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Che cosa sognò San Giuseppe?

Che cosa sognò San Giuseppe?

Gesù è un migrante, venuto da lontano: la vita del Figlio di Dio venuto sulla terra per stare in mezzo a noi inizia con una fuga. Un lungo viaggio scandito da tre sogni.

Il mio in(solito) commento a:
Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto (Mt 2,13-15.19-23)

Sì, Gesù fugge, custodito da Giuseppe e da Maria. Ma il suo percorso non parte da una sperduto villaggio di montagna, dove non c’era neppure un albergo disponibile. No, il suo viaggio inizia dall’alto dei cieli. Ci siamo mai chiesti che cosa lo abbia spinto a scendere sulla terra per incarnarsi in un Bambinello adagiato in una mangiatoia? Ci siamo domandati perché Gesù abbia scelto di camminare tra deserti e strade polverose, assalito da frotte di ammalati, affamati, indemoniati? Che cosa lo ha indotto a condividere con noi sete, fame e stanchezza? A sopportare soprusi e tradimenti, la tortura e un’ingiusta condanna a morte?

L’amor che move il sole e l’altre stelle (Paradiso, XXXIII, v. 145) è l’ultimo verso del Paradiso della Divina Commedia di Dante Alighieri. Ma è anche un ottimo suggerimento per la risposta che cerchiamo. È l’amore che spinge Gesù a scendere sulla terra. Ecco il mistero di Dio, talmente innamorato dell’uomo da farsi Uomo, per venire a vivere insieme a noi!

Dunque Gesù è un migrante dei cieli, prima ancora di diventare un migrante sulla terra. E, mentre la sua forma bambina non gli permette ancora di prendere delle decisioni (non perché non sia in grado di farlo, ma perché rispetta le debolezze della vita umana e, come ogni infante, lascia che siano i genitori a fare le scelte per lui) un Angelo istruisce San Giuseppe, suo padre putativo: “Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto” (vv. 13-14). Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino» (v. 20). Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea “e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno»” (v. 23).

Ecco che un Angelo comunica in sogno con San Giuseppe e gli fornisce precise informazioni per salvare Gesù e la sua Famiglia umana. Il teologo austriaco Peter Ludwig Berger, nel suo libro “Il brusio degli Angeli” definisce l’Angelo come il guardiano della soglia, l’intermediario tra due mondi, quello visibile e quello invisibile. Le creature angeliche sono emissari di Dio inviati per aiutarci a comunicare con Lui, ad ascoltare i suoi consigli, quando la nostra limitatezza terrena non ci permette di farlo.

È fondamentale ascoltare gli Angeli, perché anche nei nostri sogni si avvicinano per aiutarci, per proteggerci, per farci sentire quell’amore, che viene da Dio. Un Dio che ha lasciato i cieli per noi. Un Dio che si è fatto migrante e fuggiasco, per camminare e vivere insieme a noi.

#Santanotte. Dormi bene ed ascolta il tuo Angelo. Domani la tua vita sarà migliore!

Alessandro Ginotta

López Portaña, Vicente
Il dipinto di oggi è: “Il sogno di San Giuseppe” di Vicente López Portaña, 1805, olio su tela, 187×118 cm, Museo del Prado, Madrid

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