Oggi incontreremo Gesù, “elettricista” dell’anima.
Il mio in(solito) commento a:
La lampada viene per essere messa sul candelabro (Mc 4,21-25)
Gesù ci affida questo arduo compito: dare un senso alla nostra vita e trasformarla in testimonianza. Spesso ci lamentiamo perché le esistenze che conduciamo ci paiono vuote. Ci sentiamo smarriti e l’ago della nostra bussola sembra tremare senza riuscire a indicare una direzione precisa. Così ci trasciniamo stancamente. Ci manca il sapore: ci manca il sale. E, sempre stanchi e tristi, ci sentiamo spenti: ci manca la luce.
Dentro al cuore di ciascuno di noi brilla una scintilla di Dio: la nostra anima.
In alcuni questa luce è più luminosa: santi, beati, donne e uomini comuni la cui fede è una forte lampada che rischiara non soltanto il loro cammino, ma anche quello di chi gli sta accanto. In altri il dolore, la sofferenza, le esperienze della vita, hanno alzato una cortina di fumo attorno a questa scintilla che, pur continuando ad ardere, dall’esterno appare troppo fioca.
Ma al di là di questa nube, più o meno densa, ciascuno di noi ha dentro di sé una piccola fiammella che viene da Dio. Anzi, che è parte di Dio: “Rimanete in me e io in voi” (Giovanni 15,4) ci raccomanda Gesù. Il filosofo neoplatonico Plotino sosteneva che l’anima umana è come una scintilla di divinità dentro di noi. Un’anima che desidera ardentemente riunirsi con Dio: “Voi siete dei, siete tutti figli dell’Altissimo” (Salmo 82,6).
Sì, per quanto possiamo essere ladri come San Disma, il “buon ladrone” (cfr. Luca 23, 39-4), per quanto possiamo essere disonesti come Zaccheo (Luca 19,1-10), o peccatori come il figliol prodigo (cfr. Luca 15,11-32), oppure impuri come la samaritana (cfr. Giovanni 4, 1-26), dentro ciascuno di noi sopravvive una parte che ci spinge a cercare Dio. Sì, perché l’anima è inquieta e trova pace soltanto in Lui.
Ricordo una casa di montagna, dove ero solito trascorrere l’estate durante l’infanzia. All’epoca i temporali erano piuttosto frequenti e rammento che, spesso, dopo un fulmine, veniva a mancare, per qualche tempo, la corrente elettrica. Allora accendevamo una candela che stava dentro una grande ampolla in vetro sorretta da un candeliere.
La fiamma, danzando, illuminava la stanza quel tanto che bastava per potersi muovere. Ma… quando dovevamo muoverci e portare il candeliere con noi, poteva accadere che, inavvertitamente, la fiamma andasse a toccare il vetro dell’ampolla annerendolo. E così il vetro, diventato scuro ed opaco, non permetteva più alla luce di attraversarlo, e tutto attorno tornava ad essere buio.
Ecco quello che accade alla nostra anima: dentro al nostro cuore brilla una fiammella che arde del fuoco dell’amore di Dio. I nostri peccati, però, a poco a poco, depositano una patina di fumo e polvere sulle pareti della nostra anima e… dal nostro cuore non esce più luce sufficiente ad illuminare il nostro cammino. E così attorno a noi tutto si fa più buio. Non permettiamo ai nostri peccati di riportare l’oscurità attorno a noi, ma cerchiamo sempre di brillare della luce dell’amore di Dio!
E… non solo dobbiamo custodire quella fiammella, che Dio stesso ha posto dentro di noi, ma dobbiamo fare in modo che, da quella scintilla, ne scocchino sempre altre, capaci di riaccendere il fuoco dentro chi, attorno a noi, non ha potuto prendersi cura della propria luce. Perché se è vero che il peccato può lasciarci al buio… sarebbe un peccato ben più grave lasciare gli altri senza luce.
Questo ci viene richiesto da Dio: lasciar brillare la nostra anima e diventare esempio per chi ci sta accanto. Perché la luce di Dio rischiari sempre le tenebre del mondo.
Mi piace chiudere con la preghiera di San Paolo:
“Chiedo a Dio di illuminare gli occhi della vostra mente e di farvi comprendere a quale traguardo di speranza egli vi chiama, quale grandiosa ricchezza di gloria egli ha preparato per quelli che sono suoi, e l’immensa potenza con la quale ha agito per noi che crediamo in lui. È la stessa energia e forza onnipotente che Dio ha mostrato quando ha risuscitato Cristo dalla morte e lo ha portato nel mondo celeste e gli ha dato potere accanto a sé” (Efesini 1,18-20).
#Santanotte amici cari. Dio ci ha affidato la luce, sta a noi tenerla ben alta per illuminare la strada, per noi e per chi cammina insieme a noi. Dio, che illumina il vostro cuore, vi benedica e vi custodisca sempre nel suo amore 🙂 🙂 🙂
Alessandro Ginotta
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