Ecco il mistero di un Dio così grande da non poter essere contenuto nell’universo e, al contempo, così piccolo da potersi “infilare” nel cuore dell’uomo.
Il mio in(solito) commento a: Hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli (Matteo 11,25-27).
Un giorno, Sant’Agostino meditava sul mistero della Trinità in riva al mare, cercando di comprenderlo con la forza della ragione. Notò un bambino che con una conchiglia versava l’acqua del mare in una buca. Curioso, gli chiese: «Che fai?» Il bambino rispose: «Voglio travasare il mare in questa mia buca». Sant’Agostino sorrise, spiegandogli l’impossibilità del suo intento. Ma il bambino, fattosi serio, replicò: «Anche a te è impossibile scandagliare con la piccolezza della tua mente l’immensità del Mistero trinitario». E sparì.
Dio è dei piccoli. Piccoli di età, come i bambini innocenti e curiosi che lo cercano. E dei “piccoli” più “grandi”, come quelli che, essendo semplici e umili di cuore, superano in levatura morale e spirituale qualunque gigante. Penso a Santa Teresa di Calcutta, piccola matita di Dio, goccia nel mare della bontà.
Il piccolo è colui che sa abbassarsi. Chi si mette in discussione. Chi non si aggrappa a comodi preconcetti, ma ammette di non avere sempre ragione. Chi sa dire “mi dispiace”. Chi pensa anche con il cuore e non solo con la mente. Chi si sente sempre bambino agli occhi di Dio e, come un bambino, si affida totalmente a Lui e alla sua Parola.
Capire Dio non è facile. E la nostra piccolezza risiede anche in questo: fidarci di Lui anche quando non lo comprendiamo.
Se mi segui da un po’, sai che mi piace portarti vicino a Gesù con gli occhi della fantasia. Oggi raggiungiamo il monte Calvario, nel momento più buio del mondo. Guarda quelle nubi minacciose che si addensano all’orizzonte. Ascolta il rombo del tuono, il rumore della terra che si spacca e trema sotto i nostri piedi. Massi pesanti rovinano lungo i pendii. Il mondo intero sembra unirsi in un singolo, atroce gemito di dolore. Guardiamo negli occhi le persone sotto la Croce: la Vergine Maria con il volto rigato dalle lacrime, Maria di Cleofa, Maria di Magdala e San Giovanni, incapaci di staccare lo sguardo sgomento da Gesù. Tutti gli altri, legionari, gente comune, notabili, scribi e farisei, sono impauriti e disorientati. Ma nessuno, proprio nessuno, capisce che non è l’ultimo capitolo del libro di Dio. No. Perché dopo la Croce, c’è la Risurrezione.
La fede è proprio questo: anche nei momenti di sconforto ti offre la certezza che una piccola luce presto si sprigionerà dal buio più tetro e ogni nube verrà spazzata via! Perché le tenebre ci possono avvolgere per qualche istante, ma la battaglia è già vinta: Cristo l’ha vinta per noi, su quella croce alla quale lo abbiamo inchiodato, dietro quel masso dove lo abbiamo seppellito. Lui ci ha insegnato che dopo il buio più buio spunterà sempre una nuova alba.
Allora se la logica di Dio sfugge al nostro ragionamento e non sappiamo spiegarci il perché di queste guerre, o di una malattia, o di qualsiasi altro evento che ci rattrista e rattrista l’umanità intera, sediamoci ai piedi di questa croce e, con gli occhi pieni di sorpresa e fiducia, come quelli dei bambini più piccoli, scrutiamo l’orizzonte in attesa della luce che più di tutte brilla. Gesù! #Santanotte
Alessandro Ginotta
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