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Conosci il Vangelo del coraggio?

Conosci il Vangelo del coraggio?

Conosci il Vangelo del coraggio? Ho intitolato così questo commento sul mio blog. Poi è accaduta una cosa sorprendente che voglio condividere con te

Il mio decisamente in(solito) commento a:
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo (Matteo 10,24-33)

Pochi giorni fa la Liturgia ci ha proposto questo stesso brano di Vangelo. Una volta in più mi stupisco di come la Parola, pur essendo immutabile, ci suggerisca contenuti nuovi in base al nostro stato d’animo. Se qualche giorno fa avevo notato aspetti diversi, oggi sono stato folgorato da una parola: “paura”. Un termine che ha riacceso in me un ricordo meraviglioso che voglio subito condividere con te.

Era il 22 ottobre 1978 quando San Giovanni Paolo II, nella sua omelia di inizio pontificato, pronunciò una frase che rimase alla storia: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa ‘cosa è dentro l’uomo’. Solo lui lo sa! Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna”.

Queste parole andrebbero scolpite sulla pietra. Tutti noi le dovremmo leggere e rileggere più volte. La vita, senza Dio nel cuore, è vuota. Hai mai osservato un lavello da cui improvvisamente togli il tappo? L’acqua inizia a muoversi vorticosamente, si precipita nello scarico trascinando con sé ogni cosa lasciando il vuoto. Ma il vuoto tende sempre a riempirsi. Il problema è che spesso si riempie di sporcizia. L’anima senza Dio è così: vuota. E attira ogni cosa si trovi attorno. Così, molto spesso, un vuoto di bene attira il male peggiore. Il demonio si insinua, entra e sporca quell’anima che era rimasta vuota di Dio.

Con il male subentrano l’ansia, il panico. La paura peggiore spegne ogni iniziativa e cancella ogni idea. In pratica il male ci annulla. Ci trasforma in amebe incapaci di pensare, di provare sentimenti autentici, di tornare a guardare in alto, dove si conservano i veri valori. La nostra anima, in preda al male, si focalizza sempre più su quello scarico del lavello intasato di sporcizia.

Non dovremmo mai permettere che si spenga la nostra sete di Dio. Non dovremmo mai consentire al male di abitare dentro di noi. Non dovremmo mai farci prendere dallo sconforto dell’essere umano che si sente solo perché sperimenta la solitudine peggiore: quella di Dio.

Insieme all’omelia di San Giovanni Paolo II leggiamo e rileggiamo questi versetti: “E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna”, (nell’inferno ndr), “e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!” (vv. 28-31). #Santanotte!

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La crocifissione”, cerchia di Jan de Beer, 1520, olio su tavola di quercia, 94.7 × 67.3 cm, The National Gallery, Londra

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