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L’IA ci mostra il Volto di Gesù!

L’IA ci mostra il Volto di Gesù!

28 maggio 1898. Una data destinata a segnare la storia: quel giorno, un fotografo dilettante di nome Secondo Pia immortalò per la prima volta il Volto di Cristo. E come spesso accade nelle grandi scoperte, tutto iniziò quasi per caso. Pia aveva ricevuto il permesso di fotografare la Sindone di Torino, che porta impressa la debole immagine di un Uomo, morto dopo atroci sofferenze culminate nella crocifissione. Un’immagine così sbiadita che, osservandola a occhio nudo, è difficile riconoscerla.

Ma la notte tra il 28 e il 29 maggio, mentre Pia sviluppava le lastre nella sua camera oscura, accadde qualcosa di incredibile: ciò che vide lo lasciò talmente stupefatto da rischiare di far cadere la lastra. Il negativo rivelava l’immagine positiva di un Uomo, di un Volto, con dettagli che non erano visibili a occhio nudo. Perfino le gocce di sangue che segnavano il capo apparivano chiaramente.

Per chi è nato in un’era digitale, abituato a vedere le foto in tempo reale sullo schermo del telefono, è difficile immaginare il processo di sviluppo fotografico di allora. Fino al 1997, anno del lancio della prima fotocamera digitale, le fotografie erano frutto di un complesso e delicato processo chimico. Si partiva da un negativo, un’immagine invisibile che, attraverso una serie di bagni chimici, veniva fissata su carta fotografica. Il tutto doveva avvenire al buio, perché la luce avrebbe potuto distruggere il negativo e rovinare l’immagine per sempre.

La foto di Secondo Pia cambiò tutto. Permise di diffondere riproduzioni fedeli della Sindone, usate sia per la devozione che per la ricerca scientifica.

Ora, facciamo un salto nel tempo, fino all’agosto del 2024. Il team di Midjourney, noto per aver creato la celebre immagine di Papa Francesco con un cappotto griffato, ha lavorato su immagini scannerizzate della Sindone. Il risultato? Una simulazione fotorealistica – o meglio, iperrealistica – del Volto impresso sul Lenzuolo.

David Murgia, giornalista e scrittore, ha condiviso la sua impressione su questa nuova immagine nel suo blog Il Segno di Giona: “Un uomo con lunghi capelli e barba, ma soprattutto con occhi così intensi da incutere timore e dolcezza allo stesso tempo.”

Se la fotografia di Pia diede un impulso enorme alla devozione per la Sindone, quale impatto potrebbe avere l’uso dell’intelligenza artificiale?

L’idea di utilizzare l’IA per esplorare il mistero di Dio è affascinante, ma non priva di limiti. Dio, nelle principali religioni, è un concetto che va oltre la comprensione umana e le leggi della natura. L’IA, per quanto sofisticata, resta confinata nel regno della razionalità umana, senza accesso al trascendente.

Tuttavia, l’IA potrebbe aprire nuove strade per l’esplorazione filosofica e teologica. Attraverso modelli logici e algoritmi complessi, potrebbe contribuire a sviluppare riflessioni su concetti come l’infinito, la causalità e la contingenza, temi centrali nel discorso sull’esistenza di Dio.

Alessandro Ginotta

L’articolo è stato pubblicato su “Il Corriere della Valle” del 29 agosto 2024

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