Non servono i cattivi sentimenti, i mali dell’anima. Sono tutte situazioni tossiche che ci appesantiscono inutilmente, che ci fanno stare male. Noi dobbiamo amare. E basta. Perché siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio.
Il mio in(solito) commento a:
Così fu detto agli antichi; ma io vi dico (Matteo 5,17-37)
«Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna» (vv. 21-22). Un Gesù da Antico Testamento? E’ tornato il Dio vendicativo e punitivo che ci sembra che venga tratteggiato da alcuni dei libri più antichi della Bibbia? O forse… semplicemente… non abbiamo capito bene?
Questa pagina dell’evangelista Matteo va “masticata” e “digerita”. Sembra difficile da comprendere. Se ci accontentiamo di una lettura superficiale, il brano di oggi può apparire graffiante, sembra quasi che Gesù abbia tirato fuori tutta la severità che ci aveva risparmiato fino ad ora. Ma dov’è finita la misericordia? No, non è così.
Quello che emerge da una lettura più profonda, da una riflessione attenta di questa pagina, è lo stesso Gesù, perdutamente innamorato dell’uomo, che noi conosciamo. Un Gesù che desidera per noi solo cose buone. Un Gesù che ci offre la sua chiave di lettura dei Comandamenti e dei precetti per aiutarci a vivere una vita migliore. Un Gesù che, non giudica, ma che ci propone un’alternativa, quella cristiana, alla vita del mondo. Un Gesù che “ci aggiusta il cuore”, andando alla radice del problema.
Riflettiamoci un istante: non adirarsi con il proprio fratello, non offendere, riconciliarsi… Cristo traccia il cammino del buon cristiano, mettendo in pratica il comandamento dell’amore: la legge superiore ad ogni altra, che regola tutta la nostra vita. Se noi amiamo il nostro fratello, non ci adiriamo con lui, non lo offendiamo, non gli facciamo un torto. Vedi come non ci sia nulla di difficile?
Alla fine, anche questa complessa pagina di Vangelo si traduce nel mettere in pratica il comandamento dell’amore. Se noi ameremo, il nostro cuore si aggiusterà, e non proveremo più né odio, né invidia, né desiderio di possedere la cosa o la donna d’altri. No. Non c’è bisogno di tutto ciò. Non servono i cattivi sentimenti, i mali dell’anima. Sono tutte situazioni tossiche che ci appesantiscono inutilmente, che ci fanno stare male. Noi dobbiamo amare. E basta. Perché siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio.
“Dio è amore”, come leggiamo nella prima lettera dell’evangelista Giovanni: “amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore”. (1Giovanni 4,7-8). L’amore. Un sentimento che aggiusta il cuore. Un sentimento che rende inutile il peccato.
#Santanotte non dimentichiamo che, come ci insegna San Giovanni della Croce: “al tramonto della vita saremo giudicati sull’amore”. Dovremo rendere conto al Signore se abbiamo vissuto la nostra vita nel suo amore o nel disinteresse e rancore verso i nostri fratelli.
Alessandro Ginotta
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