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L’uomo che fece la Comunione sulla Luna

L’uomo che fece la Comunione sulla Luna

Il 20 luglio 1969, alle 20:17:40 UTC, l’umanità intera visse un momento che sarebbe rimasto impresso per sempre nella storia: il modulo lunare Apollo 11 toccava la superficie della Luna. A bordo, due astronauti pronti a scrivere una nuova pagina nel libro delle imprese umane: Neil Armstrong e Buzz Aldrin. Nel frattempo, Michael Collins, il terzo membro dell’equipaggio, vegliava dall’alto, orbitando attorno al nostro satellite a bordo del modulo di comando.

Sei ore dopo, il 21 luglio, alle 02:56 UTC, Armstrong scese con cautela dalla scaletta e, con un accorto passo sulla polvere lunare, divenne il primo essere umano a camminare su un altro corpo celeste. Ma, proprio mentre il mondo intero era ipnotizzato da quell’immagine, qualcosa di altrettanto straordinario stava accadendo, lontano dagli occhi e dai microfoni: Buzz Aldrin, che sarebbe sceso sulla Luna 19 minuti dopo, stava compiendo un gesto intimo e potente, che pochi conoscono. Vuoi sapere cosa? Proprio lì, a 382.500 chilometri dal Tabernacolo più vicino, Aldrin stava consumando l’Eucaristia. Grazie a una speciale dispensa della sua chiesa, mangiò il Pane e, come avrebbe raccontato solo 29 anni più tardi, versò il vino nel calice, osservando affascinato come, con la gravità lunare, il liquido si muoveva lentamente, quasi in un balletto silenzioso.

Durante quel momento Buzz Aldrin sussurrò, a microfoni spenti, una citazione dal Vangelo: “Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Giovanni 15,5). Voleva leggerlo ad alta voce, davanti a tutto il mondo, ma la NASA glielo vietò. Si limitò quindi a una dichiarazione che, ascoltata oggi alla luce di quell’Eucaristia lunare, assume un significato ancora più profondo: “Qui è il pilota del modulo lunare (Buzz Aldrin): vorrei chiedere ad ogni persona che ci sta ascoltando, chiunque essa sia e dovunque si trovi, di fermarsi un momento e di contemplare ciò che è successo nelle ultime ore”.

Sì, proprio così: il Corpo e il Sangue di Cristo furono consumati là dove nessun uomo aveva mai messo piede prima. E quei gesti semplici, ma carichi di significato, fecero sì che il Pane e il Vino diventassero i primi alimenti mai consumati sulla Luna.

Ma perché la NASA impedì a Buzz di leggere il passo del Vangelo? Per capirlo, bisogna tornare al 1968, quando l’equipaggio dell’Apollo 8, in orbita attorno alla Luna la notte di Natale, lesse un passo della Bibbia tratto dalla Genesi. William Anders, Frank Borman e Jim Lovell, alternandosi, recitarono quei versi sacri in diretta mondiale, e Borman concluse con un augurio: “Dall’equipaggio dell’Apollo 8 vi auguriamo una buona notte, buona fortuna, un felice Natale e che Dio vi benedica tutti, tutti quanti sulla Terra”.

Quelle parole scatenarono una bufera: Madalyn Murray O’Hair, presidente dell’Associazione degli ateisti americani, accusò gli astronauti di violare il Primo Emendamento della Costituzione americana. La polemica convinse la NASA a prendere precauzioni: da allora, niente più letture religiose nello spazio.

E così, mentre tutti ricordano Armstrong che lascia l’impronta sul suolo lunare, pochi sanno che Buzz Aldrin si comunicò sulla Luna. Un gesto intimo, nascosto, ma altrettanto sorprendente. Ora lo sai anche tu.

Alessandro Ginotta

L’articolo è stato pubblicato su Il Corriere della Valle, n. 33 · 5 settembre 2024

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