San Francesco ha imitato Gesù come nessun altro. Il Figlio di Dio si è spogliato della sua divinità, diventando uomo tra gli uomini, pur rimanendo Dio. Non ha rinunciato alla sua natura divina, ma ai suoi diritti, scegliendo di vivere come uno di noi.
Il mio in(solito) commento a:
Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli (Matteo 11, 25-30)
Gesù non ha mai cercato potere, successo o dominio. Al contrario, ha abbandonato i privilegi divini per farsi servo, obbedendo al Padre fino alla morte in croce.
Dio è amore (1Gv 4,8), e il suo desiderio più grande è amare ciascuno di noi, accettandoci per come siamo, senza volerci cambiare a tutti i costi. Gesù ha sopportato il tradimento e il rifiuto perché, se noi siamo piccoli davanti a Lui, Lui è immensamente grande. Si offre a ognuno di noi, sempre. Non ci costringe, ci lascia liberi di scegliere. Ci indica la strada, ma ad ogni bivio siamo noi a decidere quale direzione prendere. E in qualsiasi direzione andremo, Lui resterà accanto a noi. Quando scegliamo la via giusta, ci avviciniamo a Lui. Quando sbagliamo strada, è lì, ancora più vicino: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati» (Mt 9,12). Anche quando non ce ne accorgiamo, Lui è lì.
Gesù cammina con noi, nelle gioie e nelle difficoltà. Da duemila anni si fa Pane per noi nell’Eucaristia. Quante volte dimentichiamo il dono straordinario che riceviamo quando partecipiamo alla Santa Messa! Gesù viene dentro di noi, si unisce a noi, donandoci vita e salvezza: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi… troverete ristoro per la vostra vita» (Mt 11, 28-30). Chi non si sente stanco? Chi non vorrebbe un amico fedele, sempre pronto ad ascoltare, perdonare e prendersi cura di noi?
Eppure, troppo spesso, rifiutiamo questo invito. Il mondo ci inganna, facendoci inciampare e allontanare da Lui. Ci sembra quasi che per essere felici, dobbiamo peccare.
Il mondo è diventato arido: fede e speranza si stanno esaurendo, come un terreno troppo sfruttato che si trasforma in sabbia. In questo deserto, Gesù si offre come sorgente d’acqua viva, pronta a dissetare la nostra anima.
E in questo tempo di guerra, di violenza e divisioni, come non ricordare l’invito alla pace di San Francesco? Lui, che ha saputo essere strumento di pace, ci mostra che la via di Gesù è quella del dialogo, della riconciliazione, del perdono. In mezzo a tanto rumore, a tanta distruzione, Dio ci chiama alla pace. Non quella che il mondo promette e non mantiene, ma quella vera, quella che nasce da cuori disarmati, da mani che non alzano mai il pugno, ma solo l’abbraccio.
Anche in mezzo a questo vuoto spirituale, noi siamo sempre davanti agli occhi di Dio. Siamo come piccole fontane, fatte per zampillare acqua buona. Gesù è il Cireneo che ci aiuta a portare il nostro fardello, e con Lui, ogni peso diventa più leggero.
Davanti a un Dio che ci ama, ci accoglie e ci perdona, anche noi possiamo spogliarci di qualcosa. Lasciamo andare l’odio, il rancore, le divisioni. Non ci servono. Abbandoniamoli e rivestiamoci dei buoni sentimenti di Cristo. Solo così potremo essere, come San Francesco, strumenti di pace. #Santanotte
Alessandro Ginotta
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