I ragazzi dell’I.C. Cosola di Chivasso ci insegnano che una persona non è mai un numero e non può essere abbandonata.
Ecco un episodio che ci ha piacevolmente sorpresi: la premiazione del Concorso Nazionale per le Scuole Secondarie di 1° e 2° grado “Volontari si diventa?”. A vincere il premio per la sezione Arti visive sono state due studentesse dell’Istituto Comprensivo “Demetrio Cosola” di Chivasso (TO) Sofia Nocita ed Alessandra Caria con l’elaborato “Insieme siamo migliori”. Ed il disegno era davvero meritorio. Complimenti!
Ad accogliere la delegazione vincenziana due ali di ragazzi festanti che hanno dapprima intonato l’Inno alla gioia, e poi hanno sfilato con stendardi declamando gli articoli della Costituzione.
Ma non finisce qui, perché sono stati proprio gli studenti dell’I.C. Cosola ad insegnarci qualcosa. Centoquarantasei ragazzi, guidati dalla dirigente scolastica Angela Marone, dalla professoressa Caterina D’Amico e dalle insegnanti Antonella Bosso, Paola Cena e Nadia Saracco, hanno presentato il loro libro: “Proviamo a contarli”. Un’opera insolita, che fa riflettere: tra le pagine ricche di testimonianze, riflessioni e poesie degli alunni, troviamo due milioni di stanghette. Ciascun segno rappresenta una vita umana: uno dei due milioni di bambini che hanno trovato la morte nei lagher nazisti. Per ogni segmento, un essere umano e una vita da ricordare. Per ogni linea un nome e un’anima a cui ridare vita.
“Quanti sono, prof., due milioni?”. “Proviamo a contarli!” è stata la risposta delle insegnanti, che poi è diventata il titolo del libro. “Ma sono tanti, prof!”, esclamavano essi di tanto in tanto increduli”. Due milioni. Un numero che per essere davvero capito ha bisogno di essere tradotto in due milioni di segni, 146 fogli assemblati in un cartellone delle dimensioni di 240×450 cm.
Tracciando quei segni i ragazzi hanno capito che una persona non può mai essere considerata soltanto un numero. Tutti noi siamo persone, tante, tutte diverse. Ciascuno di noi ha una storia da raccontare, ciascuno con le proprie difficoltà. E così quando siamo saliti sul palco per la premiazione ed abbiamo raccontato ai ragazzi chi siamo e che cosa facciamo noi, volontari della Società di San Vincenzo De Paoli, siamo stati accolti da sorrisi ed applausi. Si sono sentiti vicini a noi, perché abbiamo raccontato loro delle persone in difficoltà che incontriamo quotidianamente là dove vivono, nelle loro case. Persone e non numeri anonimi trascritti in un fascicolo gettato in un angolo di una scrivania. “Proviamo a contarli?”.
Alessandro Ginotta
Ufficio Stampa
Società di San Vincenzo De Paoli
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