Guerre, tensioni politiche e sociali, caduta di valori. Che tempo stiamo vivendo? Ti sembrerà strano, ma io ti dico che stiamo vivendo un tempo prezioso, che non possiamo permetterci di sprecare. È il tempo per compiere il bene, per riscattarci dal buio del peccato, per arrampicarci sugli alberi e scoprire Dio.
Il mio in(solito) commento a:
Sapete leggere i segni del cielo e della terra, eppure questo tempo non sapete riconoscerlo (Luca 12,54-59).
Sono passati 2000 anni da quando Gesù ha pronunciato queste parole. Due millenni in cui l’umanità ha compiuto incredibili progressi: dalla meteorologia fino alle esplorazioni spaziali, dalle scoperte della fisica a quelle del mondo microscopico. Ma c’è una domanda, semplice e disarmante, a cui ancora non sappiamo rispondere: Che tempo stiamo vivendo?
Dal punto di vista scientifico, abbiamo fatto passi da gigante, è vero. Ma spiritualmente, quanto siamo avanzati? Dove sono gli “scienziati dell’anima”?
Ci sfugge ancora la verità più semplice: l’uomo non è solo materia, non è fatto solo di atomi. È un intreccio di carne e spirito, una combinazione che rende unica la nostra vita. Siamo polvere, sì, ma con un’anima soffiata direttamente da Dio. Ricordi? “Dio formò l’uomo dal fango della terra e gli insufflò nelle narici un alito di vita” (Genesi 2,7). Senza questo soffio, saremmo solo polvere. È lo spirito che ci rende vivi.
Anima, in greco, deriva da “ànemos”, soffio. E quel soffio divino, quello stesso respiro che ha dato vita ad Adamo, continua a guidarci. È la scintilla che ci spinge a cercare Dio, anche quando il mondo ci distrae con i suoi richiami materiali.
Oggi, forse più che mai, la tua anima ti sta parlando. Ti ha portato a leggere queste righe, a cercare qualcosa di più. È quella fiammella divina dentro di te che ti invita a salire più in alto, come fece Zaccheo, il truffatore che decise di arrampicarsi su un albero per vedere Gesù, cambiando il corso della sua vita. “Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto” (Luca 19,10). Siamo tutti quella pecorella smarrita, ma Dio non smette mai di cercarci.
Ecco allora, che tempo stiamo vivendo? È un tempo speciale. Un tempo di grazia che nessuno sa quanto potrà durare: forse ancora un giorno, un anno o migliaia di anni. Ma una cosa la sappiamo: quello che viviamo è il tempo che ci accompagna dall’arrivo di Gesù fino alla fine del mondo. Un tempo donato, per il quale siamo chiamati a vivere con consapevolezza, con gratitudine, senza sprecare l’occasione di compiere il bene, di allontanarci dalle tenebre, e di prepararci all’incontro con Dio.
Non possiamo continuare a vivere come se fossimo solo corpi, ignorando la salute della nostra anima. Non sappiamo quanto tempo ci resta, ma sappiamo che il nostro viaggio è verso quell’incontro finale. E come dice l’Apocalisse: “Sì, verrò presto”. Amen. Vieni, Signore Gesù! (Apocalisse 22, 20).
Non è solo tempo di guerra, ma è tempo che ci viene donato per cercare la pace. Non è solo tempo di carestia, ma è tempo che ci viene regalato per permetterci di aiutare al meglio chi si trova nel bisogno. Non è solo il tempo dello smarrimento, ma è il momento di ritrovare noi stessi, i nostri affetti, l’abbraccio dei nostri cari. È tempo di vivere pienamente, corpo e anima, in attesa di quel giorno. #Santanotte
Alessandro Ginotta
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