“Un giorno a Gerusalemme uno ‘stolto’ salì sul monte degli Ulivi e suonò il corno che annunciava l’arrivo del Messia. Un rabbino, di nome Menachem, aprì la finestra e guardò fuori. Notando la povertà e la miseria umana lungo la strada si rattristò. Chiuse la finestra ed osservò sconsolato: «Ma qui non c’è nessun Messia, non è arrivato. L’uomo che suonava il corno doveva essere uno stolto»“.
Non a caso l’Arcivescovo di Torino S.E.R. Mons. Roberto Repole, nello scambio di auguri con i media, ha citato una leggenda raccontata da Martin Buber, grande studioso che trascorse la sua infanzia a Leopoli, in Ucraina.
Repole ha poi indicato la finestra dell’Arcivescovado che si affaccia sulle vie del centro della città di Torino: “Questa stanza è bella e accogliente, ma anche qui, aprendo la finestra, ci può capitare di notare i senzatetto che dormono lungo le strade, spesso in compagnia di un cane, che è il loro unico amico, perché vivono nella loro solitudine”.
Ma il Natale è così: una piccola luce che viene in un mondo tenebroso. Una grande lezione, offerta da un Vescovo teologo, come regalo di Natale ai giornalisti. Sono felice di aver potuto stringere questa mano. Ed è proprio questo lo spirito con il quale dobbiamo accogliere questo Natale: sforzandoci di illuminare e riscaldare, con quella luce, l’oscurità che ci circonda!
Alessandro Ginotta
Presidente UCSI Piemonte
Foto (C) Bursuc Mihai Ph. Per gentile concessione.
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