+ Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,20-23)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».
Parola del Signore
Ieri le lacrime, oggi la gioia. Gesù ce lo spiega bene: la nostra vita su questa terra, le nostre difficoltà, i dispiaceri… sono passeggeri. Non dureranno per sempre. Dio non ci ha creati per la sofferenza, ma desidera che l’uomo, sua immagine e somiglianza, partecipi alla Sua infinita felicità.
Ma allora perchè esiste il male? Una spiegazione un po’ semplicistica, ma sempre valida, è che il dolore, la sofferenza, derivano dalla libertà che Dio ci ha donato. Egli rispetta fino in fondo il nostro libero arbitrio. Noi siamo continuamente posti davanti ad una scelta, da una parte il bene, dall’altra il male. Quanti bivi nella nostra vita! Siamo liberi di fare e di non fare. E qualche volta il male consiste proprio nel non fare (pensiamo ai peccati di omissione, al levita e al sacerdote nel buon samaritano)…
Eva ascoltò la voce suadente del serpente. Noi siamo figli ribelli. Ma come un buon padre continua ad amare il proprio figlio anche se fugge di casa, anche se finisce in carcere, anche se commette gli errori più gravi, così Dio ha continuato e continua ad amarci, custodirci e rispettare le nostre scelte: “Scacciò l’uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i Cherubini e la fiamma della spada sfolgorante, per custodire la via all’albero della vita” (Gen. 3,24). L’uso errato della nostra libertà ci ha portati a commettere il peccato originale. Come conseguenza ci siamo staccati da Dio e la terra è divenuta “corrotta e piena di violenza” (Gen 6,7).
E Dio che ha fatto? E’ rimasto a guardare? NO! Pur rispettando la nostra volontà ci ha affidato l’Angelo custode, affinchè ci stia vicino, ci consigli e ci protegga in ogni istante. L’uomo, peccando, ha perso la sua luce spirituale. “Il Signore Dio fece all’uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì” (Gn 3,2). Il Padre, con tenerezza materna, ha rivestito la nuda umanità dell’uomo con un nuovo dono.
Ma l’uomo ha continuato a peccare. E’ una lunga storia che passa per Caino e Abele, una storia di tradimenti, di omicidi, di rivolte, di allontanamento dal Padre. Il cuore dell’uomo si è indurito e si è sempre più allontanato da Dio. A causa di questo, è aumentata la sofferenza. Non è una punizione divina. E’ una conseguenza del nostro agire deliberato e sconsiderato. Dio, anche nel male, ci ama e ci protegge sempre.
Ed ha mandato in mezzo a noi Gesù. Suo Figlio. Per soffrire con noi. Per soffrire per noi: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16); “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv. 15,13). La sofferenza di Cristo, attraverso la Croce, ci apre la via per un mondo nuovo. Gesù ha amato l’umanità fino in fondo, fino a dare la propria vita per noi.
“La vostra tristezza si cambierà in gioia” (v. 20). E’ la promessa di Gesù. E così sarà! La nostra esistenza qui sulla terra è un istante. Un passaggio. Il momento del parto. Ma come il dolore del parto finisce e si trasforma in gioia piena quando la mamma può finalmente abbracciare il suo bambino, così anche noi parteciperemo della gioia piena, vera e pura di Dio, quando saremo tra le Sue braccia amorevoli.
Attenzione: questo non vuol dire che qui sulla terra dobbiamo essere per forza tristi! E neppure che non valga la pena di vivere la nostra vita! No, questo no! Anche qui possiamo assaporare istanti di amore e di felicità che ci ripagano di tanta sofferenza. Vale la pena di viverla la nostra vita e farlo fino in fondo! Chissà quali e quante sorprese ha in serbo Dio per noi! La piccola gioia di vedere sbocciare un fiore, un sorriso inaspettato, un amore che nasce… momenti che non possiamo perdere e che ci avvicinano alla beatitudine immensa che potremo guadagnarci in Paradiso, proprio se avremo al meglio vissuto le nostre esperienze di gioia e di dolore qui sulla terra: “ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla” (v. 23).
Amici, una domanda lunga (perdonatemi) per una meditazione un po’ più lunga del solito (ma spero ugualmente profonda): Quanto sono consapevole dell’infinito amore che ha Dio per me? Mi accorgo delle sue attenzioni? Lo ringrazio per la tunica che mi ha dato e che in qualche modo mi ripara, almeno un po’, dalle sofferenze del mondo? Ascolto i consigli amorevoli del mio Angelo custode? O piuttosto… mi chiudo in me stesso e mi faccio trafiggere passivamente dal dolore e permetto che la mia esistenza sia avvelenata, a poco a poco, dal male?
Questa notte, Gesù, ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco, conservali nel tuo Amore e dona loro almeno un po’ di felicità!
#Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂
Il dipinto di oggi è “Dio rimprovera Adamo ed Eva” del pittore italiano Domenico Zampieri detto il Domenichino, 1626, olio su tela, 122 x 172 cm, National Gallery of Art, Washington D.C., USA.
Alessandro Ginotta
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