o misure alternative alla detenzione.

    Dai detenuti di Saluzzo una colletta per aiutare i terremotati
    “Queste persone – osserva Borge – non hanno nessuna speranza di reinserimento o di progetto futuro”. Tuttavia, proprio da questo ambiente apparentemente così ostile, è partita l’idea di una raccolta fondi da devolvere ai terremotati.

    L’eco di quanto accade nel mondo arriva dentro al carcere attraverso la televisione ed i giornali e viene visto e commentato con gli occhi e la testa “di chi vorrebbe in qualche modo essere parte integrante della società, ma è ben consapevole che gli anni di galera da scontare sono un macigno insormontabile e permette loro di farsi apprezzare solo in poche situazioni”.

    La colletta effettuata è forse anche un messaggio per dire alla comunità esterna: “nonostante tutto ci siamo anche noi!”. E’ questo davvero un bel gesto, che merita di essere condiviso perché ci parla del cuore dell’uomo.

    Il detenuto non necessita soltanto di aiuti materiali, ma anche di attenzione umana, di amicizia, di aiuto a redimersi, a ritrovare se stesso e un giusto ruolo nella società. Per questo gli assistenti volontari penitenziari della San Vincenzo de’ Paoli sono attivi in quasi tutte le regioni italiane ed operano in molte carceri, portando ovunque sostegno morale e materiale. Perché anche in carcere, luogo di emarginazione ed isolamento, l’uomo è capace di amare.

    Alessandro Ginotta

    Sostieni labuonaparola.it


    Se ti piace questo blog sostienilo. La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità.

    Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!

  • Come è nata la preghiera del Santo Rosario? (e… un aneddoto sui pirati…)

    Come è nata la preghiera del Santo Rosario? (e… un aneddoto sui pirati…)

    Se oggi la recita del Santo Rosario per molti di noi è pratica quotidiana (e… quanto fa bene recitarlo! Provateci! E’ fonte di infinite grazie e consolazioni!) lo dobbiamo principalmente a San Domenico di Guzmán (Caleruega, 1170 – Bologna, 6 agosto 1221), sacerdote spagnolo che fu testimone di un’apparizione della Vergine nel 1212: a lui Maria porse una corona del Rosario in risposta alle sue preghiere di fare cessare, in modo pacifico, la pericolosa eresia degli albigesi .

    Tiziano, San Domenico di Guzmán, 1565 ca., Galleria Borghese, Roma
    Tiziano, San Domenico di Guzmán, 1565 ca., Galleria Borghese, Roma

    Ma forse non tutti sanno che… i primi membri della Confraternita del Rosario furono dei pirati… sì! Dei pirati che dopo aver rapito il santo spagnolo ed il suo confratello fra Bernardo, durante una terribile tempesta stavano facendo naufragio con la loro nave.

    Quella notte (era il 25 marzo 1214, Annunciazione di Maria Santissima) la Madonna disse a San Domenico che l’unica salvezza da morte certa per l’equipaggio consisteva nel convertirsi ed aderire alla Confraternita del Rosario (fondata proprio da San Domenico).

    In mezzo agli implacabili flutti del mare e sotto il vento che squarciava le vele e sbalzava lo scafo ormai alla deriva, i pirati si convertirono e si inginocchiarono per recitare il Santo Rosario. Subito la tempesta si placò e l’intero equipaggio si potè salvare. Una bella storia di conversione, un miracolo nel miracolo.

    Scopriamo così che allora, come ai tempi di Gesù (ed anche adesso), talvolta sono proprio i peccatori, in seguito alla loro conversione, a diventare i principali testimoni dell’incredibile amore che Dio riversa su tutti noi. Questo ci insegna a non giudicare mai, a non crederci mai migliori degli altri, ma ad accogliere sempre i nostri fratelli, perchè anche quelli che noi riteniamo peggiori possono diventare strumento per la nostra salvezza.

    O Maria, ripeti questo miracolo anche oggi, intercedi affinchè i potenti, i senza Dio, ed anche chi si è solo smarrito, ritorni a Te, e, attraverso di Te arrivi a Gesù! Ad Jesum per Mariam!

    #Santagiornata amici! La Madonna vi accompagni! 🙂 🙂 🙂

    Forse non tutti sanno come è nata la preghiera del Santo Rosario (e... un aneddoto sui pirati...)

    Il dipinto di oggi è: “La Madonna del Rosario”, olio su tela (384×264 cm) di Lorenzo Lotto, datato 1539 e conservato nella chiesa di San Domenico di Cingoli. Firmato sul basamento sotto il piede della Vergine: “.L.LOTUS.MDXXXIX.”

    Alessandro Ginotta

    Sostieni labuonaparola.it


    Se ti piace questo blog sostienilo. La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità.

    Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!

  • Ma… questo samaritano non è forse Gesù?

    Ma… questo samaritano non è forse Gesù?

    + Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,25-37)

    In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?».

    Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”.

    Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

    Parola del Signore

    “La teoria è quando si sa tutto e niente funziona” è una delle frasi attribuite al celebre scienziato Albert Einstein. Ed è proprio così: spesso la teoria è più facile della pratica… 

    Questo dottore della Legge è un esperto in Scritture. Probabilmente ne conosceva a memoria tutti i versetti… dall’alto (o basso?) della sua conoscenza teorica pretende di mettere alla prova Gesù con una domanda: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?” (v. 25). Vorrebbe metterlo in difficoltà… crede di saperne più di Lui.

    E noi? Qualche volta forse non pretendiamo anche noi di correggere le decisioni di Dio suggerendogli nella preghiera quello che pensiamo sia meglio per noi?

    Nella “pratica” questo samaritano, che “vide e ne ebbe compassione” (v. 33) ha saputo interpretare il volere di Dio meglio del sacerdote e del levita che “videro e passarono oltre” (cfr. vv. 31-32).

    Al tempo di Gesù c’era molta ostilità tra giudei e samaritani, al punto che questi ultimi erano accusati di essere scismatici ed addirittura venivano considerati pagani ed impuri. Eppure… per spiegarci “chi è il nostro prossimo” (cfr. v. 29) Gesù si è servito proprio di unsenza Dio“…

    strada per Gerico
    Un tratto della strada che da Gerusalemme conduce a Gerico

    Cara amica, caro amico… vorresti fare con me un esperimento? Puoi provare ad immedesimarti nel viandante ferito? Solo un istante, non temere, sii forte… è importante:

    Eccoti, stai camminando sulla strada che porta da Gerusalemme a Gerico. La strada è tutta a curve, ed è molto polverosa. Un’interminabile discesa che si snoda le due città e colma un dislivello di oltre 1000 metri. Dietro ad una svolta sono nascosti alcuni malintenzionati. Hanno un coltello. Si avvicinano! Che fare?! Ti circondano e ti minacciano. Paura! Vogliono la borsa con il denaro, la bisaccia con i viveri. Tutto. Anche il mantello di lana. Cerchi di resistere, di nascondere almeno quelle quattro monete che hai in tasca, invece ti strappano anche quelle.

    Ora sei sul ciglio della strada. Hai perso i sensi per qualche minuto. Le ferite ed i lividi ti fanno male e non riesci a rialzarti. Arriva qualcuno! Meno male! Allunghi una mano e chiedi aiuto. Ma che fa? Non si ferma!? “Aiuto signore, la prego!”. Nulla. Non si è fermato. Svieni di nuovo. Troppo caldo. Troppo dolore.

    Altri passi! “Chi è?” un secondo passante. Questo si fermerà di certo! “Mi aiuti, la prego!”. Nulla… anche questo passa senza fermarsi. Non ha neppure rallentato… La gola ti brucia per la polvere. E’ difficile anche solo respirare.

    Infine arriva un terzo viandante. Ma… guarda che abiti, è uno straniero. Non si fermerà neppure lui… Ma no! Si avvicina! “Grazie, grazie signore! Non so come ringraziarla!”.

    Eccolo: si prende cura di te, non sei più solo! Egli ti salva, mette tutto quello che ha con sè a tua disposizione: il vino per disinfettare le tue ferite, l’olio per lenire la tua pelle (cfr. v. 34). Alcune bende per medicarti.

    Fin qui… cari amici, probabilmente anche noi ci saremmo fermati a soccorrere un ferito lungo la strada… ma il samaritano fa di più, non si limita a “tamponare” le ferite. Fatte le fasciature ti solleva, ti prende sulle sue spalle e ti trasporta all’albergo, dove potrai riposare e guarire completamente. Paga per te il conto all’albergatore e promette altri soldi perchè anche lui ti assista. 

    Bene. Ora mi chiederai: “perchè mi hai fatto soffrire nei panni del viaggiatore aggredito?”. Io spero di non averti causato troppo dolore, ma vorrei ancora chiederti una cosa:

    Quale sensazione hai provato quando il samaritano si è fermato ad aiutarti? Gratitudine, suppongo. Molto sollievo, credo. Forse un po’ di stupore. Ebbene: proprio il samaritano, il “senza Dio”, lo straniero, è quello che ci è stato più vicino.

    Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?” (v. 36) chiede Gesù. “Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così»” (v. 37).

    Qualche volta, cari amici, l’aiuto arriva da dove meno ce lo aspettiamo.

    Questo buon samaritano non assomiglia un po’ a Gesù? Egli ha avuto compassione (cfr. v. 33 e Mt 20,34) di noi; ci ha unti con l’olio, segno del perdono che sana le nostre ferite (cfr. v. 34 e Isaia 1,6); le ha medicate con il vino (cfr. v. 34 e Mt 26,27; Romani 5,9); ci ha caricati sulle sue spalle portando le nostre infermità (cfr. v. 34 e Isaia 53:4-6); si è preso cura di noi (cfr. v. 34 e Gv 17,9); infine ci ha condotti al sicuro all’albergo, alla Chiesa perchè ci accolga (cfr. v. 34 e Gv 21,17); e infine ci ha promesso il suo ritorno (cfr. v. 34 e Mt 25,31).

    E’ proprio Gesù questo samaritano! Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi” (Mt 25,35-36). Se Gesù si traveste da “samaritano”, quindi da straniero… meditiamo, amici, prima di scacciarlo; perchè potrebbe essere proprio uno straniero colui che ci salverà la vita nel momento del bisogno.

    Questa notte, Gesù, Ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco! Soccorrili! Sana le loro ferite con l’olio della consolazione, con il vino della salvezza! Custodiscili sempre nel tuo albergo!

    #Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂

    Ma... questo samaritano non è forse proprio Gesù?
    Il dipinto di oggi è “Il Buon Samaritano” opera del pittore olandese noto come “Maestro del Buon Samaritano”, 1537, olio su pannello di legno, 73 x 85 cm., Centraal Museum di Utrecht. Olanda

    Alessandro Ginotta

    Sostieni labuonaparola.it


    Se ti piace questo blog sostienilo. La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità.

    Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!

  • Assemblea del Coordinamento Interregionale Piemonte Valle d’Aosta – Pianezza – 9 ottobre 2016

    Assemblea del Coordinamento Interregionale Piemonte Valle d’Aosta – Pianezza – 9 ottobre 2016

    Domenica 9 Ottobre 2016 si terrà la consueta Assemblea del Coordinamento Interregionale Piemonte Valle d’Aosta della Società di San Vincenzo de’ Paoli a Villa Lascaris, Via Lascaris 4, Pianezza (TO)

    Durante questa giornata avremo l’occasione di riflettere e pregare insieme ancora una volta. Questo momento di comunione è importante per rinnovare il nostro senso di appartenenza all’associazione e per confrontarci su temi importanti. Rifletteremo sul come improntare la relazione nel nostro essere Vincenziani.

    Inoltre nella giornata verrà a trovarci Antonio Gianfico, il neopresidente nazionale.

    Nel pomeriggio avremo modo di rivedere i progetti dei 4 Assi presentati vincitori l’anno scorso. Inoltre ci sarà l’opportunità di una piccola riflessione sul lavoro dei Vincenziani in carcere.

    Il programma della giornata:

    08.45 Registrazione
    09.00 – 09.30 Lodi
    09.30 – 09.45 Introduzione alla giornata del Coordinatore Interregionale
    09.45 – 10.15 La relazione tra cielo e terra come strumento di misericordia (Padre Gerry)
    10.15 – 10.45 La relazione tra ACC e Conferenze – strumento di crescita (Bersano Giovanni)
    10.45 – 11.00 Pausa caffè
    11.00 – 11.15 Presentazione referente ufficio stampa dell’interregionale
    11.15 – 11.45 La relazione verso i poveri come strumento di… (Giuseppe Milanesi)
    11.45 – 12.00 Discussione
    12.00 – 12.30 DATA BASE Ozanam 2.0 – reportistica (Massimiliano Orlandi)
    12.30 – 14.30 Pranzo (13,00 €da prenotare! )
    14.00 – 14.30 Comitato direttivo interregionale (solo per presidenti ACC o loro delegati)
    14.30 – 15.00 Saluto del Presidente Nazionale (Antonio Gianfico)
    15.00 – 15.15 Presentazione della referente politiche giovanili (Federica Gisonno) e linee di azione
    14.15 – 15.30 Stato avanzamento progetti di miglioramento breve sintesi dei progetti premiati (Emanuela Orlandi)
    15.30 – 16.00 Progetto carceri – la relazione efficace tra amministrazione penitenziaria, S. Vincenzo e le associazioni di volontariato sul territorio (Giorgio Borge)
    16.00 – 17.00 Santa Messa

    Inquadra il QR-CODE con il tuo smartphone e conferma la tua partecipazione all’evento!Inquadra il QR-CODE con il tuo smartphone e conferma la tua partecipazione all'evento!

     

    Sostieni labuonaparola.it


    Se ti piace questo blog sostienilo. La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità.

    Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!

  • Trasmettere i valori di generazione in generazione

    Trasmettere i valori di generazione in generazione

    “Trasmettere i valori di generazione in generazione” è il tema dell’incontro, organizzato da “Crescere in Famiglia”, che si terrà domenica 2 ottobre 2016, alle 17,00, nella sede dell’Università Europea di Roma e dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum (APRA) in via degli Aldobrandeschi 190.

    Interverrà Guido Traversa, Professore di Filosofia morale all’Università Europea di Roma e coordinatore accademico e docente del Master in consulenza filosofica e antropologia esistenziale dell’APRA.

    L’incontro, con ingresso libero, fa parte delle attività della Settimana della Famiglia 2016, promossa dal Forum delle Associazioni Familiari del Lazio insieme al Vicariato, Centro per la Pastorale della Famiglia della Diocesi di Roma.

    Nel mondo di oggi sembra sempre più difficile riuscire a comunicare ideali e valori ai giovani. All’educazione della famiglia si aggiungono spesso i tanti messaggi lanciati dai mezzi di comunicazione: televisione, internet, social network, musica, riviste per ragazzi.

    I mass media possono essere una risorsa preziosa per i giovani se ben utilizzati. Se, invece, sono utilizzati in modo non corretto, rischiano di diventare “educatori supplenti” e prendono il posto della famiglia.

    I genitori, a volte, sono impegnati nel lavoro e non riescono a trascorrere tempo sufficiente con i propri figli. In molti casi sono i nonni a doversi occupare dell’educazione dei nipoti, con la loro saggezza ed esperienza.

    In questo clima di difficoltà, il buon esempio dato in famiglia è quello che conta. E’ la strada più importante da percorrere, per cercare di accompagnare i giovani e trasmettere loro i valori fondamentali che sono scritti nel cuore di ogni essere umano: l’amore, la solidarietà, l’amicizia, la cultura dell’incontro, del dialogo e dell’accoglienza degli altri, come pure la sincerità, la fortezza, l’equilibrio che si possono sviluppare per farli crescere più forti e consapevoli. (cfr. il libro “Tieni la rotta”, Strumenti per educare i figli ai valoridi Pilar Varela e Lourdes Santos, Effatà Editore per Crescere in Famiglia)

    L’obiettivo dell’incontro è suscitare dibattito, proporre spunti di riflessione e offrire strumenti concreti da riportare nelle proprie realtà.

    Di questo si parlerà nell’incontro organizzato da “Crescere in Famiglia”, in un’atmosfera amichevole da “caffè in famiglia”, con nonni, genitori e figli.

    Per informazioni: Tel. 06 665431

    Sostieni labuonaparola.it


    Se ti piace questo blog sostienilo. La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità.

    Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!