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Chi ha visto me, ha visto il Padre

Chi ha visto me, ha visto il Padre

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,7-14)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

Parola del Signore

Gv 12,44-50

Signore, mostraci il Padre e ci basta” (Gv 14,8). Sono le parole di Filippo. Undici uomini nel Cenacolo, attorno a Gesù. E’ questo l’ultimo colloquio del Maestro con i suoi discepoli riuniti. Giuda, lo abbiamo visto ieri, è già uscito. Si sta recando dai grandi sacerdoti per vendere Gesù. “Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?” (Mt 26,15). Gli daranno trenta denari.

Il male ed il bene. Due scene, una eterna lotta. Là tradimento e piani di morte. Le tenebre. Qui il trionfo della luce. Nel Cenacolo assistiamo all’ora culminante e conclusiva dell’attività messianica di Gesù: prima, la Lavanda dei piedi, Gesù si è fatto servo. Poi, l’istituzione dell’Eucarestia: “Fate questo in memoria di me” (Lc 22, 19). Infine, la promessa del Paradiso “Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore” (Gv 14,2). In pochi versi troviamo racchiusi gli elementi più profondi della Buona Novella.

Mostraci il Padre. Quante volte anche la nostra fede è troppo “piccina”… non riusciamo a comprendere il significato delle Parole di Gesù. Storditi dal Mistero della Trinità non riusciamo a capire che il Padre ed il Figlio sono una cosa sola. Questo Dio infinito e misterioso nel suo Unigenito Figlio si è avvicinato all’uomo in modo ineffabile: in Lui, Verbo fatto carne, Dio è diventato uomo. Per questo ora l’uomo può vedere Dio: “Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv 14, 9).

“Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse” (v. 10). Ma come, Filippo? (Gesù, risponde al discepolo che gli ha rivolto la domanda, ma credo che ciascuno di noi potrà leggere la frase sostituendo il proprio nome a quello di Filippo): “Ma come, Alessandro (leggo io), hai vissuto tanto tempo con me, mi hai visto operare miracoli, hai sentito le mie Parole e ancora… non hai capito?”.

“Dio e l’uomo non sono due estremi di una opposizione: essi si cercano da sempre, perché Dio riconosce nell’uomo la propria immagine e l’uomo si riconosce solo guardando Dio”. Sono le parole pronunciate da Papa Francesco allo stadio Artemio Franchi di Firenze (10 nov 2015): “In realtà, la comunione tra divino e umano, realizzata pienamente in Gesù, è la nostra meta, il punto d’arrivo della storia umana secondo il disegno del Padre. È la beatitudine dell’incontro tra la nostra debolezza e la Sua grandezza, tra la nostra piccolezza e la Sua misericordia che colmerà  ogni nostro limite. Ma tale meta non è soltanto l’orizzonte che illumina il nostro cammino ma è ciò che ci attrae con la sua forza soave; è ciò che si inizia a pregustare e a vivere qui e si costruisce giorno dopo giorno con ogni bene che seminiamo attorno a noi. Sono questi i semi che contribuiscono a creare un’umanità nuova, rinnovata, dove nessuno è lasciato ai margini o scartato; dove chi serve è il più grande; dove i piccoli e i poveri sono accolti e aiutati“.

E allora, amiche e amici, facciamo quello che ci chiede Gesù: “chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste” (v. 12). Sforziamoci anche noi, pur nella nostra piccolezza, pur con la nostra debolezza, mettiamoci in gioco e tentiamo di rendere questo mondo migliore. Chiediamoci: cosa ho fatto oggi per rendere il mondo migliore? E… se oggi non ho fatto niente, cosa potrò fare domani?

Siamo piccoli, ma non dimentichiamoci che abbiamo un grande aiuto: “Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò“. La preghiera. Preghiamo gli uni per gli altri e rivolgiamoci a Gesù con fiducia!

Questa notte, Gesù, io ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco.

#Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂

Il dipinto di oggi è

Il dipinto di oggi è “L’Ultima Cena” (dettaglio), del pittore italiano Bianchi Andrea detto Vespino, olio su tela, 1616 circa, 835×118 cm. , Pinacoteca Ambrosiana, Milano.

Alessandro Ginotta

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