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Dov’è Dio? Venite e vedrete!

Venite e vedrete. Due parole che dicono tutto: parlano alla nostra sete di Dio, al nostro desiderio di capire, di incontrare. Venite: è un invito. E vedrete. Ecco che qui iniziamo a capire che non sarà tutto così semplice come ce lo immaginiamo. O forse sì?

Bisogna essere coraggiosi per andare dietro a Gesù. Ma il coraggio premia. E Cristo mantiene sempre le promesse. Quella che ci fa oggi è di trasformarci la vita. Riempirla. Farne un capolavoro. Ed è tutto lì, alla nostra portata. Non è neppure difficile: dobbiamo solo fidarci di Lui.

Il mio in(solito) commento a:
Videro dove dimorava e rimasero con lui (Giovanni 1,35-42)

Venite e vedrete. Due parole che dicono tutto: parlano alla nostra sete di Dio, al nostro desiderio di capire, di incontrare. Venite: è un invito. E vedrete. Ecco che qui iniziamo a capire che non sarà tutto così semplice come ce lo immaginiamo. O forse sì?

“Vedrete” sottintende che l’azione di cercare Dio non si esaurisce nell’avvicinarsi. Ci è richiesto di più. Vedere. Renderci conto. Provare. In qualche modo Gesù vuole che ripetiamo l’esperienza di San Tommaso: toccare con mano. Introdurre le nostre timide dita nelle ferite dell’esistenza. Sperimentare il dolore, la fatica, ma anche la gioia, l’allegria della condivisione, il calore dell’amore. Venite e vedrete. Provare per credere.

Sì, perché Dio non ci vuole ospiti passivi, ma desidera che noi prendiamo parte al suo Regno. Di più: ci chiede di costruirlo insieme a Lui.

Non perché Dio abbia bisogno di noi. Certo che no! Lui che ha creato l’universo, le più sfavillanti tra le stelle, le insondabili profondità degli abissi e le cime innevate dei monti, i felini scattanti della savana ed i variopinti uccelli che solcano il cielo. Non ha proprio bisogno del nostro aiuto! Però lo desidera. Perché cerca il nostro coinvolgimento personale.

Che cosa accomuna Zaccheo, Bartimeo, l’emorroissa, Giairo e gli apostoli? Te lo dico subito: il coraggio di mettersi in cammino! Sono persone che hanno deciso di mettersi in gioco: i loro occhi hanno incrociato quelli di Gesù e, da quel momento, tutto è cambiato. Avviene così: all’improvviso. Quando Gesù entra nella nostra vita, nulla di quello che prima contava, ora è più importante. Non è solo una scintilla che scocca, ma un incendio che divampa. Arde e consuma tutto ciò che è inutile, lasciando solo il terreno più fertile, dove crescono i frutti migliori. Perché la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù.

Bisogna essere coraggiosi per andare dietro a Gesù. Ma il coraggio premia. E Cristo mantiene sempre le promesse. Quella che ci fa oggi è di trasformarci la vita. Riempirla. Farne un capolavoro. Ed è tutto lì, alla nostra portata. Non è neppure difficile: dobbiamo solo fidarci di Lui. Accogliere la sua chiamata e seguirlo. Non servono grandi cose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (Matteo 8,20). Ma se avremo incontrato Gesù, allora avremo trovato un tesoro: «Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore» (Matteo 6,21).

Bisogna saper rinunciare al superfluo fatto di ansia, preoccupazione. Tutto ciò non serve per Gesù. Basta avere fiducia in Lui. E bisogna avere voglia di tuffarsi nella vita. Sì, perché “credere” è un verbo dinamico che implica camminare, fare, cercare, arare, seminare. Occorre scavare, qualche volta a mani nude, per tirare fuori la perla nascosta nel campo (cfr. Matteo 13,45-46).

Venite e vedrete. “Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio” (v. 39). Notiamo l’indicazione dell’ora. Non è usuale nei Vangeli. Certo, all’epoca di Gesù, non c’erano orologi da polso, né smartphone da consultare per sapere che ora fosse. Se San Giovanni evangelista ricorda bene l’ora in cui è avvenuto un fatto, significa che questo evento ha segnato un punto importante della sua vita. Lo ha trasformato. Dalle quattro di quel pomeriggio, per lui, è cambiato tutto. È alle quattro del pomeriggio che ha deciso di seguire Gesù. Di andare a vedere dove abita. E che cosa fa nella vita.

E il tuo orologio ha già segnato le quattro del pomeriggio? Che cosa aspetti ad avviarti dietro a Gesù!? #Santanotte

Alessandro Ginotta

Venite e vedrete. Due parole che dicono tutto: parlano alla nostra sete di Dio, al nostro desiderio di capire, di incontrare. Venite: è un invito. E vedrete. Ecco che qui iniziamo a capire che non sarà tutto così semplice come ce lo immaginiamo. O forse sì?
Il dipinto di oggi è: “L’incredulità di San Tommaso” copia di Caravaggio, 1610, olio su tela, 108 x 146 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze

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