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Il segreto della Risurrezione nascosto in un dipinto

Il segreto della Risurrezione nascosto in un dipinto

L’esperimento in cui vi coinvolgerò oggi, cari amici, ci metterà di fronte ad una domanda che sfida le convinzioni e le speranze di ciascuno di noi: «C’è vita dopo la morte?». Nel corso di questa e delle prossime puntate di “Sorprendersi con Dio” cercheremo insieme una risposta, guardando, di volta in volta, con gli occhi della scienza e con quelli della fede.

Ben prima di noi, una risposta l’aveva ben chiara Andrea Mantegna, autore del capolavoro che troviamo nella parte sinistra dell’illustrazione di questo articolo: il “Compianto sul Cristo morto”, databile attorno al 1480 ed attualmente conservato nella Pinacoteca di Brera a Milano. Una risposta che, alcuni studiosi avevano intuito decodificando i molti indizi che Mantegna ha disseminato nella tela. Ma che noi possiamo desumere, ancor più agevolmente, osservando il disegno che troviamo accanto, opera dello stesso autore, dal titolo: “Uomo che giace su una lastra di pietra”, penna ed inchiostro marrone, 1475-1485, British Museum, Londra. Non è sorprendente? Sembra indicare il fotogramma successivo a quello ritratto nel dipinto: un istante dopo la Risurrezione, Gesù si alza dal tavolo su cui, il corpo esanime, era stato adagiato!

Eh già, se avessimo saputo leggere con attenzione le pennellate del Mantegna, avremmo compreso che i muscoli di Cristo sono tutt’altro che senza vita, ma estremamente tonici, come quelli di chi, da un momento all’altro, sta per alzarsi dalla posizione sdraiata. A ben guardare il dipinto, potremmo notare le braccia appoggiate come per “fare forza” e sostenere il busto, che già appare impercettibilmente ruotato verso la nostra destra, quasi pronto a sollevarsi.

Ma c’è un altro messaggio: il volto. No, non è quello sofferente, di un uomo che ha appena subito atroci torture. Tutt’altro: è un viso sereno. Una faccia che ci trasmette un segnale preciso: «Non vi preoccupate, io ho vinto anche la morte». L’indizio, che si intuisce appena nel primo dipinto, si palesa inequivocabilmente nel disegno preparatorio di quella che sarebbe potuta diventare una seconda, straordinaria, opera d’arte.

Dovete sapere, amici, che Mantegna aveva deciso di destinare il dipinto alla propria cappella funeraria. Un epitaffio per immagini che avrebbe comunicato una certezza: «La morte non è affatto la fine di tutto!”. Peccato che i figli, per onorare un debito, abbiano dovuto vendere proprio quell’opera, che era stata rinvenuta nella bottega, alla morte dell’artista!

Non perdete il prossimo, entusiasmante numero di “Sorprendersi con Dio” perché… scopriremo che l’anima esiste… e potremo perfino pesarla!

Alessandro Ginotta

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L’articolo è stato pubblicato su “Il Corriere della Valle”, n. 12 del 23 marzo 2022

Sorprendersi con Dio: “Il segreto della Risurrezione nascosto in un dipinto”, Alessandro Ginotta, il Corriere della Valle

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