+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,25-37)
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?».
Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”.
Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
Parola del Signore
“La teoria è quando si sa tutto e niente funziona” è una delle frasi attribuite al celebre scienziato Albert Einstein. Ed è proprio così: spesso la teoria è più facile della pratica…
Questo dottore della Legge è un esperto in Scritture. Probabilmente ne conosceva a memoria tutti i versetti… dall’alto (o basso?) della sua conoscenza teorica pretende di mettere alla prova Gesù con una domanda: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?” (v. 25). Vorrebbe metterlo in difficoltà… crede di saperne più di Lui.
E noi? Qualche volta forse non pretendiamo anche noi di correggere le decisioni di Dio suggerendogli nella preghiera quello che pensiamo sia meglio per noi?
Nella “pratica” questo samaritano, che “vide e ne ebbe compassione” (v. 33) ha saputo interpretare il volere di Dio meglio del sacerdote e del levita che “videro e passarono oltre” (cfr. vv. 31-32).
Al tempo di Gesù c’era molta ostilità tra giudei e samaritani, al punto che questi ultimi erano accusati di essere scismatici ed addirittura venivano considerati pagani ed impuri. Eppure… per spiegarci “chi è il nostro prossimo” (cfr. v. 29) Gesù si è servito proprio di un “senza Dio“…
Cara amica, caro amico… vorresti fare con me un esperimento? Puoi provare ad immedesimarti nel viandante ferito? Solo un istante, non temere, sii forte… è importante:
Eccoti, stai camminando sulla strada che porta da Gerusalemme a Gerico. La strada è tutta a curve, ed è molto polverosa. Un’interminabile discesa che si snoda le due città e colma un dislivello di oltre 1000 metri. Dietro ad una svolta sono nascosti alcuni malintenzionati. Hanno un coltello. Si avvicinano! Che fare?! Ti circondano e ti minacciano. Paura! Vogliono la borsa con il denaro, la bisaccia con i viveri. Tutto. Anche il mantello di lana. Cerchi di resistere, di nascondere almeno quelle quattro monete che hai in tasca, invece ti strappano anche quelle.
Ora sei sul ciglio della strada. Hai perso i sensi per qualche minuto. Le ferite ed i lividi ti fanno male e non riesci a rialzarti. Arriva qualcuno! Meno male! Allunghi una mano e chiedi aiuto. Ma che fa? Non si ferma!? “Aiuto signore, la prego!”. Nulla. Non si è fermato. Svieni di nuovo. Troppo caldo. Troppo dolore.
Altri passi! “Chi è?” un secondo passante. Questo si fermerà di certo! “Mi aiuti, la prego!”. Nulla… anche questo passa senza fermarsi. Non ha neppure rallentato… La gola ti brucia per la polvere. E’ difficile anche solo respirare.
Infine arriva un terzo viandante. Ma… guarda che abiti, è uno straniero. Non si fermerà neppure lui… Ma no! Si avvicina! “Grazie, grazie signore! Non so come ringraziarla!”.
Eccolo: si prende cura di te, non sei più solo! Egli ti salva, mette tutto quello che ha con sè a tua disposizione: il vino per disinfettare le tue ferite, l’olio per lenire la tua pelle (cfr. v. 34). Alcune bende per medicarti.
Fin qui… cari amici, probabilmente anche noi ci saremmo fermati a soccorrere un ferito lungo la strada… ma il samaritano fa di più, non si limita a “tamponare” le ferite. Fatte le fasciature ti solleva, ti prende sulle sue spalle e ti trasporta all’albergo, dove potrai riposare e guarire completamente. Paga per te il conto all’albergatore e promette altri soldi perchè anche lui ti assista.
Bene. Ora mi chiederai: “perchè mi hai fatto soffrire nei panni del viaggiatore aggredito?”. Io spero di non averti causato troppo dolore, ma vorrei ancora chiederti una cosa:
Quale sensazione hai provato quando il samaritano si è fermato ad aiutarti? Gratitudine, suppongo. Molto sollievo, credo. Forse un po’ di stupore. Ebbene: proprio il samaritano, il “senza Dio”, lo straniero, è quello che ci è stato più vicino.
“Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?” (v. 36) chiede Gesù. “Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così»” (v. 37).
Qualche volta, cari amici, l’aiuto arriva da dove meno ce lo aspettiamo.
Questo buon samaritano non assomiglia un po’ a Gesù? Egli ha avuto compassione (cfr. v. 33 e Mt 20,34) di noi; ci ha unti con l’olio, segno del perdono che sana le nostre ferite (cfr. v. 34 e Isaia 1,6); le ha medicate con il vino (cfr. v. 34 e Mt 26,27; Romani 5,9); ci ha caricati sulle sue spalle portando le nostre infermità (cfr. v. 34 e Isaia 53:4-6); si è preso cura di noi (cfr. v. 34 e Gv 17,9); infine ci ha condotti al sicuro all’albergo, alla Chiesa perchè ci accolga (cfr. v. 34 e Gv 21,17); e infine ci ha promesso il suo ritorno (cfr. v. 34 e Mt 25,31).
E’ proprio Gesù questo samaritano! “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi” (Mt 25,35-36). Se Gesù si traveste da “samaritano”, quindi da straniero… meditiamo, amici, prima di scacciarlo; perchè potrebbe essere proprio uno straniero colui che ci salverà la vita nel momento del bisogno.
Questa notte, Gesù, Ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco! Soccorrili! Sana le loro ferite con l’olio della consolazione, con il vino della salvezza! Custodiscili sempre nel tuo albergo!
#Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂
Il dipinto di oggi è “Il Buon Samaritano” opera del pittore olandese noto come “Maestro del Buon Samaritano”, 1537, olio su pannello di legno, 73 x 85 cm., Centraal Museum di Utrecht. Olanda
Alessandro Ginotta
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