+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,11-17)
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo».
Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
Parola del Signore
Sapevate che probabilmente fu proprio San Luca evangelista a realizzare i primissimi dipinti della Madonna? La leggenda vuole che siano sue la celebre icona della Madonna Nera, conservata al Santuario di Czestochowa, la Madonna Costantinopolitana di Padova, ed anche la Salus populi romani conservata nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. In Italia, Israele, Polonia e Russa si possono contare oltre una dozzina di opere che sembrerebbero risalire alla sua mano.
Di certo San Luca era un bravo medico, come riporta lo stesso San Paolo nelle sue lettere, ed anche un ottimo osservatore. Come non apprezzare la poetica descrizione che troviamo in questo passo del suo Vangelo? Sembra un dipinto… Socchiudiamo un istante gli occhi e proviamo ad immaginare la scena:
Siamo poco fuori le mura della città fortificata di Nain. Possiamo vedere le due processioni che si incrociano. Quella della morte: il corteo funebre che esce dalla porta della città; e quella della vita: Gesù, gli Apostoli e la folla che lo segue.
In questo incontro di vita e di morte, di gioia e di dolore, il protagonista è Lui: Gesù, il Cristo. Vero Dio e vero uomo (cfr. CCC 464). Gesù in ebraico significa: “Dio salva”. E’ Lui il punto di incontro delle due processioni. E’ Lui che si commuove e decide di intervenire: “Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!»” (vv. 12,13). Eccola la compassione: lo sguardo di Gesù si fissa sulla donna in lacrime.
Il verbo usato da San Luca per “compassione” al versetto 13 è splanchnìzomai, che può essere tradotto come: “essere commosso fino alle viscere”, nel profondo. Lo stesso verbo è stato usato per descrivere l’atteggiamento del padre buono nell’omonima parabola (del figliol prodigo). (cfr. Lc 15,20). Il padre buono ritrova il figlio che credeva perso per sempre, e si commuove “fino alle viscere”. Qui a commuoversi è Gesù, vedendo il dolore della donna, vedova, che ora ha perso anche il suo unico figlio.
Questa commozione, questo patire-con, questo sentire le sofferenze dell’altro spinge Gesù ad agire. Eccolo il potere della vita sulla morte: “Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!»” (v. 14). Avviene il Miracolo: “Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre” (v. 15). La vita la morte si fondono in Gesù, Dio Salva, e il giovinetto viene restituito, nuovamente vivo, alla madre.
Avvenuto il miracolo, anche le due processioni si “fondono”: sia il corteo funebre, sia quello di coloro che seguivano Gesù, insieme, lodano Dio: “Dio ha visitato il suo popolo” (v. 16). Sì. Dio ha visitato il suo popolo. Ha vissuto in mezzo al suo popolo in forma umana: “si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14).
Vorrei farvi riflettere su questo: quante volte Gesù ha detto a noi questa frase imperiosa che ha permesso al giovinetto di resuscitare? “Ragazzo, dico a te, àlzati!”. Ce lo dice ogni volta che ci lasciamo andare al pessimismo ed allo sconforto. Ce lo ripete ogni volta che cadiamo nel rimpianto. Ci rinnova l’invito ad alzarci ogni volta che commettiamo un peccato: “Ragazzo, dico a te, àlzati!“. Ci sussurra queste parole ogni volta che passiamo davanti ad un bisognoso che fingiamo di non vedere (quante volte noi saremmo chiamati ad essere il buon samaritano… e rinunciamo… quante!). Peccati, azioni sbagliate, omissioni, sono tantissime le volte in cui Gesù ci aiuta a rialzarci, a vivere la nostra “resurrezione personale”. Riconosciamolo e uniamoci anche noi alla folla che grida: “Dio ha visitato il suo popolo”!
Cari amici le domande di oggi sono proprio queste: Qual’è l’ultima volta che Gesù mi ha rivolto l’invito a rialzarmi? Con quale stato d’animo mi sono rialzato? Mi sono soffermato a lodare Dio dopo la mia “risurrezione personale”?
Questa notte, Gesù, ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco! Stai sempre vicino a loro e sussurra nelle loro orecchie “Ragazzo, dico a te, àlzati!” ogni volta che lo sconforto li coglierà!
#Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂
Il dipinto di oggi è “San Luca dipinge la Vergine Maria” del pittore italiano Francesco Barbieri detto il Guercino, 1563, olio su tela, conservato al Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City, Missouri, USA
Alessandro Ginotta
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