Torino. La Commemorazione al Cimitero Monumentale. La cremazione? La Chiesa la permette, ma non approva la dispersione delle ceneri.
Nell’omelia per la Commemorazione dei defunti, nel cimitero Monumentale, il più antico di Torino ed uno dei più grandi d’Italia, Mons. Nosiglia ha affrontato il tema della cremazione: la Chiesa “pur permettendo la cremazione”, non approva scelte che “conducono a falsi e illusori riti scaramantici”, come la dispersione delle ceneri.
La sepoltura nel cimitero o in altro luogo sacro “contribuisce a ridurre quella tendenza a privatizzare l’evento della morte, che sottrae i defunti alla preghiera da parte dei parenti e amici e di tutta la comunità cristiana, come avviene nella conservazione delle ceneri in un’abitazione domestica”.
“Una cosa sola io ho chiesto al Signore e questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario” (Sal 26,4). Chi vive con questa prospettiva, “che va oltre le vicende lieti o tristi di ogni giorno”, sa affrontare con coraggio ogni avversità, perché alla fine tutto ciò che esiste “sarà ricomposto dentro il progetto di Dio”, che è “il Dio dei vivi e non dei morti”, per cui in Lui tutto vivrà e avrà “il suo senso compiuto e definitivo per sempre”. Il Signore ci dà forza per affrontare la prova del distacco dai nostri cari e rinfranca il nostro cuore, perché non vacilli la fede e resti ferma e salda la speranza.
Non è facile superare la sofferenza
La fede nella risurrezione sostiene e nutre la vita anche nei momenti di difficoltà e diventa via di consolazione non virtuale, ma concreta, fonte di serenità interiore e di profonda riconoscenza. Rimane tuttavia il fatto che il dolore per la morte di una persona cara è motivo di grande sofferenza e segna purtroppo la vita umana soggetta a prove e pericoli di ogni genere: “Non è facile superarlo né subito, né dopo, perché la persona perduta resta tale e niente può sostituirla nel nostro cuore e nella nostra esistenza”. Questo giorno è dunque importante per ricordare e fare memoria di chi ci ha amato e “ci ha preceduto nella pienezza della gioia eterna”.
Ricchezza per le nuove generazioni
“La memoria – ha proseguito l’Arcivescovo – deve poi tradursi in impegno nel presente, per percorrere con gioia e fedeltà la loro stessa strada di sacrificio nel lavoro, di amore nella famiglia e di impegno nei diversi ambiti del loro vissuto, anche comunitario. Non lasciamo prive le nuove generazioni – figli, nipoti, ragazzi e giovani – di questo dono grande di ricordare chi sta alla radice della loro famiglia e ha contribuito a sostenerne la crescita nella fede e nell’amore”. Educare alla riconoscenza verso coloro che ci hanno amato e per quanto abbiamo da loro ricevuto gratuitamente è un dovere, ma anche la condizione fondamentale per diventare veramente uomini e donne responsabili del proprio futuro.
L’incontro con la sindaca
Alla Celebrazione era presente anche la sindaca Chiara Appendino che, al termine della cerimonia, ha scambiato, per la prima volta in pubblico, alcune parole con l’Arcivescovo ed ha ringraziato personale e volontari del cimitero per “l’ottimo lavoro svolto”.
L’incontro è stato anche l’occasione per confermare il prossimo appuntamento: l’Agorà del Sociale che si terrà sabato 19 novembre: Chiesa, istituzioni civili, mondo della scuola e del lavoro si confronteranno insieme per proporre soluzioni concrete ai problemi più gravi del nostro tempo. Un percorso fortemente voluto da Mons. Nosiglia e che vedrà di nuovo sindaca ed Arcivescovo seduti allo stesso tavolo.
Alessandro Ginotta
Fotografie di Massimo Masone (La Voce E il Tempo)
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