Sono 88 gli episodi di Sorprendersi con Dio usciti fino ad ora sulle pagine del Corriere della Valle: una rubrica sempre in equilibrio tra scienza e fede. In questo cammino non potevano certo mancare i re magi, che, in realtà, erano dei veri e propri scienziati ante litteram. Esperti nello scrutare il cielo, avevano ottime conoscenze astronomiche. Venuti da molto lontano per adorare il vero Re: Gesù Bambino, si sono fatti guidare da una strana luce che brillava in cielo ed indicava loro il punto esatto in cui sarebbe nato Gesù.
Tra le fonti più antiche troviamo il Vangelo armeno dell’infanzia, un apocrifo, in cui si legge: “E costoro, guidati da una stella per nove mesi, giunsero a destinazione nel momento in cui la Vergine diveniva madre. In quel momento il regno dei persiani dominava per la sua potenza e le sue conquiste su tutti i re che esistevano nei paesi d’oriente, e quelli che erano i re magi erano tre fratelli: il primo Melkon, regnava sui persiani, il secondo, Balthasar, regnava sugli indiani, e il terzo, Gaspar, possedeva il paese degli arabi”.
Ma che cos’era esattamente questo astro che i Magi seguirono fino a Betlemme? Sono molti gli astronomi e gli scienziati che hanno tentato di fornire una loro interpretazione. Sapevi che la tradizione di porre una stella cometa sulla capanna del presepe o addirittura sull’albero di Natale risale a Giotto? Sì, fu proprio lui il primo artista a raffigurare, nel 1303, la stella dei Magi come una cometa in un affresco nella Cappella degli Scrovegni a Padova. Giotto aveva assistito al passaggio della cometa di Halley nel 1301 e ne rimase talmente affascinato dall’inserirla nell’affresco due anni dopo. Ed effettivamente è molto probabile che una cometa fosse proprio la stella che solcò i cieli della Palestina duemila anni fa. La lunga permanenza nel cielo, che permise ai Magi di seguirla, è compatibile con questo tipo di astro. Tuttavia, calcolando la periodicità di 76 anni tipica della cometa di Halley, scopriamo che il suo transito più vicino alla nascita di Gesù avvenne nell’anno 11 a.C. Fu un’altra cometa? È certamente possibile. Tra le ipotesi più accreditate c’è anche quella di una supernova. Di cosa si tratta? Di una stella che muore “esplodendo”. Durante l’esplosione viene liberata un’energia grandissima e la stella diventa così luminosa da splendere più di una intera galassia. La luce di una supernova resta visibile per alcuni mesi, per poi spegnersi. Sorprendente vero? Che si tratti di una cometa, di una supernova o di un altro fenomeno celeste, quel che importa è non perdere la voglia di seguire la stella! Buona Epifania!
Alessandro Ginotta
L’articolo è stato pubblicato su “Il Corriere della Valle”, n. 1 del 4 gennaio 2024
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