Questa è la storia di Dio: così innamorato delle sue creature che non importa che cosa facciamo o non facciamo. Egli ci ama e ci amerà sempre
Il mio in(solito) commento a:
Io sono mite e umile di cuore (Mt 11,28-30)
E’ così Gesù: Egli ci ama per primo, senza ricatti, senza compromessi, senza costringerci ad amarlo a nostra volta. Ci ama e ci starà sempre vicino, qualsiasi cosa noi facciamo. Perfino nel momento più buio della storia dell’uomo, quando il popolo ne chiese a gran voce la morte, i suoi compagni di sempre lo abbandonarono, mentre uno lo tradì e Pilato lavò le proprie mani nel sangue del Figlio di Dio, Gesù non ci abbandonò. Era lì, il Figlio Dio che s’è fatto uomo per restituire l’uomo a Dio. Lui, senza peccato, stava davanti a noi, crocifisso: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (cfr. Lc. 23,33-34).
Gesù non intese la propria esistenza terrena come ricerca del potere, come corsa al successo e alla carriera, come volontà di dominio sugli altri. Al contrario, Egli rinunciò ai privilegi della sua uguaglianza con Dio ed assunse la condizione di servo, divenendo simile agli uomini, obbedì al progetto del Padre fino alla morte sulla croce:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (vv. 28-30).
Chi di noi non si sente stanco? Chi di noi non vorrebbe un amico fedele sempre pronto ad ascoltare, comprensivo, desideroso di perdonare ogni nostra mancanza, attento a noi, al nostro benessere, alla qualità della nostra vita? Come non rispondere a questo invito che ci arriva da Gesù? : «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e troverete ristoro per la vostra vita» (cfr. vv. 28-30).
Dio è Amore (1Gv 4,8). Il suo principale desiderio è quello di amare ciascuno di noi, accettandoci così come siamo. Senza volerci per forza cambiare. Gesù sopporta anche il tradimento ed il ripudio. Perché se noi siamo tremendamente piccoli davanti a Cristo, Lui è enormemente grande. Si offre, a ciascuno di noi, in ogni momento. Anzi, si propone. Perché Dio non ci costringe mai a nulla, neppure a seguirlo. Lui ci indica la strada, ma ad ogni bivio ci lascia liberi di scegliere quale via prendere. Sì, perché Egli ci ama così tanto che ci permette, nella nostra libertà, anche di sbagliare. Ma possiamo essere certi che qualsiasi sarà la nostra direzione ad ogni bivio, Lui rimarrà sempre accanto a noi. Lo sarà quando avremo preso la strada giusta, perché percorrendola, ci saremo avvicinati a Lui. E lo sarà quando quando avremo imboccato quella sbagliata, perché è proprio quando commettiamo un errore che Dio si fa più vicino a noi: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati» (Mt 9,12). Anche se noi non sempre ce ne accorgiamo.
E questo Dio, non solo cammina con noi, restandoci vicino nella difficoltà, come nella gioia, ma, da duemila anni, continua ogni giorno a farsi Pane per noi. Quante volte non ci rendiamo conto del dono che riceviamo, quando partecipiamo all’Eucarestia! Gesù stesso viene dentro di noi, si fonde con noi, si fa un unico corpo con noi, ci regala la vita e la salvezza.
Ma la logica che regola il mondo è così strana che noi, spesso, rifiutiamo questo invito: al bivio, il nostro piede inciampa, e noi rischiamo di scivolare lungo la strada che ci allontana da Lui. Sembra quasi che le regole di questa società malata ci suggeriscano che, per star bene, dobbiamo commettere il peccato!
Il mondo, amici cari, sta diventando sterile, e fede e speranza si esauriscono, si sbriciolano, come una terra troppo sfruttata perde tutto il suo nutrimento e si trasforma in sabbia. E’ in questo deserto, in questo vuoto spirituale, che Gesù si offre come sorgente d’acqua che rinfresca e disseta. Una sorgente che zampilla nel deserto della nostra anima.
Eppure, anche in questo vuoto, noi siamo sempre davanti agli occhi di Dio, piccole fontane fatte per zampillare acqua buona. Gesù è il cireneo che ci affianca, che, sotto lo stesso giogo, ara insieme a noi questo difficile campo che è la nostra vita. Appoggiandoci a Lui, il nostro fardello fatto di difficoltà, di problemi, di peccati, diventerà più leggero.
#Santanotte amici. Davanti a Dio che ci ama, ci accetta e ci accoglie, qualsiasi peccato noi commettiamo, impariamo ad amare anche noi: così, nell’amore riconoscente che riverseremo a nostra volta sui nostri fratelli, ci accorgeremo di essere fatti a sua immagine e somiglianza. Dio vi e ci benedica amici cari! 🙂 🙂 🙂
Alessandro Ginotta
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