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Chi è Elia, il profeta che non morì mai?

Chi era Elia, l'uomo che non morì mai?

Moltiplicò la farina, resuscitò un morto e… venne rapito in cielo su un carro infuocato. Di chi stiamo parlando?

Il mio in(solito) commento a:
Elìa è già venuto, e non l’hanno riconosciuto (Matteo 17,10-13)

Tra le pagine della Bibbia si incontrano personaggi di ogni genere. Quello che ti presento oggi è conosciuto da tutti, ma in pochi sanno veramente chi fu (o meglio chi è) il profeta Elia. Di lui Gesù dirà: «Nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne» (vv. 25-26).

Nei Vangeli lo abbiamo già incontrato, proprio sul monte Tabor, quando apparve insieme a Mosè durante la Trasfigurazione di Cristo (Matteo 17,1-8). Elìa fu uno dei più grandi profeti del passato, tant’è che visse nove secoli prima di Cristo! Ma allora perché lo aspettiamo ancora? Un altro profeta, di nome Malachia, ha scritto: «Ecco, io vi mando il profeta Elia, prima che venga il giorno del Signore, giorno grande e terribile. Egli volgerà il cuore dei padri verso i figli, e il cuore dei figli verso i padri, perché io non debba venire a colpire il paese di stermini» (Malachia 4,4-5). In virtù di questa profezia molti ebrei nei loro rituali lasciano una sedia vuota a tavola, in anticipazione del ritorno di Elia per annunciare il Messia. Mentre per i cristiani Elìa tornerà per riconciliarci prima dell’Ultimo Giorno.

Ci sono davvero tanti motivi che rendono Elìa così speciale: uno di questi ci spiega anche perché lo attendiamo ancora nonostante sia vissuto ormai quasi tremila anni fa. In realtà Elìa ancora non è morto! Il profeta è uno dei pochissimi privilegiati a non aver conosciuto la morte, ma è stato assunto in cielo in un turbine di fuoco, trasportato da cavalli anch’essi di fuoco (2 Re 2,11).

La Bibbia ci racconta che un altro patriarca, Enoch, sesto discendente diretto di Adamo ed Eva, è stato rapito in cielo, proprio come Elia (cfr. Genesi 5, 21-23), (Giuda 14). Proprio come Maria, Assunta in cielo.

Ma questo non è l’unico evento eclatante nella vita di questo grande profeta. Elia, prima ancora di Gesù, moltiplicò olio e farina (cfr. 1Re 17,14) e risuscitò il figlio della vedova di Sarepta (cfr. 1Re 17,22). Il profeta Elìa è anche il protagonista del poetico incontro con Dio, in cima al monte Oreb (cfr. 1Re 19)… se non hai mai letto questo episodio corri ad aprire la Bibbia, perché ne vale davvero la pena!

Ad Elìa piaceva… giocare con il fuoco. Devi sapere che ci fu un triste tempo in cui tutti i sacerdoti avevano abbandonato Dio, per convertirsi alla divinità fenicia Baal. Come vedi l’apostasia non è un’invenzione che appartiene soltanto ai nostri tempi… In quel frangente, Elìa, era rimasto l’unico sacerdote fedele a Dio. Armatosi di coraggio, salì sul monte Carmelo (un altro luogo carico di mille significati per la nostra fede) e sfidò, da solo, 450 profeti di Baal, chiedendo loro di invocare il loro dio per accendere, con la sola preghiera, una pira di legna bagnata: “invocate voi il nome del vostro dio, e io invocherò il nome del Signore; il dio che risponderà mediante il fuoco, lui è Dio». Tutto il popolo rispose dicendo: «Ben detto!» (1Re 18,24).

I sacerdoti invocarono per ore il loro Baal ed Elìa diede prova di grande ironia e spirito schernendoli davanti a tutto il popolo: «Gridate forte; poich’egli è dio, ma sta meditando, oppure è indaffarato, o è in viaggio; può anche darsi che si è addormentato, e si risveglierà». E quelli si misero a gridare più forte… Ma non si udì voce o risposta, e nessuno diede loro retta. (1Re 18,25-29). Fu una lunga sfida, iniziata di prima mattina, terminò solo nel tardo pomeriggio, quando i 450 sedicenti profeti del dio Baal cedettero la spugna. Fu proprio allora che Elìa invocò Dio con la sola preghiera e, dal cielo, scese un fuoco che consumò tutta la legna. Ecco come Dio, con la complicità di questo uomo solo, l’ultimo sacerdote rimastogli fedele, riportò un intero popolo alla fede.

Tante altre cose ti potrei raccontare di questo profeta e del suo mantello… ma sono già felice di aver acceso il fuoco della tua curiosità. Se ancora non conosci questi episodi li potrai trovare nei Libri dei Re.

In questo viaggio, dalla Genesi all’Apocalisse, abbiamo imparato a conoscere Elìa e non ci dobbiamo stupire se Gesù avvicinò questa figura a quella di San Giovanni il Battista. Sono due persone straordinarie, dalla fede granitica, pronte a rinunciare a tutto, perfino alla loro vita, ma non a Dio. Due persone capaci di testimoniare, davanti alle folle, il loro credo. Due persone che non hanno avuto paura di confrontarsi davanti a re e potenti. Due persone che non hanno ancora smesso, a millenni di distanza, di mettersi in gioco.

Alessandro Ginotta

Chi era Elia, l'uomo che non morì mai?
Il dipinto di oggi è: “La Trasfigurazione” di Giovanni Francesco Penni (su ispirazione di Raffaello Sanzio), 1520, olio su pannello, 402×267 cm, Museo del Prado, Madrid

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