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Il Vangelo della gioia

Il Vangelo della gioia

Cristo ci sorprende sempre. Arriva quando meno ce lo aspettiamo, sconvolge le nostre certezze, scuote le nostre vite… come il vino nuovo che ribolle, pronto a scardinare ogni routine.

Il mio in(solito) commento a:
Lo sposo è con loro (Marco 2,18-22)

Hai mai sentito il peso di una gioia trattenuta? Di un sorriso che si spegne prima ancora di fiorire? San Francesco di Sales aveva le idee chiarissime: “Il maligno gode nella tristezza e nella malinconia, perché lui è – e lo sarà per l’eternità – triste e malinconico”. Ecco perché tenta in ogni modo di spegnere la nostra gioia: rende piacevole il male e sgradevole il bene, trasformando le nostre opere buone in fardelli pesanti.

Ma Dio non ci vuole così. Lo dice chiaramente: “Misericordia io voglio e non sacrificio” (Mt 9,13). Il Vangelo è un invito alla gioia, un canto che risuona nel cuore di chi lo ascolta davvero. Lo senti? È il saluto dell’angelo a Maria: “Rallegrati” (Lc 1,28). È Giovanni che danza di gioia nel grembo di Elisabetta. È il sorriso di Gesù che esulta nello Spirito Santo.

Il Vangelo non è mai un peso. È vita, è speranza, è allegria! È questo che il Signore ci chiede: abbandonare le maschere tristi e vivere con il cuore in festa. Non per spensieratezza, ma per quella gioia profonda che solo l’amore di Cristo può donare.

Cristo ribolle, come il vino nuovo, e ci chiama al cambiamento. Basta con le rigide regole dei farisei, con il sacrificio fine a sé stesso. Quei vecchi otri non possono contenere la novità del suo amore. Gli otri nuovi, invece, traboccano della sua Parola: una Parola semplice, che profuma d’amore e riempie la vita di senso.

Ma attenzione: anche oggi ci sono moderni farisei. Li riconosci subito: hanno l’anima spenta e il volto grigio. Disprezzano chiunque sia diverso da loro, giudicano e condannano. Cercano di soffocare la gioia del Vangelo perché non riescono a capirla.

E noi? Noi non possiamo arrabbiarci. Cristo ci ha insegnato a pregare per loro: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34). Il nostro compito è un altro: custodire il vino nuovo del Vangelo, alimentare la fiamma che arde nel cuore e condividerla con chi ci circonda.

«Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare» (v. 19). Facciamo festa! Una festa vera, profonda, che nasce dall’incontro con Gesù. Lui non ci vuole tristi e musoni. Lui vuole la gioia. Quella gioia che, come dice Papa Francesco, “riempie il cuore e la vita intera di chi si incontra con Gesù” (Evangelii Gaudium 1).

Allora non lasciamo che niente e nessuno spenga questa gioia. Conserviamola viva, perché è il dono più prezioso che abbiamo ricevuto #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Christus Consolator” di Carl Heinrich Bloch, 1875, olio su tela, Brigham Young University Museum of Art

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