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Alessandro Ginotta

Cinquantaquattro anni, scrittore, comunicatore, blogger e podcaster; sono caporedattore della rivista “Le Conferenze di Ozanam” e presidente di UCSI Piemonte (Unione Unione Cattolica Stampa Italiana). Mi piace organizzare convegni in ogni parte d’Italia e, a giudicare dalle richieste, sono piuttosto portato per presentare i libri degli amici.

A che serve disperarsi?

Nel commento al Vangelo della Passione, viene esplorata la natura umana tramite le figure di Pietro e Giuda, simboli di fragilità e disperazione rispettivamente. Pietro nega Cristo, ma il suo pentimento lo riavvicina a Dio. Diversamente, Giuda s’abbandona alla disperazione, perdendo ogni speranza. Si enfatizza l’importanza di non disperare e mantenere la fede in Dio, la vera luce nelle tenebre.

A che serve disperarsi?

Perché Gesù lava i piedi ai discepoli?

Un viaggio nello spazio e nel tempo ci porta al primo atto di Eucarestia, dove Gesù si umilia a lavare i piedi ai suoi discepoli, incluso Giuda. In questo gesto, si insegna l’amore e il servizio disinteressato. La brocca d’acqua diviene simbolo del servizio e dell’amore che supera il tempo ed è presente ancora oggi, chiamandoci a seguirla nell’amore reciproco, testimoniando valori puri e genuini con gesti di carità e fedeltà alla Parola.

Perché Gesù lava i piedi ai discepoli?

L’inferno? Costa 30 monete d’argento!

Il Paradiso, offerto gratuitamente dal Cristo al buon ladrone, contrasta con il tradimento di Giuda, che per 30 monete d’argento, perdette la sua anima. Mentre il buon ladrone entra nel regno dei cieli con una semplice supplica, Giuda cede alla disperazione. L’autore riflette sul valore profondo dell’amore e della salvezza rispetto al materialismo, sottolineando che Dio è con noi, nonostante la nostra tendenza a privilegiare i beni di questo mondo.

L'inferno costa 30 monete d'argento...

Prima che il gallo canti. Il tradimento

Il commento riflette su tre tradimenti durante l’Ultima Cena e le loro conseguenze. Giuda, che detiene la cassa comune, tradisce con disperazione e senza pentimento. Pietro nega Gesù, ma poi accoglie il suo perdono e amore. Gli apostoli abbandonano Gesù, riconoscendo l’errore in seguito. Questo invito al pentimento e alla speranza nel perdono di Dio esorta a non rifiutare il suo amore, come fece Giuda Iscariota, focalizzandoci piuttosto sulla redenzione offerta come quella accettata da Pietro.

Prima che il gallo canti. Il tradimento

Dalle stelle alle stalle

Il proverbio “dalle stelle alle stalle” cattura l’essenza del Vangelo, descrivendo l’umile nascita e la sofferenza di Gesù, che, pur essendo divino, vive tra gli emarginati. Simboleggia l’amore gratuito di Dio e l’invito a vedere il mondo con occhi di misericordia, ribaltando la prospettiva umana con la speranza della risurrezione.

Dalle stelle alle stalle

Cambiamo prospettiva: saliamo sulla Croce!

Attraverso un’immedesimazione nella passione di Gesù, il commento sottolinea come la crocifissione sia l’espressione dell’amore incontenibile di Dio. Cita il riflesso di questo atto nei nostri peccati quotidiani, ma enfatizza il perdono divino. La morte sulla croce sfocia nella Risurrezione, simbolo di speranza e amore eterno che accompagna ancor oggi la vita di ogni individuo.

Per cambiare prospettiva: saliamo sulla Croce

Perché esiste il male nel mondo?

La sofferenza e il male mondano sono interpretati come conseguenze del peccato originale e della scelta del demonio che hanno rovinato l’armonia cosmica. L’autore delibera su tali questioni tramite la meditazione e la fede, indicando che Dio, attraverso la sofferenza di Cristo, offre una via di salvezza e la possibilità di unirsi a Lui nella sofferenza, pur non comprendendo pienamente il mistero divino. Il male, per l’autore, è assenza di amore e scelta consapevole di allontanarsi da Dio.

Perché esiste il male nel mondo?