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Il laboratorio del cuore: quando l’integrazione “si cuce” a tavola

Il laboratorio del cuore: quando l'integrazione

Con ago e filo rammendano la trama delle proprie vite e poi creano capolavori. La cena di Natale delle ragazze della San Vincenzo di Aosta.

Quanti problemi si risolvono a tavola! Durante queste feste tutti noi abbiamo pranzato e cenato con parenti ed amici, abbiamo condiviso con loro i nostri pensieri, i nostri sogni, magari le aspettative per l’anno nuovo. Il cibo favorisce il dialogo ed aiuta ad abbattere le barriere. Sì, perchè seduti davanti ad un buon piatto, si vive dello stesso cibo e ci si nutre nutrendo le relazioni.

Ma quella che voglio raccontarvi oggi è la storia di una serata decisamente speciale: la cena del “Laboratorio del cuore“, iniziativa promossa dal Consiglio Centrale di Aosta della Società di San Vincenzo De Paoli, con il sostegno del Centro delle Famiglie della Valle d’Aosta e della Caritas diocesana. Il “Laboratorio del cuore” è un luogo di aggregazione in cui ragazze provenienti dai quartieri più poveri delle nostre città, ma anche dal Bangladesh, dall’Algeria, dalla Tunisia, dal Marocco e dalla Repubblica Dominicana, si ritrovano per mettere a frutto la propria creatività. Cuciono stoffe dai colori vivaci, con ago, filo e tanta fantasia; realizzano idee per tutta la casa, pratiche borse ed accessori, patchwork e tanto altro. Oggetti resi ancora più preziosi per la passione e la gioia con cui vengono creati da queste ragazze che hanno alle proprie spalle storie di difficoltà, sofferenza e privazioni.

Donne che vedono nelle proprie creazioni un mezzo per affrancarsi, un modo per gridare a gran voce: “ci siamo anche noi”. Ragazze che, frequentando i corsi di sartoria e cucito creativo, stanno anche mettendo le basi per un futuro più sereno.

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Pochi giorni fa si sono ritrovate tutte insieme, con le loro insegnanti e le volontarie. Una volta tanto non attorno al tavolo del cucito, ma ad una generosa teglia di pizza: “Il Natale – racconta Annamaria Sparagi, volontaria della Conferenza di San Vincenzo del Santuario dell’Immacolata di Aosta e responsabile del progetto – è una festa della tradizione cristiana tuttavia quella sera non ci sono state barriere di sorta e questo mi ha portato a considerare che lo spirito vincenziano sia veramente la chiave di volta per scardinare pregiudizi e situazioni preconcette”.

“La Società di San Vincenzo De Paoli – spiega Angela Bauso, presidente del Consiglio Centrale di Aosta – serve tutti coloro che si trovano nel bisogno, indipendentemente dalla loro religione, dalla loro condizione sociale o la loro etnia, dal loro stato di salute,  sesso, particolarità culturali o opinioni politiche”.

L’integrazione si coltiva anche a tavola, perchè è proprio posando gli occhi in quelli del commensale seduto dirimpetto che ci si rende conto che una persona è una persona, indipendentemente dallo stato sociale, dalla nazionalità, ed anche dalla religione professata.

Alessandro Ginotta

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