Ci sono persone che hanno Gesù davanti agli occhi… e non lo vedono. Poi c’è questo cieco, che riconosce Gesù anche senza vederlo, gli basta la fede!
Il mio in(solito) commento a:
Rabbunì, che io veda di nuovo! (Marco 10,46-52)
Ci troviamo sulla via che collega Gerico a Gerusalemme, la stessa strada dove è ambientata la parabola del buon samaritano. Un altro incontro famoso è ambientato sempre a Gerico: quello con Zaccheo. Questa è proprio una via di incontri sorprendenti… oggi, su questa strada, incontreremo un uomo cieco di nome Bartimeo.
Eh sì, Bartimeo ci vede bene con gli occhi della fede! E’ un non vedente, ma riconosce subito Gesù, prima di chiunque altro! Avete mai notato che le persone prive della vista hanno gli altri sensi più sviluppati di chi vede bene? Sì, li hanno “esercitati” meglio e, senza tutte le distrazioni che abbiamo noi che spostiamo continuamente lo sguardo su tutto ciò che ci sta attorno, riescono anche ad “utilizzarli” meglio. I non vedenti hanno imparato a riconoscere perfino il fruscio più leggero; sanno dirci se c’è il sole oppure no semplicemente ascoltando il calore sulla loro pelle; riescono a ricostruire gli ingredienti di un piatto anche soltanto percependone l’odore ed hanno sviluppato mille altre capacità sorprendenti.
Così quest’uomo, che chiede l’elemosina seduto a terra, libero dalle distrazioni, si accorge subito della presenza di Gesù: “Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!»” (v. 47). Chissà quante altre persone, lungo la stessa strada, neppure si sono accorti della presenza di Cristo.
Quante volte, cari amici, anche a noi capita di non riconoscere Gesù che passa nelle nostre vite? Quante volte ci lamentiamo perché Dio ci sembra “lontano”, ci pare non interessarsi ai nostri problemi, non capire le nostre difficoltà! Quante volte ci arrabbiamo con Lui perché non ha mantenuto quella che noi crediamo sia una sua promessa? Ma Dio è molto più presente di quanto noi crediamo nelle nostre vite. E se impareremo a leggere questo brano, capiremo che Gesù ci sta invitando ad utilizzare le nostre energie per riconoscere i segni della sua presenza, e non, al contrario, per sprecarle per sottolineare i vuoti lasciati dalla sua assenza. Proviamo a cercare Dio senza lasciarci distrarre dalle mille tentazioni che abbiamo attorno. Non c’è un modo più giusto di un altro, per cercare Gesù, perché automaticamente, mentre ci accingiamo a cercarlo, ci rendiamo conto di avere fame e sete di Lui. Quello che possiamo fare, per trovarlo prima, è accorgerci di essere “abitati” da Lui. Perché lo stesso Dio, che noi tanto cerchiamo, vive già dentro a ciascuno di noi, sia che siamo più o meno poveri, più o meno inclini ad inseguirlo nel silenzio, più o meno gelosi di custodirlo. E’ quello che è successo a Bartimeo. In cuor suo sapeva che Gesù l’avrebbe guarito. E, questa fede, gli ha permesso prima di riconoscere Gesù e poi di venire da Lui guarito.
Ed è con questi occhi, amici, che dobbiamo imparare a vedere Gesù. Con occhi di fede, con occhi di gioia, con occhi rivolti alla luce ed al futuro. Non con lo sguardo rivolto verso il basso e velato dalle lacrime. Perché Cristo vive. Lui è in noi, Lui è con noi e non se ne va mai. Per quanto noi ci potremo allontanare, accanto a noi troveremo sempre il Risorto, che ci chiama e ci attende per ricominciare. Nella tristezza, tra i rancori, le paure, i dubbi e i fallimenti, Lui sarà sempre qui per ridarci la forza e la speranza.
#Santanotte amici. Togliamo di torno tutto quello che ci può impedire di vedere Gesù e cerchiamolo attraverso la nostra anima. Ci renderemo subito conto che Lui è qui, accanto a noi, proprio ora. Perché “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Matteo 28,20). Dio vi e ci benedica amici cari!
Alessandro Ginotta
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