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Maria Ausiliatrice ci mostra che nulla è impossibile a Dio

Con la solenne Processione tra le vie di Valdocco si conclude a Torino la Festa di Maria Ausiliatrice

“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore”. L’intervento di Mons. Nosiglia si apre con le parole del Magnificat. I fedeli affollano la piazza e le vie attorno alla Basilica di Maria Ausiliatrice. Sono le ore 23.00 quando la processione, iniziata alle 20.30, rientra nel Santuario.

“L’inno del Magnificat – ha proseguito l’Arcivescovo – è il cantico dei poveri che riconoscono in Dio la roccia su cui fondare la speranza del riscatto della propria esistenza dalla miseria, fisica o morale. È l’inno di chi crede che Dio sconfiggerà i potenti e farà giustizia a favore di quanti soffrono a causa dei soprusi e delle fatiche imposte sulle loro spalle da chi è più ricco, più furbo, più scaltro, o si ritiene padrone della loro sorte, umana e sociale. Ma ciò che questa sera voglio sottolineare è che il Magnificat è l’inno della speranza che si fonda su Dio e sulla sua opera di salvezza in atto nella storia”.

Maria Ausiliatrice ci mostra che nulla è impossibile a Dio

Maria riconosce ed esalta, infatti, l’onnipotenza di Dio che compie eventi meravigliosi con le persone umili e povere: “grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente, e santo è il suo nome”.

Nell’annunciazione Maria ha accolto l’assicurazione dell’angelo: “nulla è impossibile a Dio”, ed ora testimonia che Dio è in grado di compiere anche ciò che è umanamente impossibile. Questa fede carica di speranza esalta nella storia l’opera di Dio che salva il suo popolo, ed usa verso gli umili la sua misericordia. Per questa fede Maria è proclamata beata da tutte le generazioni.

Maria è dunque per noi un segno di consolazione e di “speranza certa”, che nasce dalla fede in Cristo e si compie giorno dopo giorno nel tessuto feriale della nostra vita di famiglia e di comunità.

Maria Ausiliatrice ci mostra che nulla è impossibile a Dio

Ai piedi di Maria “che, giovane fanciulla di Nazaret, ha avuto l’ardire di fidarsi di Dio ed il coraggio di scommettere l’esistenza sulla sua chiamata” Mons. Nosiglia ha voluto affidare “tutti i giovani della nostra terra torinese, perché sappiano vivere nella speranza e confermino anche tutti noi, adulti e anziani, nella speranza che nasce dalla fede in Cristo Signore”.

Essi, nelle nostre case, nelle parrocchie e nella comunità civile, interpellano educatori, sacerdoti e responsabili con messaggi e comportamenti che a volte stupiscono per la loro generosità, mentre altre volte, con atteggiamenti in aperto contrasto con le tradizioni e la cultura del passato, lasciano perplessi e disorientati. “Eppure – ha commentato Mons. Nosiglia – vi confesso che trovo sempre stupefacente il fatto che ancora oggi, in un contesto sociale e culturale complesso, nel quale si accentuano messaggi di disimpegno e di fuga dalle fatiche del vivere, ci siano giovani che sanno offrire esempi di scelte forti ed ammirevoli”. L’Arcivescovo pensa “ai giovani della Diocesi e del movimento salesiano, oltre 2000 che il prossimo luglio si recheranno a Cracovia per partecipare alla Giornata mondiale rispondendo all’invito di papa Francesco a vivere una esperienza di Chiesa universale ricca di fraternità e di gioia”. Ai giovani “che partiranno questa estate per i paesi di missione, per dare il loro fattivo aiuto alle popolazioni assistite da missionari o da organizzazioni non governative, spendendo le loro vacanze in modo alternativo”. Ma anche ai giovani “impegnati negli Oratori per l’estate ragazzi, nei campi estivi della Caritas, nelle innumerevoli cooperative, nei gruppi di servizio ai fratelli e alle sorelle diversamente abili, nell’assistenza alle persone in difficoltà”. Come pure “ai giovani che numerosi si recano a Taizé, o fanno il cammino di Santiago di Compostela, per sperimentare la bellezza della preghiera e del pellegrinaggio”.

Maria Ausiliatrice ci mostra che nulla è impossibile a Dio

Si tratta di segni di speranza, che si accendono nel mondo assieme a tanti altri, non reclamizzati, ma dei quali possiamo ogni giorno fare esperienza nelle nostre famiglie, nei nostri paesi e quartieri, nelle nostre parrocchie. “Mi direte – ha osservato Mons. Nosiglia –  sì, ma si tratta di una piccola minoranza rispetto ai molti che non vengono raggiunti, vivono ai margini di queste proposte e percorrono strade ben diverse sul piano spirituale, morale e sociale”. “È vero anche se credo fermamente sull’esempio di don Bosco che in ogni giovane sia forte il desiderio di essere capito, accolto, amato e sostenuto, per dare un senso più pieno alla propria vita e al proprio futuro”. L’Arcivescovo ha poi citato la Beata Madre Teresa di Calcutta: a chi le faceva notare che le sue opere di carità erano una goccia nel grande mare delle povertà che assillano tanti poveri nel mondo. Lei rispondeva: “è vero ma se getto anche solo una piccola goccia nel mare,il mare non più quello di prima, è cambiato perché si è arricchito di una goccia in più che non aveva”.

“Maria Ausiliatrice – ha concluso Mons. Nosiglia – ci aiuti a credere come Lei nelle cose impossibili che possiamo compiere a favore degli altri con piccoli gesti di aiuto, che come una goccia di amore possono cambiare noi stessi e l’ambiente in cui viviamo”.

Alessandro Ginotta

Questo articolo è stato pubblicato anche su: DONBOSCOLAND

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