A Torino si è aperta la seconda Porta Santa. Dopo quella della Cattedrale, Mons. Nosiglia ha aperto anche la Porta della Carità presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza del Cottolengo.
“Questa porta santa nella Piccola Casa delle Divina Provvidenza ci ricorda che la misericordia di Dio si manifesta soprattutto all’accoglienza dai poveri e degli ultimi” con queste parole l’Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, ha aperto la porta Santa della Carità.
Alla cerimonia erano presenti senzatetto e rifugiati, alcuni rom, ed anche tante famiglie povere, oltre a religiosi e religiose del Cottolengo. Al termine delle celebrazioni è stato offerto un pranzo ad oltre 150 poveri.
“Il Cottolengo – ha commentato Mons. Nosiglia – non è rimasto sordo all’appello di Gesù che chiede di essere sfamato, dissetato, vestito e visitato”. Qui molti poveri e malati possono “trovare una casa, vivere come in una famiglia, sentirsi appartenenti alla comunità e non esclusi e sopportati”.
Come ha osservato Papa Francesco, in visita a Torino il 21 giugno 2015: “La ragion d’essere di questa Piccola Casa non è l’assistenzialismo, o la filantropia, ma il Vangelo: il Vangelo dell’amore di Cristo è la forza che l’ha fatta nascere e che la fa andare avanti: l’amore di predilezione di Gesù per i più fragili e i più deboli. Seguire l’esempio che il Cottolengo ci ha lasciato significa avere fede nella Provvidenza di Dio Padre anche nei momenti difficili e faticosi o che sembrano impossibili da gestire o da compiere verso gli altri. Non dobbiamo mai dimenticare che il bene che riusciamo a fare in piccolo Dio lo fa diventare grande e immenso di frutti”.
Anche i meno fortunati possono fare opere di misericordia, come ha ricordato Mons. Nosiglia: “Anche per voi cari amici ammalati e poveri passare la Porta santa significa credere che l’amore di Dio vi sostiene e che mai dovete perdere la speranza in lui che è Padre amorevole e amico di ciascuno di voi. Anche voi potete fare opere di misericordia verso altre persone che sono più povere di voi e che hanno bisogno della vostra amicizia e del vostro sostegno solidale. Anche voi necessitate del perdono del Padre quando seguite le leggi del mondo : egoismo, chiusura in se stessi, scarsa considerazione degli altri, falsità e menzogna, invidia e noncuranza di chi sta peggio”.
L’Arcivescovo di Torino ha lanciato un appello ad operare insieme perché i servizi e l’accoglienza non siano considerati una “elemosina saltuaria” e neppure soltanto la risposta a una richiesta o a un bisogno. “Occorre impegnarci per favorire la condivisione tra le persone basata sull’interscambio di doni, rendendole autonome e in grado di provvedere a se stessi e ai propri cari”.
“I Pastori e i Magi vanno a Betlemme e riconoscono in quel bambino, povero, umile, rifiutato dalla città, piccolo e insignificante per la storia del mondo, il Figlio di Dio, il Salvatore annunciato dagli angeli”. Con questa scelta che è anche una forte provocazione Dio ha tracciato la via dell’autentico progresso umano e sociale. Si tratta di ripartire dagli ultimi, dai piccoli e da quelli che non contano e non hanno peso e voce se vogliamo rovesciate il trend negativo e preoccupante che stiamo vivendo.
“Questo anno giubilare – ha proseguito Mons. Nosiglia – ci renda tutti più umili e meno orgogliosi, più aperti al dialogo e alla collaborazione e meno autoreferenziali, più protesi a puntare sui valori che contano poco o niente sul piano del profitto mercantile o finanziario ma contano moltissimo su quello culturale, sociale e religioso come sono l’onestà, la giustizia sociale, l’equità, il rispetto di ciascuno nelle sue diversità, e la promozione della persona e del bene comune messi al centro di ogni realtà umana, religiosa e civile”.
Di Alessandro Ginotta
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