Ah, la gratitudine, questa sconosciuta! Dieci ammalati di lebbra incontrano Gesù e lo supplicano di guarirli. Lui lo fa (in un modo particolare che vedremo), ma solo uno di loro tornerà indietro per ringraziarlo (e anche qui avremo da notare qualcosa).
Il mio in(solito) commento a:
Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero (Lc 17,11-19)
Certo che noi esseri umani siamo strani. Appena abbiamo un problema corriamo in chiesa a pregare, ci inginocchiamo, imploriamo: “pietà, ottienimi questa o quest’altra grazia…”. Sembriamo le persone più devote del mondo. Forse facciamo perfino qualche voto chiedendo l’intercessione di un santo. Poi… ottenuto ciò che più cin interessava, ci dimentichiamo perfino di Dio. Non solo non lo ringraziamo, ma non troviamo neppure più il tempo (o la voglia) di pregare. Non è così?
Ma non è (solo) su questo che desidero soffermarmi. Hai notato come Gesù opera queste guarigioni? “Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati” (vv. 12-14). La loro guarigione non è istantanea, ma lungo il cammino. È un po’ come se dovessero metterci qualcosa “del loro”: la fiducia di incamminarsi per andare a presentarsi ai sacerdoti.
Devi sapere che i sacerdoti, al tempo di Gesù, erano preposti a valutare se la lebbra fosse o non fosse guarita e potevano prescrivere al malato di restare in isolamento, fuori dal villaggio, per non contagiare nessuno. La Bibbia riporta anche una sorta di manuale che descrive bene le fasi iniziali della lebbra per poterla riconoscere. Dunque dicendo ai dieci lebbrosi di andare a presentarsi ai sacerdoti è come se Gesù mettesse alla prova la loro capacità di credere che una guarigione soprannaturale si potesse verificare. Se non credi tu per primo nel miracolo che stai chiedendo, allora stai sprecando inutilmente tempo.
Dio ci chiede sempre quella fede capace di credere all’impossibile perché l’impossibile diventi realtà. I dieci, incamminandosi per andare dai sacerdoti, dimostrano di avere questa fede, per questo guariscono.
Ma… c’è un ma: la guarigione del corpo non sempre coincide con la guarigione dello spirito. Nulla sappiamo dei nove ingrati che, una volta risanati, supponiamo siano tornati di corsa alle loro vite di sempre, ma di certo il decimo, lo straniero, fu salvato anche nell’anima: “Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!»” (vv. 15-19).
Vedi quel che manca: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». Così la salvezza è davvero completa! Il fatto che le macchie siano scomparse ed il corpo guarito, non significa che sia guarita anche l’anima di quei nove ingrati. Solo il decimo ormai ex-lebbroso ha ottenuto anche il lasciapassare per il cielo.
Infine un’ultima sottolineatura: hai notato come, ancora una volta, sia un abitante di Samaria ad avere i modi migliori? Un po’ come nella parabola del buon samaritano. E ricorda come sarà proprio una samaritana, pagana e adultera, ad essere capace di comprendere tratti della divinità di Cristo che vengono ignorati (o peggio ancora negati) dai giudei. Che cosa ci vuole comunicare Gesù? Che non è un’etichetta a decidere se noi saremo buoni o cattivi, ma la purezza del nostro cuore. E l’amore non guarda i confini, ma si spande liberamente là dove arriva il soffio dello Spirito Santo. Sì, perché, come leggiamo negli Atti degli Apostoli: “E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: «Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo” (At 10,45-48). L’amore di Dio è per tutti: nessuno escluso. #Santanotte
Alessandro Ginotta
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