Abbiamo dimenticato una metà di noi stessi. Ogni essere umano è fatto di due sostanze: anima e corpo. Ma il mondo ci spinge a guardare solo in basso, con gli occhi fissi sulle punte dei piedi.
Il mio in(solito) commento a:
Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore (Matteo 6,19-23)
E così finisce che ci dimentichiamo della nostra metà spirituale. Tutto diventa carne, emozioni forti, ma anche incredibile buio abitato da amare delusioni, tristezza e noia.
Sì, perché dove non brilla la luce di Dio è lì che pian piano si insinuano le tenebre. E le tenebre sono abitate dai mostri più terribili: autentici demoni che ci divorano dentro. Così alcuni di noi, i più deboli (credendosi più forti) sedotti dal male, provano a riempire questa noia con assurde e deleterie abitudini.
Ricordi la meraviglia di una notte stellata? Per favore, appena puoi, quando il cielo sarà buio e terso, esci a guardare le stelle. Basteranno i tuoi occhi ed una coperta. Sono solo questi gli ingredienti che ci serviranno per l’esperimento di oggi. Li hai con te? Bene. Cerca un punto lontano dalle luci della città, dove poter stendere la coperta a terra e… sdraiati per godere lo spettacolo.
Ora chiudi gli occhi per trenta secondi. Servirà per abituarli all’oscurità. Fatto? Aprili! Una, due, trenta stelle luminose e luccicanti ti appariranno davanti. Osservale bene, perché potresti vedere un pezzo di Dio. Il cielo notturno è così, più lo guardi, più si svela. Con un po’ di pazienza e tempo a disposizione, riuscirai a scorgere puntini sempre meno luminosi, che prima erano passati inosservati. Quanti ne vedi? Cento. Forse più. Fiumi di stelle scintillano come pietre preziose incastonate nell’infinito.
Così è il mistero di Dio: più lo contempli con gli occhi dell’anima, meglio lo percepisci. Pian piano arriverai ad allargare la tua conoscenza di Dio semplicemente osservandolo. Ricordo sempre un aneddoto tanto caro al santo Curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney (1786-1859): egli raccontava di un contadino che ogni sera, alla stessa ora, entrava da solo nella chiesa della sua parrocchia. Si sedeva nell’ultimo banco e fissava il Tabernacolo. Rimaneva lì, immobile e in silenzio per lungo tempo, senza libri di preghiere né il Rosario, poiché non sapeva leggere.
Intrigato dal comportamento di quell’anziano contadino, una sera san Giovanni Maria Vianney si avvicinò e gli chiese: «Buon uomo, ho notato che ogni giorno venite qui alla stessa ora e vi sedete sempre nello stesso posto. Cosa fate esattamente?». Il contadino, distogliendo per un momento lo sguardo dal Tabernacolo, rispose: «Niente, signor parroco… io guardo Lui e Lui guarda me».
Questo è un primo grande passo per avvicinarti al Mistero di Dio. Questo è un primo, efficace modo di utilizzare gli occhi della tua anima per guardare non già il mondo, ma l’infinito spirituale verso il quale ciascuno di noi tende.
Suona come una melodia questo versetto dell’evangelista San Matteo: “Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”. Ma che cos’è un tesoro? E’ qualcosa a cui si tiene veramente tanto. Qualcosa che ci parla di gioia, felicità, serenità. Qualcosa che ci toglie dalle difficoltà della vita quotidiana e ci offre la possibilità di rivoluzionare la nostra vita, cambiandola in meglio! Qualcosa che ci sorprende, che ci trasforma, che tira fuori di noi il meglio di noi stessi. Il tesoro nei cieli è la chiave della nostra felicità. Siamo ricchi, ma non di denaro! Perché il vero tesoro è nei cieli.
“Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”. Cos’è un tesoro? Qualcosa che ci parla di gioia, felicità e serenità. Qualcosa che ci permette di rivoluzionare la nostra vita in meglio.
Il vero tesoro è nei cieli è fatto delle nostre speranze, di amore verso le persone care. Un tesoro di sorrisi, bei momenti, amicizia, perdono e buone azioni. Un tesoro che aumenta di valore quanto più amore doniamo al prossimo #Santanotte
Alessandro Ginotta
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