+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,24-33)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
Parola del Signore
Se Gesù viene paragonato a Beelzebùl… (ricordate quando scacciò il demonio muto? “Ma alcuni dissero: È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni” Lc 11,15) chissà cosa diranno dei suoi discepoli: “Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!” (v. 25).
I calunniatori sono sempre nascosti dietro l’angolo, pronti a colpire. Anche noi qualche volta apriamo la bocca e parliamo avventatamente… per “sentito dire”. Dovremmo essere molto più cauti, perchè: “dove c’è calunnia c’è Satana, proprio lui!” ha detto Papa Francesco in una delle sue omelie del mattino a Casa Santa Marta: “La calunnia è un peccato, ma è anche qualcosa di più, perché vuole distruggere l’opera di Dio e nasce da una cosa molto cattiva: nasce dall’odio. E chi fa l’odio è Satana” (Papa Francesco, 15 aprile 2013).
“Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi” (Mt. 10,16). E questi sono proprio i lupi: i calunniatori, i persecutori, coloro che accusano perfino il Figlio di Dio di essere un demonio. Sono loro stessi creature del demonio.
E’ duro il compito del discepolo, ma Gesù ci rassicura: “Non abbiate dunque paura di loro” (v. 26). Il Signore ci sarà sempre vicino. I calunniatori tramano nell’ombra e dicono: “Chi mi vede? C’è buio intorno a me e le mura mi nascondono; nessuno mi vede, perché temere? Dei miei peccati non si ricorderà l’Altissimo” (Siracide 23,18).
Ma attenzione!: “Egli [il malfattore] teme solo gli occhi degli uomini, non sa che gli occhi del Signore sono mille volte più luminosi del sole; essi vedono tutte le vie degli uomini e penetrano fin nei luoghi più segreti. Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note, allo stesso modo anche dopo la creazione. Quest’uomo sarà condannato nelle piazze della città, sarà sorpreso dove meno se l’aspetta” (Siracide 23, 19-21).
Gli occhi del Signore sono mille volte più luminosi del sole: “Nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto” (v. 26). Dio vede tutto: “Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta […] Se dico: «Almeno l’oscurità mi copra e intorno a me sia la notte»; nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce” (cfr. Salmo 138). Dio vede anche nell’ombra le sordide trame dei calunniatori. Dunque non dobbiamo temere!
Nella Bibbia sono narrati moltissimi episodi, veri e propri miracoli, in cui Dio è intervenuto per salvare l’uomo dalla persecuzione. Pensiamo ad esempio ai tre giovani gettati nella fornace a Babilonia (cfr. Daniele 3,52-90). Un Angelo scese per salvarli e fece soffiare un vento fresco attorno a loro, proteggendoli dalle ustioni. Oppure possiamo ricordare Daniele, richiuso nella fossa dei leoni e salvato da un altro Angelo (Daniele 6, 17-25).
Con qualcuno di noi, invece, Dio è più esigente; allora la strada della croce, della piccola croce che porta ciascuno di noi, diventa la strada del martirio. Pensiamo, ad esempio, ai 21 martiri copti assassinati sulle spiagge della Libia, o ad altre vittime dell’integralismo. Anche in questo drammatico caso, però Dio è con noi: “non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo” (v. 28).
Dio non vuole la nostra morte: “Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per Lui” (Lc 20,38) però, nel pericolo estremo, dobbiamo ricordare che Gesù è risorto: ha vinto la morte, e per questa sua vittoria anche noi risorgeremo. Gesù ci porterà nella casa del Padre, dove regna la vita. Perchè la vita, quella vera, è nei cieli, e su questa terra noi ci troviamo solo di passaggio.
“Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio e nessun tormento le toccherà. La loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro dipartita da noi una rovina, ma essi sono nella pace” (Sap 3,1-3).
Nulla accade senza che Dio lo sappia, perfino i capelli che abbiamo sul capo sono contati. Quanto ci accade fa parte del mistero della vita. Come scrive San Paolo: “Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto” (1Corinzi 13,12). Non lo possiamo comprendere, ma Lui sì.
Amici, il nostro destino è in ottime mani: si trova nelle mani di Dio. Gesù ci dice: “Non temere: anche se la tua vita fosse leggera come quella di un passero… o fragile come un capello… tu vali di più, perché Dio ti ama!” (cfr vv. 23-31). E’ questo che dobbiamo annunciare sulle terrazze: “Dio ci ama!”.
Cari amici, le domande che oggi vi propongo (e mi propongo) sono: Come mi comporto io: sono sempre pieno di paure, oppure vivo sereno perchè affido i miei pensieri al cuore di Dio? Credo nella risurrezione o temo che tutto finisca con la morte? E ancora: Nel pericolo sono capace di pregare, come fecero i tre giovani nella fornace, o mi lascio cadere nello sconforto?
Questa notte, Gesù, Ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco! Prenditi cura di ciascuno di noi che, fragili come passeri, Ti rivolgiamo le nostre preghiere. Amaci, come fai Tu! Amen!
#Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂
Il dipinto di oggi è “La tentazione sulla montagna” del pittore italiano Duccio di Buoninsegna, tra il 1308 ed il 1311, tempera su legno, 43 x 46 cm., Frick Collection, New York, USA
Alessandro Ginotta
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