Vai al contenuto

Il demone che riconobbe Dio

Il demone che riconobbe Dio

Noi, amati senza misura da Dio, ci perdiamo nell’incapacità di riconoscerlo davvero. Lo confondiamo con un guaritore, lo inseguiamo finché ci dà ciò che vogliamo, e poi? Lo dimentichiamo.

Il mio in(solito) commento a:
Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse (Mc 3,7-12)

Il Vangelo di oggi ci mostra un Gesù circondato da una folla che lo pressa, che lo spinge: “Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo” (Mc 3,10). Lo cercano per guarigioni, per miracoli. Ma quanti, tra quella folla, cercavano il Figlio di Dio? Nessuno. Lo trattavano come un jukebox divino: inserisci la tua monetina e ricevi il miracolo.

Ma Dio non è questo. Non è un dispensatore automatico di grazie. Dio è il nostro Creatore, il Padre che si è fatto vicino a noi per amore. E sì, ci guarisce, ma la sua cura parte dall’anima. Prima di liberare il corpo, vuole sanare il cuore: “Ti sono perdonati i tuoi peccati” (Mt 9,5), dice al paralitico.

Gesù non vuole fermarsi alla superficie. Vuole toccare il tuo cuore, la tua anima. Vuole che tu lo cerchi davvero, come l’emorroissa che, nella sua audacia, sfida tutto e tutti pur di toccare il mantello del Salvatore. Ma non fermarti lì: osa toccare la sua anima.

Eppure, quante volte gli voltiamo le spalle? Lui è qui, sempre, con un amore che non conosce pause. Ma noi? Spesso preferiamo rimanere con le nostre ferite, aggrappati ai nostri errori, piuttosto che accettare la sua guarigione. Siamo noi a dire “no” al suo amore, scegliendo di tenerci la nostra malattia.

E poi c’è una verità che colpisce: mentre noi fatichiamo a riconoscere Gesù, il demonio non ha dubbi su chi sia. “Tu sei il Figlio di Dio!”, gridano gli spiriti impuri, e Lui ordina loro di tacere. Ma perché il diavolo lo riconosce così chiaramente?

Perché, per quanto detestabile, il demonio è un essere spirituale, un angelo decaduto. Conosceva Dio, lo ha visto, lo ha amato prima di ribellarsi per orgoglio. Ora, nella sua caduta, cerca di vendicarsi tormentando proprio noi, le creature che Dio ama così tanto.

Ma tu non vuoi davvero lasciarti ingannare, vero? Perché non iniziamo, invece, a guardare Gesù per quello che è? Il Dio-con-noi, così innamorato dell’uomo da farsi Uomo. Un Dio che non spezza mai i legami, nemmeno quando il nostro cuore si raffredda. Il suo, al contrario, rimane incandescente.

Lui non si stanca mai di amarci. Sta a noi scegliere se accoglierlo davvero o continuare a trattarlo come un guaritore di passaggio. E tu, cosa sceglierai? #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La tentazione di Cristo”, di Ary Scheffer, 1854, olio su tela, 75.5 × 55.0 cm, The National Gallery of Victoria

Sostieni labuonaparola.it


Se ti piace questo blog sostienilo. La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità.

Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!


Iscriviti alla newsletter di La buona Parola

Ricevi nella tua e-mail i commenti al Vangelo. È completamente gratis e potrai cancellarti in ogni momento

Iscriviti alla newsletter di La buona Parola

Iscriviti alla newsletter per ricevere i commenti al Vangelo ogni giorno nella tua e-mail. È gratis e potrai cancellarti in ogni momento

Continua a leggere