Se conosci e segui il Vangelo anche a te sarà capitato di pensare: “ma io non mi riconosco più in questo mondo!”. Scopri come puoi cambiare proprio il mondo che non ti piace nel mio
in(solito) commento a:
Tu lo dici: io sono re (Giovanni 18,33-37)
«Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù» (v. 36). Indubbiamente la logica di Gesù è ben diversa da quella “del mondo” che ci circonda. I poveri sono beati, gli ultimi sono i primi, i nemici non solo si perdonano, ma addirittura si amano. Tutto al contrario, non è vero?
È difficile per un non cristiano immedesimarsi in queste affermazioni. Ma è altrettanto difficile per un vero cristiano, guardarsi attorno e vivere nel mondo che ci circonda: guerre, terribili ingiustizie, lotte di potere, corruzione, tutto quello che ci circonda appare estremamente distante dagli ideali evangelici! Sembra quasi che il mondo stesso respinga chi vuole seguire gli insegnamenti di Cristo: l’autentico cristiano è percepito come un perdente, un pazzo visionario da escludere, una persona da emarginare perché portatrice di idee e sentimenti contrari al vivere comune. Pensaci bene: non è il mondo di oggi ad essere cambiato, perché le stesse cose le ha vissute Gesù sulla propria pelle. Lui è stato respinto, messo più volte alla prova, disconosciuto, catturato, percosso, processato ingiustamente e perfino condannato a morte.
Ma poi, tutto è cambiato. Perché non c’è uomo che possa soffocare la Verità. Perché per quanto ci impegniamo non siamo capaci di cancellare il bene e l’amore che Dio riversa sulla terra e su ciascuno di noi. Perchè in fondo capiamo che i valori che ci insegna il Vangelo sono davvero autentici e gli unici per cui valga la pena di vivere.
E qui abbiamo un altro annuncio: quello della Croce. Perché l’amore più alto di Dio lo si scopre nel punto più basso dell’uomo: la Croce, a cui le creature hanno impietosamente inchiodato il Creatore. Un altro ribaltare della prospettiva: il piccolo che diventa grande, l’umile che viene esaltato, il potente che viene rimandato indietro a mani vuote.
È la Croce il luogo in cui il re dei re, destinato a regnare senza fine, diventerà servo, è lo stesso luogo in cui il servo acquisterà la dignità di amico: “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi” (Giovanni 15,15).
Tutto un Vangelo condensato in queste poche righe. No, Dio non ha bisogno di occhiali nuovi, siamo noi a dover cambiare il punto di vista. Dio non è un vendicatore od un giustiziere. Dio non viene a giudicare, ma per amare. E quando si fa buio nel nostro cuore, pensiamo a Gesù. Perché Lui è qui, a soffrire con noi. A sostenerci con le sue braccia forti. Perché é proprio nei momenti più bui che Egli si fa luce! #Santanotte
Alessandro Ginotta
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