Il perdono. Questo sconosciuto… Ma perché mai dovremmo perdonare chi ci ha ferito? Vieni, ti porto in un viaggio dentro questa parola misteriosa e potente.
In(solito) commento a:
“Se sette volte ritornerà a te dicendo: Sono pentito, tu gli perdonerai” (Lc 17,1-6)
Ogni giorno, noi cristiani recitiamo una preghiera straordinaria: il Padre nostro. «…rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori…» (Mt 6,12). Ma se siamo sinceri, quanti di noi ci pensano davvero? Perdonare chi ci ha fatto del male… perché dovremmo farlo?
Davanti a un’offesa, restano solo due strade: vendicarsi o perdonare. La vendetta promette sollievo, ma in realtà ci fa entrare in un circolo vizioso, moltiplicando il dolore: «Occhio per occhio. Se fosse applicata questa legge il mondo sarebbe cieco» (Kahlil Gibran). Ecco perché la via del perdono non è solo l’alternativa, ma l’unica vera cura.
Perché il perdono ci spinge avanti, verso il domani, mentre il rancore ci inchioda a ieri, a quel dolore che ci ha segnati. Chi sceglie l’odio o la vendetta pensa di guarire colpendo, ma non fa che riaprire ferite, rendendosi prigioniero di chi quel dolore gliel’ha inferto. Il perdono, invece, ci libera. Ogni volta che perdoniamo, alleggeriamo il nostro cuore, ci riavviciniamo a Dio e ritroviamo pace.
Non è mia abitudine usare parole in greco o latino, ma questa volta è importante: il termine greco “aphíemi” usato per “perdonare” significa proprio “lasciare andare”, “liberare”. Ecco cos’è il perdono: un gesto che ci sgancia dal passato, dai tentacoli del risentimento. Perdono è rinascita, è pace con Dio e con la nostra coscienza.
Certo, lo so, perdonare chi ci ha ferito è una sfida. A volte sembra impossibile amare chi si comporta come un nemico. Eppure, quando ci riusciamo, sperimentiamo qualcosa di simile alla grazia, un dono che il Signore stesso ci concede. Lui sa dove noi fatichiamo ad arrivare. Anche Gesù, dall’alto della croce, ha perdonato: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). Il suo amore ha superato la logica della vendetta e del risentimento.
Ma per noi, esseri umani, com’è possibile non solo non condannare, ma persino offrire qualcosa a chi ci ha fatto del male? Qui sta la forza dell’amore di Dio, il “prototipo” di quel sentimento che Lui ci invita a provare: «Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34).
Questo è il vero volto dell’amore di Dio. Un amore che non si concede come un premio, ma come un dono: “Poiché Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Gv 3,16). Un amore che arriva a dare tutto: “Nessuno ha amore più grande di questo: dare la propria vita per i suoi amici” (Gv 15,13).
Dio ci chiama a scrivere una storia di bene nella vita degli altri, anche di chi ha sbagliato con noi. Basta una parola, un sorriso, un abbraccio per trasmettere agli altri la cosa più preziosa che abbiamo ricevuto: il perdono. Non dimentichiamo mai le parole di Gesù: «Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34).
Questo è il cuore di Dio! Un cuore di Padre, che vuole il bene per ciascuno dei suoi figli, perché vivano nella gioia e nella pienezza. Un cuore che ci apre le porte della sua misericordia, oltre il nostro piccolo concetto di giustizia, e non ci ripaga secondo le nostre colpe. #Santanotte
Alessandro Ginotta
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