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Eh sì, la tentazione, perchè non ci “schiacci” va scacciata subito.

Eh sì, la tentazione, pechè non ci

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,27-32)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».

Parola del Signore

Gv 12,44-50

Verrebbe voglia di dire: “basta il pensiero”. Ma, Grazie a Dio, non è proprio così. Per commettere il peccato di adulterio, anche se nel privato del proprio cuore, serve il desiderio consapevole. E’ un po’ come l’intenzione di un ladro che, a tavolino, pianifica in tutti i dettagli un furto che è determinato a portare a termine. Nel momento in cui si decide il male, si commette il peccato. Così è l’adulterio nel cuore. A quel punto non importa se avremo l’occasione di consumarlo oppure no, basta averlo deciso deliberatamente per macchiarsi della colpa.

Ciascuno di noi, nella vita, può provare la tentazione di mangiare il frutto proibito. E non parlo solo del sesto comandamento, ma di ogni occasione di peccato, dal più banale al più serio: la tentazione… ha la forma di un serpente… si insinua e sussurra nella nostra mente. Sta a noi decidere se ascoltarla, o scacciare il pensiero. Fin qui non abbiamo commesso nulla di male. Il male, quello vero, scatta solo nel momento in cui decidiamo di assecondare la tentazione.

Non dobbiamo vergognarci della tentazione, ma di cadere nel peccato. E la “molla” che fa scattare il peccato è la  concupiscenza. Generalmente con questo termine si intende la brama, il desiderio di un piacere carnale. Ma non è solo questo. Potremmo dire che la concupiscenza è il desiderio di qualcosa di male, di contrario a Dio.

La concupiscenza è opera di Lucifero. Nella Bibbia il profeta Isaia ce lo presenta così: “Come mai sei caduto dal cielo, astro del mattino, figlio dell’aurora? Come mai sei stato gettato a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi nel tuo cuore: «Salirò in cielo, sopra le stelle di Dio innalzerò il mio trono, dimorerò sul monte dell’assemblea, nella vera dimora divina. Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo». E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell’abisso!” (Isaia 14,12-15). E’ proprio questo angelo caduto che talvolta si insinua nei nostri pensieri con le sue tentazioni, nel tentativo di allontanarci da Dio.

Eccolo il serpente, che nell’atto di tentare la donna dice: “È vero che Dio ha detto: «Non dovete mangiare di alcun albero del giardino»?” (Genesi 3,1). Eva allora iniziò a pensare e a dialogare con il serpente, fino a cadere nella trappola del diavolo. Oh, quanto è facile perdere una battaglia con il demonio! Se gli lasciamo spazio, egli si insinuerà nei nostri pensieri, sempre più in profondità finchè non avrà corrotto la nostra mente e noi saremo caduti con lui. Occorre invece resitergli e la strada migliore per farlo è la preghiera.

Come ci suggerisce Papa Francesco: “Chiediamo al Signore che, quando siamo in tentazione, ci dica: Fermati, stai tranquillo. Ricordati cosa ho fatto con te in quel momento, in quel tempo. Alza gli occhi, guarda l’orizzonte, non chiudere, non chiuderti, vai avanti. E questa Parola ci salverà dal cadere in peccato nel momento della tentazione“.

Cari amici le domande che oggi vi propongo (e mi propongo) sono: Come mi comporto quando nella mia mente si affaccia una tentazione? Mi deprimo, mi curvo su me stesso e mi indebolisco, oppure alzo lo sguardo a Dio e mi rafforzo per scacciarla? E quando sono caduto chiedo aiuto a Dio per rialzarmi, oppure resto a terra schiacciato?

Questa notte, Gesù, ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco! Rendili forti nella prova!

#Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂

Eh sì, la tentazione, pechè non ci
Il dipinto di oggi è “Cristo e l’adultera” del pittore italiano Lorenzo Lotto, 1556 circa, olio su tela, 105 x 132 cm, Museo Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto (Ancona).

Alessandro Ginotta

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