Proprio questa sera discorrevo con il presidente di un’associazione di volontariato sul calo delle vocazioni e del numero di fedeli che frequentano le Messe. Una tendenza apparentemente inarrestabile, almeno per quanto riguarda l’Europa e buona parte del mondo occidentale.
Il mio in(solito) commento a:
Il regno di Dio è in mezzo a voi (Luca 17,20-25)
Tra le tante considerazioni che facevamo c’era l’invito a non piangersi addosso: è inutile ostinarsi nella nostalgia di un passato felice che, almeno per molto tempo, nei nostri paesi non tornerà più. È giunto il tempo di smettere di commiserarsi, rimboccarsi le maniche e “fare con quel che abbiamo”. Più tempo dedicheremo ai nostri piagnistei meno azioni metteremo in campo e sarà un po’ come se avessimo sotterrato il nostro talento anziché metterlo a frutto (cfr. Matteo 25,14-30).
È tempo di attingere al nostro coraggio e trovare nuovi modi per continuare a lavorare come parrocchie e unità pastorali, senza rimpianti, ma con quella fiducia che Gesù nei Vangeli ci ha insegnato: la certezza che Dio non ci lascerà mai soli e lasciamo risuonare in noi queste parole: “Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Matteo 6,25-33).
Ed ecco che ci riallacciamo con il Vangelo di oggi: il Regno di Dio. Tante, troppe volte, lo cerchiamo inutilmente dove non lo potremo trovare perché il Regno di Dio è qui ed ora. In mezzo a noi. Pur tra le mille difficoltà del mondo moderno brilla la sua luce. Pur tra l’indifferenza di molti ci riscalda il suo amore.
«Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione» (v. 25). Il dolore di Cristo non si esaurisce sulla croce, perché Egli ogni giorno soffre con noi, dei nostri mali. Fattosi in tutto simile all’uomo, fuorché nel peccato, Gesù si è incarnato proprio per condividere con noi i nostri problemi, per sopportare insieme a noi il peso di una vita che non è più quella che desidereremmo, ma è la vita che Dio stesso ci chiede di vivere. La vita che Lui stesso, coraggiosamente, vive insieme a noi.
Non possiamo star fermi, dobbiamo muoverci e costruire insieme a Dio il suo Regno che è già qui ed ora. #Santanotte
Alessandro Ginotta
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