+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 24,46-53)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Parola del Signore
Ed ecco che siamo giunti all’Ascensione. E’ lunga la strada che ha portato Gesù al Cielo: “Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme” (Lc 9,51). Questo versetto l’evangelista Luca lo mette dopo la discesa dal Monte Tabor, dove è avvenuta la Trasfigurazione di Gesù.
Il Tabor. Lo spartiacque. Salendo sul monte, Cristo si trasfigura e lascia intravvedere per un istante ad alcuni dei suoi discepoli il suo vero Volto: “mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante” (Lc 9,20). L’aspetto divino di Gesù: candide vesti e volto splendente, raggiante. Sul Tabor Gesù ha portato Pietro, Giacomo e Giovanni a… toccare il cielo con un dito: “Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia” (Lc 9,33). Era bello. Quei tre Apostoli hanno visto un anticipo del Paradiso. Uno scorcio di quello che accadrà quando noi tutti saremo al cospetto di Dio. Disceso dal monte, Gesù prende la decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme, dove vivrà la sua Passione.
Ma la vera “porta” che conduce al cielo Gesù… è la Croce. Camminando verso Gerusalemme, Gesù vede già la meta, il Cielo. Ma Gesù sa bene che la via che lo riporta alla gloria del Padre passa attraverso la Croce, attraverso l’obbedienza al disegno divino di amore per l’umanità. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che “l’elevazione sulla Croce significa e annuncia l’elevazione dell’Ascensione al cielo” (n. 661). Anche noi dobbiamo avere chiaro, nella nostra vita cristiana, che l’entrare nella gloria di Dio esige la fedeltà quotidiana alla sua volontà, anche quando richiede sacrificio, anche quando richiede di cambiare i nostri programmi.
La Croce è la porta per Cristo. Cristo stesso è la porta per noi, è lui la Via, la Verità e la Vita: L’Ascensione di Gesù al Cielo ci fa conoscere allora questa realtà così consolante per il nostro cammino: “la nostra umanità è stata portata presso Dio; Lui ci ha aperto il passaggio; Lui è come un capo cordata quando si scala una montagna, che è giunto alla cima e ci attira a sé conducendoci a Dio” (Papa Francesco, Udienza Generale del 17 aprile 2013).
E’ bello il Paradiso. Lo testimoniano Pietro, Giacomo e Giovanni, che ne hanno visto uno scorcio. Ma, conclusa l’esperienza sul Tabor, Gesú si alza, li scuote e dice loro: “Alzatevi!” e, senza fiatare, anche se a malincuore, si avviano al piano, dove li attendono la folla e gli altri apostoli. Tornano ai problemi di ogni giorno.
Trasfigurazione e Ascensione: un parallelo. Dopo l’Ascensione giungono due angeli a richiamare i discepoli: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo” (At 1,11).
Abbiamo un compito, e lo abbiamo qui sulla terra. Gesù ci ha avvicinati a Dio e, con l’Ascensione, ci ha aperto la porta che conduce al Paradiso. Ma anche noi abbiamo la nostra Croce. Non ci possiamo fermare sul monte, a contemplare quella sublime bellezza, no, non ancora. Dobbiamo proseguire nel compito che Gesù ci ha affidato: annunciare la Buona Novella, testimoniare il Vangelo, aiutare l’umanità a non arrendersi al male e spingerla a cercare sempre il bene, nutrire gli affamati, vestire gli ignudi, visitare gli infermi… Vivere come ci ha insegnato Gesù, in mezzo al mondo, portando la nostra croce. Se avremo fatto con cura tutte queste cose, solo allora, al termine della nostra vita, sazi di giorni, potremo anche noi salire in Paradiso.
Amici, la domanda di oggi è: vogliamo salire anche noi in Paradiso? O forse ci accontentiamo di vivacchiare qui sulla terra, cercando una scorciatoia… che non farà altro che farci scivolare lontano da Dio?
Questa notte, Gesù, ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco!
#Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂
Il dipinto di oggi è “L’Ascensione di Cristo” del pittore italiano Giovanni Bernardino Azzolino, 1610 circa, olio su tela, 242 x 159 cm, collezione privata (Sotheby’s), New York
Alessandro Ginotta
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