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Quella Luce che ci spinge verso Dio…

Il dipinto di oggi è: “Il Sacro Cuore di Gesù”, opera di pittore anonimo del 1800, convento di San Francesco a Loja, Ecuador

Un lato di noi ci spinge verso l’alto a cercare Dio per riunirci a Lui, l’altro ci trascina verso il basso, in quel mondo che ci distrae continuamente dalla nostra ricerca

Il mio in(solito) commento a:
Siano una cosa sola, come noi (Giovanni 17,11-19)

Dio sa bene cosa sia l’unità: Gesù, Dio Padre, e lo Spirito Santo. Una cosa sola. È il mistero della Santissima Trinità: tre Persone distinte, eppure un solo Dio, che abita contemporaneamente in ogni tempo ed in ogni luogo. Ovunque c’è Dio. In qualsiasi momento è accanto a noi, come è stato vicino ai nostri padri, come fu vicino a Mosè ed al suo popolo durante la fuga dall’Egitto e la ricerca della terra promessa. Come fu vicino ad Adamo ed Eva, anche dopo che si macchiarono di quel peccato che ci ha allontanati da Lui, dal nostro Creatore. Un unico istante dilatato per Dio, un’eternità per noi, un unico Dio in uno spazio che abbraccia e annulla la dimensione del tempo.  È un mistero che non potremo mai comprendere, ma che possiamo tentare di capire.

Ma accanto a questo c’è un altro mistero: la nostra comunione fra noi e con Dio: Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi” (v. 11). Mancano poche ore alla cattura di Gesù e Lui si rivolge direttamente al Padre con questa preghiera. E certamente, quanto chiede il Figlio di Dio in questo momento, è una cosa che gli sta molto a cuore. Siamo noi. Il nostro futuro. La nostra unità.

A che cosa si riferisce? Come tutte le cose di Dio, spesso il vero significato è molto più ampio di quanto non possa sembrare. Certamente, Gesù desidera che i discepoli, dopo la sua morte e Risurrezione, rimangano uniti fra di loro. Dio desidera che la Chiesa, erede del gruppo di apostoli seduti al tavolo dell’Ultima Cena, resti compatta e non presti il fianco a scismi e divisioni. Ma c’è dell’altro: tutti noi, esseri umani, veniamo da Dio. Siamo stati tutti creati dallo stesso fango su cui Dio, ai tempi della Creazione, soffiò il suo Spirito vitale che animò Adamo. Sapete amici, il nome Adamo deriva dall’ebraico adāmā, che significa “terra”, “suolo”: “allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Genesi 2,7). In questo senso, siamo tutti fratelli, perché deriviamo tutti dallo stesso atto d’amore di Dio. Ma siamo tutti fratelli anche perché condividiamo un dono che deriva da quel soffio vitale: l’anima. E nel luogo più segreto della nostra anima brilla una fiammella che ci ricorda di appartenere a Dio: “Voi siete dei, siete tutti figli dell’Altissimo” (Salmo 82,6). Sì, per quanto possiamo essere ladri come San Disma, il “buon ladrone” (cfr. Lc 23, 39-4), per quanto possiamo essere disonesti come Zaccheo (Lc 19,1-10), o peccatori come il figliol prodigo (cfr. Lc 15,11-32); oppure impuri come la samaritana (cfr. Gv 4, 1-26); in ciascuno di noi c’è una parte che ci spinge a cercare Dio. L’uomo ha sete d’infinito e la sua anima inquieta può trovare pace soltanto in Dio.  

L’uomo, creato dal fango da Dio, è un insieme di corpo: il fango, e anima: il soffio di Dio. Ecco che, dentro ciascuno di noi, convivono due parti: una materiale ed una spirituale. Un lato che ci spinge verso l’alto a cercare Dio per riunirci a Lui. Ed un lato che ci trattiene verso il basso, in quel mondo che ci distrae dalla nostra ricerca con le sirene del peccato.

Ma quella parte che, vive dentro di noi ed ha memoria di Dio, geme “con gemiti inesprimibili” (cfr. Romani 8,26) e anela di ricongiungersi a Lui. Desidera tornare ad essere una cosa sola con Lui. L’anima, la scintilla di Dio che brilla dentro al cuore di ciascuno di noi, quella che ha soffiato lo Spirito vitale, si vuole riunire al fuoco di Dio, da cui quel soffio è partito: «Rimanete in me e io in voi» (Giovanni 15,4) ci raccomanda Gesù. «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Giovanni 17,20-21). Il nostro futuro, amici cari, è con Dio: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via» (Giovanni 14,1-4). Sì, io ne sono fortemente convinto: quando usciremo dal mondo, la scintilla che ci portiamo dentro si riunirà al fuoco di Dio dalla quale è partita quando al mondo siamo venuti:

Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il Dio-con-loro.
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate

(Apocalisse 21,3-4).

#Santanotte amici. La Luce di Dio mantenga sempre viva quella scintilla che brilla dentro al vostro cuore. Così, rischiarandovi dentro, nella vostra anima, renderà luminosa anche la vostra vita. Dio vi e ci benedica amici cari, brillate per Lui! 🙂 🙂 🙂

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Il Sacro Cuore di Gesù”, opera di pittore anonimo del 1800, convento di San Francesco a Loja, Ecuador
Il dipinto di oggi è: “Il Sacro Cuore di Gesù”, opera di pittore anonimo del 1800, convento di San Francesco a Loja, Ecuador

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