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Perché Dio ci permette di sbagliare?

la casa sulla roccia

La libertà. Questa parola che oggi è sulle bocche di tutti, è anche nel cuore di Dio. Dio è così rispettoso della nostra libertà che ci permette perfino di sbagliare… vediamo perché:

Il mio in(solito) commento a:
Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli (Mt 7,21.24-27)

Di libertà ho parlato molto nei miei libri. Quante volte, nella nostra vita, ci siamo trovati di fronte ad un bivio? Forse qualcuna. Forse troppe. Forse tutti i giorni, od anche più volte al giorno. In ciascuna di queste occasioni operiamo una scelta. Esercitiamo il nostro libero arbitrio. Il dono più bello e più grande che Dio ci potesse fare, dopo la vita. Perché l’amore che Dio prova per noi è talmente grande da concederci la libertà più ampia. Perfino la libertà di sbagliare.

Perché Dio è rispettoso delle decisioni dell’uomo. Non interferisce con la nostra volontà. Fin dalle prime righe della Bibbia, il Signore ci ha messi di fronte ad una scelta, libera e consapevole:  il consumare il frutto dell’albero del bene e del male (cfr. Genesi 2,16). Non avrebbe forse potuto impedire che Adamo ed Eva assaggiassero il frutto proibito? E così via, pagina dopo pagina, leggiamo la storia di un popolo di dura cervice (cfr. Esodo 32,7) che si intestardisce nella disobbedienza, sotto l’occhio amorevole ed indulgente di un Dio che, semplicemente, ama troppo la sue creature per poter togliere loro la libertà di decidere.

Dio ci ha creati amandoci per primo, ed ha sempre sperato, e spera ancora ora, che in qualche modo noi saremo in grado di amarlo a nostra volta. Ma, rendendoci liberi, Egli ha limitato la sua stessa libertà. Ecco che Dio, che ci ha dotati di libero arbitrio, non interferisce nelle nostre decisioni. Ecco il grande amore di Dio, un amore che arriva fino a permettere quello che noi non comprendiamo, quello che contrasta con il suo disegno iniziale: il male. Dio ci concede perfino di scegliere la strada sbagliata. Perché ci vuole liberi. Perché ci ama.

E, tra le tante scelte sbagliate che possiamo commettere, c’è quella di allontanarci da Lui, dal Dio che ci ama più di ogni altra cosa. E’ come se, per noi, Dio non ci fosse. Ma senza Dio non c’è un punto fermo. Manca un orizzonte, un luogo verso cui tendere. Senza Dio l’uomo vaga nel deserto della desolazione, in preda all’ansia ed alla paura.

Così arriviamo alla parabola di oggi: la casa sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia. E’ facile fabbricare sulla sabbia: non occorre scavare, basta poggiare sopra mattone su mattone. Potremo perfino realizzare un’abitazione ampia e spaziosa, impreziosendola con le più belle decorazioni. Ma, senza fondamenta, la casa così costruita, rischierà di crollare al primo maltempo: “Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande” (v. 27).

Così è la nostra vita quando ci allontaniamo da Dio. Per qualche tempo potrà anche sembrare buona e bella da vivere, ma, alle prime difficoltà, tutto ci crollerà addosso. E ci troveremo senza un tetto, senza un riparo. Peggio ancora, il nostro orgoglio ci impedirà di accettare proprio quell’aiuto che Dio ci offre. Sprofonderemo.

Poi c’è chi decide di fermarsi a riflettere e di costruire la propria vita su solide basi: quelle del Vangelo, quelle dell’amore, quelle dell’ascolto e della vicinanza, quelle dell’attenzione verso gli altri. Quelle di chi ha scelto di non esasperare la propria libertà, arrogandosi il diritto di compiere qualsiasi cosa, ma di farsi guidare dalla Parola e di permettere a Gesù di rialzarci, nel momento del bisogno.

Se la nostra vita sarà fondata su queste basi, allora potrà superare tutte le avversità e non crollerà mai: “Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia” (v. 25).

Perché, se nella mia vita non c’è Dio, io non sarò in grado di superare le difficoltà impreviste. Non avrò una roccia alla quale potermi ancorare nei momenti difficili. Ma se nel mio cuore ci sarà spazio per Dio, allora:

“Non temere, perché io sono con te;
non smarrirti, perché io sono il tuo Dio.
Ti rendo forte e anche ti vengo in aiuto
e ti sostengo con la destra vittoriosa”

(Isaia 41,10)

E ancora:

“Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;

su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni”

(Salmo 22)

#Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Gesù Buon Pastore” di di Cristóbal García Salmerón, olio su tela, 17° secolo, 141x107cm, Museo del Prado, Madrid

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