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Essere primi? Serve solo ad arrivare ultimi!

Gesù, Zebedeo, santanotte

Certo che noi uomini siamo proprio miopi! Non vediamo, o ci rifiutiamo di vedere, ad un palmo dal nostro naso!

Il mio in(solito) commento a:
Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato (Marco 10,32-45)

L’evangelista san Matteo ci racconta che, proprio mentre Gesù preannunciava ai suoi discepoli la sua cattura, Passione e condanna a morte, loro che facevano? Lo stavano ad ascoltare? No! Essi aspiravano a sedere, chi alla sinistra, chi alla destra, di Gesù nel “suo regno” (e neppure sapevano che si sarebbe trattato sì, di un regno, ma del Regno dei Cieli). 

Gli apostoli non si domandavano neppure quali sofferenze avrebbe dovuto sopportare Gesù per raggiungere quel trono. Non si chiedevano neanche il perché Cristo avrebbe dovuto fare l’esperienza di una morte tanto atroce. In quel momento, l’unica cosa che contava per loro, era raggiungere l’obiettivo, il prestigio, la posizione. 

Il cuore di una mamma un po’ avventata, Maria Salomè, moglie di Zebedeo e madre degli apostoli Giacomo e Giovanni, tradisce ambizione e impulsività quando chiede a Gesù far sedere i propri figli nel suo Regno, l’uno alla sua destra e l’altro alla sua sinistra. Ma questa madre non ha compreso che il Regno di Cristo non è di questo mondo (cfr. Gv 18,36) e che il premio di restargli accanto non è l’onore né la gloria, ma il martirio ed il servizio.

Ma quanto si sbaglia! E quanto ci sbagliamo anche noi, quando ci lasciamo trasportare dal nostro orgoglio, dal nostro desiderio di metterci in mostra e primeggiare sempre

Perché, spiegherà Gesù: “Chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. Eh sì, nel Regno dei Cieli non conta mostrarsi, ma rendersi utili. Vale di più un fatto… di mille parole.

Gli altri apostoli – non Gesù, badate bene amici cari – si sdegnano a questa proposta. Il Figlio di Dio invece sa che la mente umana si lascia ingannare dall’ambizione che ci acceca tanto da farci sembrare stolti. Guardate amici, nella storia, neppure troppo lontana, quanti “potenti” in realtà si sono comportati in maniera dissennata, cadendo così rovinosamente dall’alto della propria presunta superiorità.

Sì amici, perché il demone dell’ambizione sempre sussurra alle nostre orecchie, e sempre ci lusinga con le sue proposte azzardate, per poi ridere di noi quando scivoliamo per il solo fatto di averlo assecondato. E ci lascia nella polvere una volta caduti.

Ma Dio ci ama, così come siamo, anche nella nostra condizione di peccatori, anche nella nostra insensatezza. Perché Dio non è un giudice severo, ma un padre amoroso, che perdona i difetti e la limitatezza dei propri figli. Anzi, Dio viene a cercarci anche in mezzo al deserto quando ci smarriamo. E ci abbraccia, ci accoglie e fa una gran festa quando, come il figliol prodigo, torniamo a Lui dopo esserci allontanati.

No, Gesù non si adira con la madre di Giacomo e di Giovanni, ma pazientemente spiega ai suoi apostoli che: «I governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (vv. 25-28). Sì amici cari, più ci si avvicina a Dio e più si diventa umili.

#Santanotte amici. Dio svuoti i nostri cuori dall’orgoglio e li riempia d’amore. Dio vi e ci benedica tutti, amici cari! 🙂 🙂 🙂

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Cristo il Salvatore” di Antonio María Esquivel,1842, olio su tela, 280×182 cm, Museo del Prado

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