Talvolta Dio ci mette davanti sfide complicate, ma ci offre anche il coraggio per superarle.
Il mio in(solito) commento a:
A questa generazione non sarà dato che il segno di Giona (Lc 11,29-32)
C’è poco da fare, Giona mi sta proprio simpatico. E credo che, se lo vorrete conoscere meglio, risulterà molto vicino anche a tutti voi. Un uomo comune che viene “strappato” dalla sua casa per venire catapultato in un paese straniero, inviato a proclamare la Parola di Dio ad un popolo violento, che adorava altri dei.
Certo questa situazione avrebbe spaventato chiunque. Tant’è che Giona le tenterà proprio tutte, pur di non assumersi questa responsabilità. E si imbarcherà su di una nave diretta esattamente dalla parte opposta. Ma davanti a Dio non si può fuggire. Perché Egli è onnipotente ed onnipresente. Così il Signore un po’ sembra “giocare” con Giona, portando sulla sua strada tutta una serie di ostacoli e colpi di scena che lo convinceranno ad ubbidire alla chiamata iniziale, e recarsi a profetare nella città di Ninive.
Nel suo percorso Giona naufragherà, verrà inseguito dall’equipaggio del vascello perché ritenuto responsabile della tempesta e verrà addirittura ingoiato da un pesce che… al termine di una traversata rocambolesca durata tre giorni e tre notti, lo vomiterà proprio sulla riva del paese che doveva raggiungere per profetare. Amici cari, ho scritto “sembra giocare” perché in realtà Dio non mette mai veramente in pericolo nessuno dei personaggi, ma crea soltanto delle situazioni al limite dell’immaginabile con il preciso intento (e quindi non per divertirsi) di insegnare a Giona (ed a noi) che quando ci viene assegnato un compito è nostro preciso dovere portarlo a termine.
E così Dio ci insegna ad essere responsabili, a non fuggire davanti alle prime difficoltà, ma ad impegnarci fino in fondo. Ma non finisce qui, né l’insegnamento, né la storia di Giona: il profeta infatti, contro ogni sua previsione, riesce così bene nel suo intento di convertire questa popolazione che si mostrava tanto ostile, che alla fine la città di Ninive, pentita, si salverà.
Ed ecco che qui si fa strada un altro sentimento, che di nuovo comprendiamo bene perché rientra nella natura umana: la delusione. Giona è deluso perché Dio non ha distrutto la città. Ma anche da questo possiamo trarre un forte insegnamento: dobbiamo sempre fidarci di quello che il Signore ci propone, dobbiamo sempre aver fiducia nel fatto che, se Dio ci assegnerà un compito, per quanto questo possa sembrare gravoso e difficile, Dio ci darà anche le forze per superarlo. Perché Dio ci ama!
#Santanotte amici. Dio ci doni sempre la forza di superare gli ostacoli che ci spaventano, ma soprattutto ci dia la forza di convertire il nostro cuore. Dio vi e ci benedica amici cari! 🙂 🙂 🙂
Alessandro Ginotta
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