+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,7-13)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».
Parola del Signore
Gesù è gratis. Non si paga, di certo non con il denaro.
Io sento particolarmente questa pagina del Vangelo e, come me, penso che la sentiranno i tantissimi fedeli laici che hanno risposto all’invito del Signore: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe” (Lc 10,2).
Evangelizzare è un vero lavoro. Chi si fa portatore della Parola sa che non ci sono orari, che qualcuno può bussare alla nostra porta anche a mezzanotte (cfr. Lc 11,5-9). “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” insegna Gesù, ed è così!
Nella messe del Signore si lavora “a tempo pieno”. Chi ha deciso di dedicare la propria vita a Dio è chiamato a darne testimonianza sempre e ovunque, nella vita di tutti i giorni, a scuola, in strada, tra gli amici. Non si timbra il cartellino. Non c’è un orario in cui si posa il Vangelo per poi riprenderlo in mano il giorno dopo. No. Chi vive per Dio respira la Parola, mangia la Parola, beve la Parola. La Parola è vita. La Parola è tutto: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete” (Gv 6,35).
Certo non è facile lasciarsi ogni cosa alle spalle. Andare sempre avanti contro ogni logica mondana. Spes contra spem, “credere contro ogni speranza” (cfr. Romani 4,18). Chi lavora unicamente per il Signore non ha uno stipendio fisso. Non bisogna però farsi prendere dagli affanni della vita quotidiana: “Non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?” (Mt 6,25). Bisogna essere un po’ come gli uccelli del cielo: “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? ” (Mt 6,26). Vestire di luce e colore com i gigli del campo: “E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro” (Mt 6,28-29).
Gesù ci insegna che il denaro non è tutto. Anzi… è un “di più”: “Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6,33). Questa è la nostra missione: cercare il Regno di Dio e la sua giustizia. Di tutto il resto non ci dovremo preoccupare.
Bisogna avere fede, sì… e averne tanta: “Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento” (v. 9). Dunque evangelizzare è un vero lavoro, ma il contratto… è “atipico”: il Signore ci “assume” e noi siamo i suoi operai. Non dobbiamo preoccuparci di portare con noi due tuniche… il Signore stesso ci donerà ciò che davvero ci serve: “Il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno” (Mt 6,32). E’ così… ed io lo posso testimoniare: lavoro da tempo solo per il Signore, e non mi è mai mancato nulla. Egli provvede ad ogni mio bisogno. Grazie Signore!
Non due tuniche… non denaro. Commenta Padre Ermes Ronchi: “L’annunciatore deve essere infinitamente piccolo, solo così l’annuncio sarà infinitamente grande. Sono partiti a due a due, con niente. Ma i dodici avevano un fuoco. Il fuoco si propaga col fuoco”. Eh sì! fuoco con fuoco. Il fuoco dello Spirito che da solo riempie i cuori ed apre le porte. Questa è la “moneta” di Dio: Il fuoco dell’Amore e della carità, il calore della fratellanza e dell’amicizia. Il fuoco buono che scalda, illumina e non consuma. Oh Signore, fai che questo fuoco arda sempre nel nostro cuore!
Cari amici le domande che oggi vi propongo (e mi propongo) sono: Riesco ad affidarmi totalmente nelle mani del Signore? Oppure le preoccupazioni mi tengono legato “al mondo”? Se Gesù mi dicesse: “lascia tutto e seguimi” lo seguirei senza esitazione?
Questa notte, Gesù, ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco! Fai che non tramonti mai la loro fiducia in Dio!
#Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂
Il dipinto di oggi è “La Cena ad Emmaus” attribuito al pittore olandese Lambert Jacobsz, 1628–1632 circa, olio su tela, Kadriorg Art Museum, Tallinn, Estonia
Alessandro Ginotta
Sostieni labuonaparola.it
Se ti piace questo blog sostienilo. La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità.
Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!
Vuoi ricevere i commenti di La buona Parola nella tua e-mail?
Iscriviti alla newsletter: è gratis e potrai cancellarti in ogni momento!