Che cosa dobbiamo fare? E’ la domanda che riecheggia dentro ciascuno di noi
Il mio in(solito) commento a:
E noi che cosa dobbiamo fare? (Luca 3,10-18)
«Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto», rispondeva San Giovanni il Battista alle folle che gli chiedevano: «Che cosa dobbiamo fare?».
«Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato», replicava ai pubblicani (esattori delle tasse) che in quel tempo vessavano la popolazione con balzelli gonfiati, più per riempire le loro tasche che le casse dello stato.
«Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe», rispondeva ai soldati che lo interrogavano: «E noi, che cosa dobbiamo fare?».
E noi, qui ed ora, che cosa dobbiamo fare? Che cosa ci chiede Gesù? Come possiamo fare “la nostra parte” per edificare il Regno dei Cieli?
Dobbiamo diventare noi stessi pagine viventi di Vangelo, perché Gesù ha bisogno di noi! Ha bisogno di persone sincere che, con la propria vita, diano il buon esempio. Persone assolutamente normali che conducono esistenze normali. Ma che nella loro quotidianità esprimano quei valori, quel modo di agire, quel modo di comportarsi, che Gesù ci ha sempre insegnato.
Ecco che proprio uno studente, un operaio, un fornaio, un medico… sì, proprio ciascuno di noi, si può trasformare in una pagina vivente di Vangelo nel momento in cui ne incarna i contenuti. A queste persone normali, a noi, Dio ha fatto un dono. Ci sarà chi ha la capacità di parlare e convincere chi lo ascolta, chi ha la capacità di scrivere sapendo rapire l’attenzione del lettore, chi ha la capacità di curare determinate malattie, chi ha la capacità di amare, anche nelle situazioni più estreme, e così via… interroghiamoci, amici cari: qual è il dono che Dio mi ha fatto? Quale talento mi chiede di usare, di mettere a frutto, per fare del mio meglio ed aiutare il prossimo? La risposta a questa domanda contiene una certezza: qualsiasi sia il seme che Dio ha posato in me, il mio dovere è quello di farlo germogliare, crescere e fruttificare.
Ecco che, anche oggi, come duemila anni fa, ci sono persone inviate da Dio (noi) nelle strade del mondo. Ecco che proprio noi dobbiamo farci portatori della Buona Novella non solo predicando… no… quello lo san fare tutti o quasi, ma… agendo. Con le nostre azioni, con il nostro vivere comune, noi possiamo davvero fare breccia nel cuore di chi vive lontano da Dio. Così la nostra vita si trasformerà in una splendida pagina vivente di Vangelo: un esempio per tutti!
Ecco il talento che tu, cara amica e tu caro amico che stai leggendo queste righe, non puoi proprio tenere nascosto!
#Santanotte amici. Dio ha bisogno di noi. Non lo deludiamo sotterrando i nostri talenti, ma mettiamoli a frutto per il bene nostro e di tutta l’umanità. Dio vi dia la forza di farlo e benedica il vostro futuro!
Alessandro Ginotta
Sostieni labuonaparola.it
Se ti piace questo blog sostienilo. La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità.
Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!
Vuoi ricevere i commenti di La buona Parola nella tua e-mail?
Iscriviti alla newsletter: è gratis e potrai cancellarti in ogni momento!