Potrei leggerti racconti di mistiche e veggenti che mettono i brividi, ma la Bibbia dice ben altre cose! E poi vorrei proporti un punto di vista in(solito)…
Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà (Lc 17,26-37)
È già accaduto ai tempi di Noè: “mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti” (vv. 26,27). Per un disegno che sprofonda le sue radici nell’imperscrutabilità del grande mistero di Dio, accadrà di nuovo. Il mondo, così come lo conosciamo, scomparirà. Finirà tutto.
Anzi no. Non finirà nulla, ma tutto si trasformerà! Scrive San Paolo: “Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore” (1Tessalonicesi 4,16-17).
Ma come e quando sarà la fine del mondo nessuno lo sa. Permetti una domanda? Nella vita ti sei sempre comportato secondo coscienza? E se, qualche volta, ti sei lasciato trascinare dal tuo lato peggiore hai chiesto perdono? Ti sei pentito? Ma soprattutto hai amato? Allora non hai proprio nulla da perdere. Anzi, direi che hai solo da guadagnare.
Io sono fermamente convinto che la Creazione sia un atto d’amore di Dio. Noi tutti siamo qui, sulla terra, ci muoviamo, respiriamo, viviamo, gioiamo… per effetto di questa azione di Dio, che è Amore (1Gv 4,8). Noi esistiamo per amore di Dio. Poi, un giorno, morremo: la nostra esistenza terrena cesserà. Che cosa accadrà? Siamo stati fedeli a quell’amore che Dio ci ha donato? Allora anche in noi ci sarà l’amore di Dio, che è la sua stessa sostanza. Anche noi torneremo a Lui, a prometterlo fu Gesù durante l’Ultima Cena: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo” (Giovanni 17,20-24).
Moriremo. Torneremo con Dio. Torneremo in Dio. Perché abbiamo amato.
E chi non ama? Chi non rispetta il comandamento supremo che ci ha dato Gesù? “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Giovanni 15,12). Chi fa del male al proprio fratello, chi lo deruba, lo sfrutta, lo insulta o semplicemente lo dimentica nel bisogno, non ha amato. Non amando il prossimo non è stato fedele al comandamento dall’amore, alla richiesta che ci ha fatto Gesù. Non ha riconosciuto, nell’altro, quella parte di Dio che abita in lui. Ha interrotto (volontariamente) quella catena d’amore che parte dalla Creazione ed arriva all’Ultimo Giorno, il momento in cui l’amore uscito da Dio torna in Dio. Il momento in cui anche noi, che abbiamo amato, torneremo con Lui. Così, chi ha interrotto quel flusso d’amore, non può seguirlo. Non può riunirsi a Dio. Non ne è più capace, perché ha spezzato il filo e si perde nelle tenebre. Rifiutando l’amore, rifiuta Dio. Un rifiuto che, all’ultimo giorno, è definitivo. L’inferno. La separazione da Dio. E quale dolore aver visto l’amore e non essere stato capace di seguirlo! Sì, che lì ci saranno pianto e stridor di denti, perché lontano da Dio abita solo il demonio. E lui certo non ci lascerà in pace per l’eternità, per vendicarsi di quell’amore che Dio ci ha dato e lui, il demonio, per primo ha rifiutato.
Rifiutare l’amore significa rifiutare Dio, non poterlo raggiungere. Oh ma il cuore di Dio trabocca d’amore ed Egli ci offre innumerevoli occasioni per tornare a riannodare quel filo. Non importa quando o con quanta intensità lo abbiamo tagliato. Non importa quanto ci siamo allontanati da Lui. L’importante è che il nostro cuore si riapra al suo amore prima dell’ultimo giorno. Prima che sia troppo tardi. Prima che non ci sia più tempo neppure per pentirsi come fece san Disma, il buon ladrone, sulla croce, in punto di morte, un istante prima di incontrare Dio.
Non rinunciamo ad amare. Riconciliamoci con Dio ed il prossimo non appena possiamo, senza porre indugio, perché non sappiamo quando Cristo verrà di nuovo per portarci con Lui. #Santanotte
Alessandro Ginotta
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