Hai mai assaggiato un pezzo di cielo? Alcuni degli apostoli sì (e indirettamente anche noi) sentiamo che sapore ha in questo brano di Vangelo
Il mio in(solito) commento a:
Se avrete fede, nulla vi sarà impossibile (Matteo 17,14-20)
Pietro, Giacomo e Giovanni hanno appena vissuto la loro esperienza più forte: hanno assistito alla trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor. Quante emozioni per loro! “Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia” (Luca 9,33). Era bello. Quei tre Apostoli hanno appena potuto assaporare un anticipo del Paradiso. Uno scorcio di quello che accadrà quando noi tutti saremo al cospetto di Dio.
Un libro della Bibbia, il Qoelet, ci ricorda che c’è un tempo per ogni cosa: un tempo per vivere ed uno per morire; un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato (cfr. Qoelet 3,1-2). Per gli apostoli (ed anche per noi) è giunto il tempo di scendere dal monte e di tornare alla vita quotidiana e alle sue difficoltà.
Ma gli apostoli scendendo dal monte si imbattono in un problema che non riescono a risolvere. Forse la loro mente è ancora un po’ lassù, dove volevano fabbricare tre tende per rimanere a contemplare quell’estasi di Paradiso. Un padre disperato, la folla, i discepoli inermi e rinunciatari: non sono stati capaci di scacciare il demonio dal suo corpo. Gli Apostoli, di fronte al fallimento, sono confusi.
La narrazione di san Matteo è piuttosto sintetica, ma nel passo parallelo narrato da san Marco (Marco 9,14-29) troviamo il dubbio del padre che, perplesso, si rivolge a Gesù: “Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci” (Marco 9,22).
Se tu puoi!? Tutto è possibile per chi crede! (cfr. Marco 9,23). Certo che tutto è possibile! “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo monte: «Passa da qui a là», e passerà; e niente vi sarà impossibile” (cfr. Matteo 17,20). Il dubbio. La poca fede. Sono questi i limiti del cristiano. Se noi fossimo capaci di abbandonarci completamente a Gesù, di credere pienamente in Lui, davvero potremmo tutto!
Gesù può operare il Miracolo e salvare il fanciullo, ma desidera che sia il genitore a fare il primo passo: abbandonare il dubbio e credere. “Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!»” (Marco 9,24). Così, questo doppio atto di fede (il credere in Dio e credere che Dio possa aiutarci a dissipare ogni dubbio) permette di ottenere da Dio la guarigione del ragazzo.
Il Male, il Maligno, il demonio, o come altro lo vogliamo chiamare… è forte in misura della nostra paura. Il potere del male ci opprime e ci aliena. Il Nemico fa in modo che viviamo nella paura (cfr. Marco 5,2-4). Più lo temiamo, più si rafforza. Questo non vuol dire che non lo dobbiamo temere… anzi, ma non dobbiamo permettere alla paura di paralizzarci. Non dobbiamo cadere vittime di ansia ingiustificata, sconforto, depressione, che costituiscono terreno fertile per il Maligno. Lui si annida in queste condizioni che rendono l’uomo più fragile.
Gesù ha vinto il male, anche se lo ha fatto in un modo che ancora non capiamo: passando attraverso la croce. Ma proprio questo suo accettare il proprio destino, la propria condizione, questa fede assoluta in Dio Padre, gli ha permesso di vincere per sempre la morte: “Abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!” (Giovanni 16,33).
Dobbiamo avere fede. Solo così troveremo la forza di scacciare i demoni di ansia, preoccupazioni e paure dal nostro futuro: “I segnali che accompagneranno coloro che credono sono questi: scacceranno i demoni nel mio nome!” (Marco 16,17). Bisogna credere in Dio, credere nel Vangelo. Perché con Gesù al nostro fianco non dovremo più temere nulla. Siamo chiamati ad abbandonare il dubbio e credere, come fece il padre del ragazzo epilettico. Gesù è qui e chiede anche a noi, anche a te che leggi, di rinunciare alle tue paure, abbandonare il pessimismo e credere che dietro alla tenebra che avvolge la croce si prepara la luce sfolgorante dell’alba più bella. Devi credere che la tua vita potrà solo migliorare se ci metterai dentro più Dio. Più Vangelo. Più fede. Perché la forza del cristiano è tanto più grande quanto più egli ha fede in Dio.
Ecco che sapore ha il cielo: sa di miracolo intriso di speranza, amore, serenità e gioia. Quella che proverai anche tu, se saprai abbandonarti interamente a Gesù!
#Santanotte La tua fede non ti abbandoni mai, anzi, diventi un faro per te e per tutti coloro che ti stanno accanto.
Alessandro Ginotta
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