“I giornali cristiani, dei quali noi non facciamo eccezione, preoccupati principalmente delle speranze o dei pericoli della fede, hanno dato troppo poco spazio a tutto quanto concerne la carità“. Potrebbero sembrare parole pronunciate oggi, invece è quanto scriveva il Beato Federico Ozanam, giornalista e professore universitario, fondatore della Società di San Vincenzo De Paoli, in un articolo pubblicato sull’Ère nouvelle nel 1848. Un pensiero sorprendentemente attuale che è stato al centro dell’incontro “Carità e Media” che si è tenuto sabato 11 novembre 2017: quattordici giornalisti tra le firme più autorevoli della stampa italiana si sono confrontati con i volontari della Società di San Vincenzo De Paoli, attorno ad una tavola rotonda grande come il mondo intero.
Cinque città da un capo all’altro dell’oceano collegate tra di loro attraverso un sofisticato sistema di videoconferenza: Torino, Roma, Napoli, Milano e Brasilia. A Torino, in una grande sala che ha accolto 280 persone, erano presenti Alessandra Ferraro della RAI, il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, il vaticanista di La Stampa Andrea Tornielli, il direttore di Famiglia Cristiana don Antonio Rizzolo insieme al collega Alberto Chiara, il direttore della testata TGR RAI Vincenzo Morgante, Marina Lomunno e Luca Rolandi di La Voce e Il Tempo. A Roma, il Presidente della Federazione Nazionale Antonio Gianfico ha ospitato il direttore della rivista “La Civiltà Cattolica”, il gesuita padre Antonio Spadaro SJ, consultore del Pontificio Consiglio della Cultura e di quello delle Comunicazioni Sociali insieme a Carlo Climati, direttore del Laboratorio di comunicazione dell’Università Europea di Roma. Dalla sede del CSV di Napoli con Monica Galdo della Federazione Nazionale è intervenuto Francesco Gravetti di Il Mattino e Comunicare il Sociale. Dalla sede del Corriere della Sera di via Solferino a Milano ha risposto alle nostre domande il Direttore Luciano Fontana. Da Brasilia è intervenuto il Presidente Generale della Società di San Vincenzo De Paoli, il giornalista Renato Lima de Oliveira.
Il Coordinatore Regionale Marco Guercio ha aperto i lavori con il discorso che riportiamo di seguito:
Signore e signori, confratelli e consorelle, giornalisti e autorità pubbliche, colleghi del terzo settore, a voi tutti buon pomeriggio e benvenuti a Media e Carità.
Ma perché abbiamo scelto come tema di questa giornata i Media e nn solo giornali, tv o radio e soprattutto perché Carità e non solo solidarietà?
Viviamo in una Società che evolve velocemente e non sempre l’uomo è capace di stare al passo con questi cambiamenti. Roberto Cingolani (direttore scientifico dell’Istituto Italiano Tecnologico di Genova) in un’intervista a otto e mezzo di qualche giorno fa ha dichiarato che se fosse uscito dal suo ambito lavorativo, probabilmente in pochi anni avrebbe perso le sue competenze specialistiche.
La Società in cui viviamo negli ultimi 30 anni è cambiata radicalmente: per incontrare e parlare con qualcuno trent’anni fa scendevi ai giardini, ti davi un appuntamento, telefonavi a casa …, oggi mandi un audio su whatsapp e poi aspetti il messaggio di ritorno.
Le modalità e gli strumenti attraverso i quali oggi curiamo le relazioni sociali non sono più quelle del passato e probabilmente nei prossimi 10 anni cambieranno ancora in modo significativo.
Come Cristiani, ma soprattutto come confratelli e consorelle della Società di S. Vincenzo de Paoli da 150 anni, siamo chiamati ad occuparci e a vivere la Carità anche educando alla Carità la Società in cui viviamo. Tutto ciò ritengo sia indispensabile affinché venga mantenuta quell’attenzione all’ultimo che ha caratterizzato in passato i nostri territori. Ma questo processo di educazione che un tempo poteva essere delegato almeno in parte alla vita parrocchiale oggi necessita di altri strumenti di “contaminazione sociale” in grado di toccare i cuori delle persone.
Siamo chiamati ad occuparci di Carità intercettando le povertà storiche e le nuove povertà con strumenti nuovi che si affiancano a quelli ormai consolidati. Ad esempio oggi i nomi delle persone che necessitano di un nostro supporto arrivano alle conferenze attraverso le parrocchie, i centri d’ascolto, il passa parola. Da questo contatto iniziale poi parte la prima visita domiciliare e l’analisi del bisogno. Ma in futuro, considerando l’evoluzione della dematerializzazione dei rapporti, quali saranno le vie attraverso le quali intercetteremo le povertà: esisterà una “app” da scaricarsi gratuitamente sullo smartphone che in funzione del bisogno ti indirizza al centro di assistenza più corretto?
Siamo chiamati inoltre ad occuparci di Carità finanziando i progetti di emersione dalla povertà sempre meno con contributi pubblici e sempre più con fondi privati reperiti attraverso la partecipazione a bandi delle fondazioni private o con raccolte che devono superare i confini della conoscenza diretta (sagrato della Chiesa) arrivando alla costruzione o di reti di collaborazione (tessuto economico lavorativo/terzo settore/governo locale) o con raccolte fondi via internet o televisive.
Naturalmente io oggi non ho una risposta a tutte queste domande ma queste esigenze fondamentali per continuare a fare la Carità nello spirito del nostro fondatore Federico Ozanam, ossia quali siano le nuove vie di contaminazione alla Carità per coinvolgere nuovi uomini e nuove donne a questa vocazione, quali le nuove tecnologie di comunicazione da poter utilizzare nell’esercizio della stessa ed infine quali i nuovi strumenti di finanziamento, sono state lo stimolo per creare questa giornata che fin da subito è stata pensata come una giornata di studio.
E quindi, ecco, il tema “Media e Carità” è l’esigenza di mettere a confronto giornalisti e professori universitari con addetti del terzo settore e della Politica, per comprendere quali saranno i futuri strumenti della Carità.
In conclusione invito gli oratori che mi seguiranno, ma anche voi tutti attraverso le domande che vorrete porre a loro, ad essere propositivi e innovativi (Steve Jobbs avrebbe detto siate affamati e pazzi), affinché da questa giornata possano nascere se non i nuovi strumenti per la CARITA’ del domani almeno gli indirizzi per svilupparli.
Buon lavoro e grazie
Marco Guercio
Coordinatore Interregionale Piemonte e Valle d’Aosta
Società di San Vincenzo De Paoli
Alessandro Ginotta
Ufficio Stampa del
Coordinamento Interregionale della
Società di San Vincenzo De Paoli
Le fotografie della sala di Torino sono di Carlo Cretella (Il Videogiornale) e Renzo Bussio (La Voce e il Tempo)
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