Una porta da varcare, qualche spigolo da smussare e un prossimo in cui immedesimarsi, sono i tre ingredienti di questa scomoda (ma autentica) pagina di Vangelo.
Il mio in(solito) commento a:
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro (Matteo 7,6.12-14)
Alcune volte il Vangelo ci stupisce per qualche lato inaspettatamente graffiante. Nel brano di oggi troviamo una frase che ci colpisce: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci” (v. 6). Perché questo consiglio che ci lascia interdetti? Forse perché ci siamo costruiti l’idea di un Gesù inguaribilmente buonista? Eppure ci sono persone che proprio non sanno ascoltare o, peggio ancora, non vogliono farlo. Gente sempre pronta a criticare tutto e tutti. Uomini convinti di essere detentori di una verità assoluta che non può essere messa in discussione.
Come osserva Sant’Agostino: “conviene impiegare più tempo a parlare con Dio di queste persone, che parlare loro di Dio”. E’ inutile tentare di convincere chi non è disposto ad accogliere e apprezzare le cose di Dio. Molto meglio pregare per queste persone e sperare che lo Spirito Santo ammorbidisca il loro guscio di superiorità. Perché non c’è uomo più vuoto di quello pieno di sé: egoismo e narcisismo gli impediscono di arricchirsi con i tesori che Dio offre.
È una Parola “ruvida”, che suggerisce un po’ l’idea della carta vetrata, quella che usano i falegnami per levigare il legno. E Gesù sa bene quale sia l’utilizzo di questo strumento, all’apparenza graffiante, ma che serve per smussare angoli e spigoli che potrebbero ferire: il legno, infatti, una volta levigato, diventa liscio, lucido e bello. E allora, come noi, qualche volta, siamo chiamati a migliorarci, rimuovendo i nostri spigoli per meglio rapportarci con chi ci sta accanto. Sì, perché la seconda raccomandazione che Gesù ci offre in questa pagina di Vangelo è: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti” (v. 12). E se Gesù-falegname si intende di asperità del legno… Gesù-Dio fattosi Uomo, ben sa che cosa vuol dire immedesimarsi negli altri: Lui che non ha esitato di lasciare le comodità dei cieli per incarnarsi e venire a vivere in mezzo a noi, per primo si è “fatto come noi” per “farci come Lui”. Ha sperimentato, nella carne umana, le difficoltà dell’uomo: fame, sete, povertà, stanchezza ed ha provato tutto fuorché il peccato. Anche noi, che siamo fatti a sua immagine e somiglianza, dovremmo imparare a metterci nei panni degli altri prima di giudicare e condannare. Dovremmo sperimentare le difficoltà e i dubbi altrui, prima di lamentarci dei loro difetti.
In questo brano troviamo anche il richiamo a passare attraverso la porta stretta (v. 13), ma possiamo star certi che Gesù-Falegname avrà smussato gli spigoli per noi, per cui, anche se è stretta, non ci ferirà! Ma perché stretta? Certo, nessuno ha detto che la salvezza sia facile da ottenere. Dio desidera salvarci tutti, ma non per questo ci mette davanti ad un’autostrada! Qualcosa la dovremo fare anche noi! Ecco che ci viene richiesto l’impegno di imparare ad amare Dio e il prossimo, e questo non è comodo! È una porta stretta non perché sia oppressiva, no; ma perché ci chiede di restringere e contenere il nostro orgoglio e la nostra paura, per aprirci con cuore umile e fiducioso a Lui, riconoscendoci peccatori, bisognosi del suo perdono. Per questo è stretta: per contenere il nostro orgoglio, che ci gonfia. #Santanotte
Alessandro Ginotta
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